Italia

CARCERI: 30% DETENUTI ADULTI E’ TOSSICO; 15% TRA MINORENNI; GIUFFRIDA: IN TOSCANA 3300 DETENUTI

Circa il 30% dei detenuti adulti nelle carceri italiane, secondo dati del Ministero della Giustizia, è costituito da tossicodipendenti e da assuntori di sostanze stupefacenti; per quanto riguarda i minorenni il dato é pari al 15%. Sono alcune delle cifre emerse dal convegno ‘La salute dei detenuti e degli internati nel servizio sanitario nazionale’ in corso oggi a Firenze. Dati provenienti dai Servizi specialistici per le tossicodipendenze (Sert), testimoniano come queste percentuali siano livellate su valori più elevati, fino al 60-70%, sebbene non esistano dati clinico-specialistici certificati. “Sono numeri in crescita costante – ha commentato Armando D’Alterio, vice capo del Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) -. Il detenuto tossicodipendente più degli altri, a livello depressivo, risente del clima di limitazione della libertà”. Per quanto riguarda i suicidi, ha poi ricordato D’Alterio, “negli ultimi anni abbiamo un trend che vede assestarsi la media intorno ai 50-60 casi, e questo è inaccettabile”. Secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, é stato spiegato, circa la metà dei soggetti detenuti è affetta “da un qualche disturbo di personalità”, mentre un decimo soffre di “serie patologie mentali”; infine, in assenza di dati epidemiologici sistematici, la prevalenza per disturbi mentali negli istituti di pena italiani è stimata intorno al 16%. “In Toscana, per quanto riguarda la popolazione carceraria, siamo a 3.300, limite tollerabile; non si può parlare di sovraffollamento, ma in un anno abbiamo raggiunto la punta possibile”. Lo ha detto Maria Pia Giuffrida, provveditore toscano dell’amministrazione penitenziaria, oggi a Firenze, a margine del convegno ‘La salute dei detenuti e degli internati nel servizio sanitario nazionale’. “Superiamo la soglia della tollerabilità – ha però spiegato Giuffrida – all’Opg di Montelupo Fiorentino”. “La popolazione negli istituti toscani – ha poi sottolineato – è infatti cambiata; ora prevale chi permane in carcere per poco tempo, i non definitivi sono circa il 56%, e questo implica il dover cambiare anche i modelli di gestione dei detenuti e il ripensamento dei trattamenti differenziati”. “La nostra – ha proseguito – è una realtà molto complessa ed è abbastanza rappresentativa dell’universo penitenziario nazionale; abbiamo istituti di tutte le tipologie e abbiamo anche l’Opg. Al momento – ha concluso – il problema maggiore della Toscana nelle aree sanitarie degli istituti penitenziari è la pochezza del nostro budget, che implica il non poter assicurare la qualità e la continuità dell’assistenza sanitaria”. Come a livello nazionale, anche in Toscana, il dato dei detenuti adulti con problemi di tossicodipendenza è intorno al 30%. “Il dato – ha detto ancora – andrebbe approfondito. Bisognerebbe capire chi ha problemi attuali e chi ha uno strascinamento di problemi di adattamento sociale. In Toscana – ha ricordato Giuffrida – abbiamo tre custodie attenuate (Empoli, Firenze e Massa Marittima) dove collochiamo i tossicodipendenti che vogliono fare una scommessa trattamentale forte: è una questione da perseguire e rinforzare”. (ANSA).