Italia

CONFERENZA FAMIGLIA; BINDI: DA PRODI FORTE E REALE IMPEGNO; TROVARE SINTESI CON DIRITTI DELLE PERSONE

Da Romano Prodi è venuta “una forte e realistica assunzione di responsabilità verso le famiglie italiane”. Lo ha detto il ministro delle politiche per la famiglia, Rosy Bindi, concludendo la prima Conferenza nazionale della famiglia riferendosi all’intervento del premier. Bindi ha ringraziato Prodi per lo “stile” tenuto che è quello della “concretezza e della responsabilità. Ci ha ispirato fiducia che è quella che giustamente si chiede ad un governo”.Trovare “una sintesi” fra i diritti individuali e i diritti della famiglia, che non sono fra loro in contrasto secondo la Costituzione. Un lavoro che va fatto “senza timidezza” e “senza negare e mortificare, senza imbavagliare ma senza far cadere i limiti”. Lo ha ribadito il ministro Rosy Bindi concludendo la Conferenza nazionale sulla famiglia. Bindi ha osservato che la Costituzione riconosce un “plusvalore alla famiglia” ma se ad una persona “la scelta di vita non le consente di contare sul quel plusvalore, tocca allora alla politica non far mancare quel plusvalore”. Un passaggio che ha accalorato la platea ed ha prodotto un forte applauso. “Non possiamo perseguire con timidezza – ha aggiunto Bindi -la strada dei diritti delle persone con quella delle famiglie. Non vanno alzate barriere ma rimossi gli ostacoli”. Ha quindi ribadito che “nessuno negherà ad un bambino l’accesso ad un asilo se figlio di separati”. Un tavolo per riformare la legge 53, quella sui congedi parentali. Un progetto al quale il ministro Rosy Bindi invita prima di tutti a collaborare la Confindustria. “Anziché affrettarsi a fare cambi moneta fra auto blu e asili nido – ha sottolineato Bindi rivolgendosi alle imprese – sediamoci subito per ridiscutere la legge 53. Lo stato farà la sua parte ma è arrivato il tempo di riformare profondamente i congedi parentali”, che si tenga conto della bassa occupazione femminile, che si faccia una politica per la conciliazione dei tempi del lavoro. Bindi ha ribadito che a volte le imprese non sono amiche della famiglia quando impongono il licenziamento alle lavoratrici che restano incinte. (ANSA).