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CARCERI: «LA LEGGE NON È UGUALE PER TUTTI», DENUNCIANO I VOLONTARI

Continuano ad aumentare le adesioni all’appello sulla condizione nei penitenziari, dal titolo “La legge non è uguale per tutti”, rivolto ai partiti, al Parlamento e ai movimenti e sottoscritto, fra gli altri, anche dalla Caritas Italiana e dal Coordinamento enti e associazioni di volontariato penitenziario (Seac), riunito da oggi a domenica a Roma per il suo XXXV convegno nazionale.

Nel corso dei lavori si è svolta una conferenza stampa per illustrare i temi del documento e della protesta in corso nelle carceri da lunedì scorso. “Esclusione dell’80% dei detenuti dalle attività lavorative e scolastiche; insufficienza di fondi per fare fronte alle esigenze minime (sanità, alimentazione, vestiario, pulizia personale); aumento della tensione e degli episodi di autolesionismo; mancanza della possibilità, per la maggioranza dei detenuti, del supporto da parte di educatori, psicologi, assistenti sociali; carichi di lavoro sproporzionati per tutte le categorie impiegate nel carcere”.

Sono alcuni dei punti evidenziati dall’appello, che ricorda: “Tossicodipendenti, immigrati, affetti da Aids e da altre gravi patologie, malati psichici costituiscono la grande maggioranza della popolazione detenuta e delle 80 mila persone che, mediamente, entrano in carcere ogni anno”. Secondo Pier Giorgio Licheri, presidente del Seac, “il mondo del volontariato manifesta l’insufficienza del dibattito politico sulla giustizia: si discute tra ‘garantisti’ e ci si dimentica dei più deboli che in carcere pagano prezzi spropositati”.Sir