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CAPPELLANI MILITARI; DALLA TORRE (LUMSA), «DDL INACCETTABILE»

“Le risposte che dà questo disegno di legge sono inaccettabili, anche in caso di una revisione delle norme della legge 512 del 1961”. Lo dice al Sir il giurista Giuseppe Dalla Torre, rettore della Lumsa, circa il disegno di legge presentato da senatori del “Gruppo Insieme con l’Unione Verdi-Comunisti italiani”, intitolato “Disciplina dell’assistenza spirituale alle Forze armate e abolizione della figura dei cappellani militari”, all’ordine del giorno oggi alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Difesa del Senato. “Il ddl – continua Dalla Torre – è inaccettabile almeno per due ordini di ragioni. La prima concerne il fatto che non si tiene conto che la libertà religiosa non è soltanto un diritto negativo, ma anche positivo”. In altre parole, “si tratta da parte dello Stato di rimuovere gli ostacoli che impediscono in concreto al cittadino, titolare di questo diritto, di esercitare il diritto stesso”.

In questo senso, “la previsione ‘senza oneri per lo Stato’ (art. 1 comma 2 del ddl, n.d.r.) – evidenzia Dalla Torre – mi sembra assurda perché questo renderebbe difficile soprattutto, ma non solo, a tutti quei reparti italiani che sono impegnati all’estero, in Paesi, tra l’altro, non di tradizione cristiana, di potere avere assicurato il diritto di libertà religiosa”. Secondo punto saliente, ad avviso di Dalla Torre, è che “la proposta della smilitarizzazione dei cappellani militari è una vecchia questione”: “Ritengo – afferma – che essa non sia opportuna in considerazione del fatto che, a differenza della Polizia, l’apparato militare è un apparato gerarchicamente strutturato, con delle regole molto precise. Perciò, mi sembra assai difficile che possa essere compatibile con l’apparato militare, a maggior ragione laddove si trovi in situazioni di operatività, penso anche qui all’impegno all’estero del nostro esercito, del personale non militare che gira all’interno delle strutture”. L’appartenenza alle Forze armate dei cappellani militari nasce, dunque, “dalla logica stessa dell’istituzione militare che non ammette al proprio interno personale che non sia tale”. Anzi, “non si è mai visto un civile che si mette a girare per i campi militari. La mia valutazione, pertanto – dichiara il giurista -, è assolutamente negativa perché è un ddl assolutamente non ragionevole”.

La legge del 1961, in realtà, “è molto complessa, potrebbe essere aggiornata, ma non nella direzione presa dal disegno di legge, che presenta punti inaccettabili e inconsistenti. Queste sono vecchie idee della sinistra”. Nella relazione che accompagna il ddl si parla del fatto che anche l’associazione Pax Christi già da tempo aveva sollevato la questione dei cappellani militari. “Ma questo – osserva Dalla Torre – non è un problema della Chiesa, che si interessa certamente di assicurare questo servizio, ma è un problema interno allo Stato: con quali mezzi lo Stato risolve il problema di assicurare l’esercizio in concreto della libertà religiosa di chi è legato ad una disciplina molto rigida come quella militare per cui non si può allontanare a piacimento e non può andare a messa nella parrocchia, nella chiesa che preferisce, soprattutto se è in zona di operazioni all’estero?”. Diverso, per il rettore della Lumsa, “è il caso della Polizia, che è attestata nelle grandi città, per cui anche il sacerdote della parrocchia accanto può andare nella caserma a celebrare, ma quando i militari vanno per operazioni che fanno?”. “Se si approvasse un ddl con questi contenuti – conclude Dalla Torre – sarebbe certamente violazione del diritto di libertà religiosa perché metterebbe in difficoltà o nell’impossibilità determinate categorie di cittadini di esercitare un proprio diritto costituzionalmente garantito”.

Sir