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CINESI IN EUROPA: MONS. MARCHETTO, MOLTIPLICARE LUOGHI E SERVIZI PER LA PASTORALE COME AI PRATO

Strutture pastorali come quelle della Chiesa di Prato per gli immigrati cinesi “dovrebbero essere presenti in futuro anche in altre comunità”: è l’auspicio formulato dall’arcivescovo Agostino Marchetto, già segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, che interverrà il 19 settembre a Freising (Germania), all’“European Catholic China Colloquium 2010”. L’intervento è stato anticipato oggi alla stampa. Mons. Marchetto affronterà il tema “Cinesi in Europa. Dinamiche e prospettive cattoliche”, facendo prima un lungo excursus sulla posizione della Chiesa contenuta nel documento “Erga Migranti Christi”. Parlerà poi dell’impegno pastorale della diocesi di Prato, in Italia, nei confronti della popolazione cinese residente sul suo territorio (il 45% degli immigrati sono cinesi, circa 20-30.000 persone, impegnate prevalentemente nel settore tessile). “E’ la seconda più grande comunità cinese in Europa, subito dopo Parigi – ricorda mons. Marchetto -. Questa presenza ha fatto nascere una ‘città parallela’ nella zona occidentale della città, con negozi, luoghi di incontri, associazioni etniche, scritte in cinese”. Una presenza “non sempre pacifica”, con “forme nascoste di schiavitù, casi di violenza, anche provocati da attività mafiose”.Per questi motivi, prosegue l’arcivescovo Marchetto, “è stato sviluppato un piano pastorale con centri dove le persone possono confidare i propri problemi, luoghi di incontro, servizi alla persona, una scuola di lingua italiana, spazi per la liturgia e la catechesi”. Un progetto globale, “approvato dalla Conferenza episcopale italiana – precisa – con persone totalmente impegnate nella cura pastorale dei loro fratelli e sorelle cinesi”. C’è anche un prete cinese, un consiglio pastorale cinese, due frati minori francescani e una religiosa, e corsi di catechesi settimanali a diversi livelli. “L’aspetto positivo – sottolinea mons. Marchetto – è vedere una Chiesa che cresce nella misura in cui accoglie, condivide ed elabora una cura pastorale che prende in considerazione le nuove tipologie del territorio e dei suoi abitanti”. “Il modo in cui gli immigrati esprimono la loro fede – conclude – porta entusiasmo anche alla fede della popolazione locale e cambiamenti positivi nella pastorale”.Sir