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CELLULE STAMINALI, «SCIENZA E VITA»: DECISIONE EUROPEA CONTRADDITORIA

“La decisione presa oggi a livello europeo appare contraddittoria con i principi che essa stessa stabilisce. Infatti, se da una parte vieta il finanziamento di ricerche che prevedano la distruzione di embrioni umani, dall’altra autorizza l’utilizzo di linee di cellule staminali genericamente definite esistenti, senza che vi sia alcun riferimento alla data entro la quale queste linee cellulari sono state prodotte”. Lo afferma l’associazione Scienza & Vita in un comunicato diffuso poco dopo la decisione del Consiglio competitività Ue.

“In questo modo – si legge nel testo – fintanto che tale data non sarà stata specificata, di fatto non si bloccherà la creazione di nuove linee, distruggendo altri embrioni. Ferma restando l’illiceità dell’utilizzo dell’embrione, ridotto a “materiale di laboratorio”, la situazione viene ulteriormente aggravata dal fatto che, pur avendo vietato la distruzione di embrioni umani a livello europeo, di fatto si tiene aperta la porta alla possibilità di avvalersi di quanto prodotto in altre parti del mondo”. Scienza & Vita così conclude: “Una volta venuta meno la minoranza di blocco, si apre la strada a derive pericolose per la mancata tutela della vita dell’essere umano allo stato embrionale”.

“Sono dispiaciuto per il ritiro dell’Italia dalla minoranza di blocco contro le ricerche che prevedono l’utilizzo cellule staminali, ma la decisione non è totalmente negativa come si poteva temere. Certo, se al Senato italiano fosse passata la risoluzione Buttiglione, sarebbe stato più difficile per il ministro Mussi sottrarsi all’alleanza di blocco”. Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita (Mpv) e europarlamentare, commenta così il voto del Consiglio competitività Ue al VII programma quadro per la ricerca avvenuto ieri a Bruxelles. “Innanzitutto – sottolinea Casini – per l’approvazione definitiva al Parlamento europeo dovremo aspettare l’autunno”. In generale, “il documento stabilisce che non si possono finanziare progetti che comportino la distruzione di embrioni, anche se è possibile finanziare progetti che riguardino le linee cellulari già estratte da embrioni”. E qui per Casini è l’equivoco: “Il fatto di non aver posto una data precisa su quando è avvenuta la distruzione degli embrioni indica una certa malafede perché i ricercatori potrebbero non chiedere finanziamenti per progetti riguardanti la distruzione degli embrioni e farlo, in seguito, per quelli sulle linee cellulari già estratte da embrioni”. “L’ideale – conclude Casini – sarebbe stato vietare la distruzione degli embrioni. Comunque, sugli elementi equivoci del testo approvato oggi occorre vedere cosa si può ancora fare”.Fonte: Sir