Italia

CARD. BAGNASCO AD ASSEMBLEA CEI: LAVORO PER I GIOVANI; CONTRO SUICIDI, SPORTELLI AMICI E FLESSIBILITA’ STATO

(ASCA) – Nell’Italia di oggi «c’è bisogno di lavoro, lavoro, lavoro»: è l’appello lanciato oggi pomeriggio dal presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, nel discorso (testo integrale prolusione) con cui ha aperto i lavori dell’Assemblea Generale dei vescovi, mettendo in guardia dalle “tentazioni parassitarie” di chi approfitta delle “garanzie” già esistenti per “determinate fasce”. “Non smetteremo di chiederlo – ha aggiunto – , tanto il lavoro è connesso con la dignità delle persone e la serenità delle famiglie”. Per Bagnasco, “i giovani in particolare devono finalmente ricevere dei segnali concreti, che vadano oltre la precarietà, la discriminazione, l’arbitrarietà. Le misure necessarie per le nuove generazioni e i diritti che esse vedono oggi riconosciuti, devono effettivamente compensarsi anche attraverso una scrupolosa revisione delle garanzie, che non possono valere solo per determinate fasce. L’uguaglianza è condizione della fraternità”. “Sportelli amici” e “ragionevole flessibilità” da parte degli enti creditori: è questa la ricetta del presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, contro l’epidemia dei suicidi di coloro che si sono indebitati e, a causa della crisi, non riescono più a fare fronte ai pagamenti. “Il dramma dei suicidi di persone che si sentono schiacciate dalle responsabilità aziendali o familiari, spesso da debiti per i quali non hanno colpa, è un fenomeno che interroga e inquieta – ha detto il porporato -. Difficile sottrarsi anche alla percezione che vi possa essere un involontario, perverso effetto emulativo”. “Nel rispetto assoluto di ogni situazione – ha aggiunto -, noi abbiamo il dovere di ricordare che nulla vale il sacrificio della vita: essa è sacra, nessuno ne può disporre a piacere e neppure a dispiacere. Vanno appurate con diligenza le cause concrete di questi fenomeni, e vanno approntati ‘sportelli amici’ a cui possa rivolgersi con fiducia chi è disperato. Com’é noto, su questo fronte la Chiesa italiana e le varie Diocesi da tempo sono mobilitate in modo operativo e concreto per creare – più fitta e resistente – una rete di protezione della vita di tutti e di ciascuno”. “In nome di Dio – ha chiesto il card. Bagnasco – chiediamo a tutti di fermarsi prima di arrivare al passo irreparabile. Proprio la perentorietà con cui spesso si presentano le situazioni di crisi, richiede a tutti gli enti e sportelli preposti di adottare criteri di ragionevole flessibilità. Stato, Amministrazioni ed Enti pubblici paghino senza ulteriori indugi i debiti contratti con i cittadini e le aziende. è semplicemente paradossale dover chiudere un’azienda per la mancata corresponsione del dovuto da parte dell’ente pubblico, quando poi è l’ente pubblico che dovrà in altro modo farsi carico degli ulteriori segmenti sociali di disperazione”.“Sappiamo bene che gli istituti bancari giudicano ad oggi già pericoloso il livello della loro esposizione creditizia: ma noi non possiamo non far appello al senso civico e al dovere della solidarietà nei confronti delle piccole aziende e delle famiglie”, ha detto ancora il card. Angelo Bagnasco, che ha anche sottolineato come sia “paradossale dover chiudere un’azienda per la mancata corresponsione del dovuto da parte dell’ente pubblico, quando poi è l’ente pubblico che dovrà in altro modo farsi carico degli ulteriori segmenti sociali di disperazione”. “Con grande rispetto – ha aggiunto -, invitiamo la classe imprenditoriale a ripensare alla facile strategia delle delocalizzazioni: la genialità che ci è riconosciuta deve trovare esplicazione nel ciclo complessivo della produzione, bilanciando lavoro e redditività, ma anche salvaguardando, pur in una logica non isolazionistica, l’italianità delle industrie e delle relative dirigenze”.