Italia

CARD. RUINI: OMAGGIO A CALIPARI PER TESTIMONIANZA DI GENEROSITA’ E DI CORAGGIO

“Rendiamo omaggio, con animo commosso, a chi ha dato una così alta testimonianza di generosità e di coraggio e preghiamo Dio per i caduti, i feriti e le loro famiglie, per la pace e per la fine del terrorismo”. Così il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, in apertura del Consiglio permanente dei vescovi italiani ha ricordato Nicola Calipari, il funzionario del Sismi che “ha fatto eroicamente scudo col proprio corpo” a Giuliana Sgrena, “tenuta per un mese prigioniera a Baghdad” e liberata proprio da Calipari venerdì scorso, 4 marzo.

“Anche l’Italia ha dovuto nuovamente pagare un amaro contributo di sangue in Iraq”, ha commentato il cardinale subito dopo aver ricordato lo “speciale rilievo” che le elezioni del 30 gennaio hanno avuto in Iraq, “con una grande partecipazione di popolo che gli attentati e le minacce di morte non sono riusciti ad impedire”. Con il voto, secondo il presidente della Cei, “è stato superato un tornante difficile, ma forse decisivo, nel percorso verso un nuovo Iraq, restituito alla propria indipendenza ma anche pacifico e libero al proprio interno. Gli equilibri tra le sue diverse componenti sono però ancora da costruire e il terrorismo continua a compiere stragi, sempre più rivolte contro gli stessi iracheni”. “Il maresciallo elicotterista Simone Cola –ha ricordato infatti il cardinale – à è caduto il 21 gennaio a Nassirija nell’adempimento del proprio dovere, mentre la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena è costata la vita, per un tragico errore delle truppe americane, al suo liberatore”.

Allargando lo sguardo all’intero scacchiere mediorientale, Ruini ha citato il “dialogo tra israeliani e palestinesi” che “si è riaperto e ha già compiuto importanti passi in avanti, nonostante le azioni terroristiche che cercano di sabotarlo”, mentre in Libano l’omicidio dell’ ex premier Rafik Hariri “ha fatto scattare un’imponente protesta popolare” con “risultati” fino a ieri “non ipotizzabili” e che si auspica portino a ripristinare “la libertà e indipendenza di quel martoriato Paese”.

In realtà, secondo la Chiesa italiana, “tutta la situazione del Medio Oriente appare in forte movimento e la direzione, pur tra molte sofferenze, incertezze e fatiche, sembra andare nel senso di uno sforzo di pacificazione e di democraticizzazione, unitamente a un più deciso e concorde impegno degli stessi Paesi islamici contro il terrorismo”. Sir

Prolusione al Consiglio permanente del 7 marzo 2005