Italia

Card. Bagnasco a Mcl: «Chiarezza e convinzione sui valori irrinunciabili»

«Da duemila anni – ha affermato il cardinale – la vicinanza alla vita non solo nella sua fase iniziale o al suo termine naturale, ma anche nel ‘durante’ è ampiamente testimoniata, soprattutto quando altre autorità o riferimenti non esistono neppure». «È guardando alla vita umana – ha spiegato – che la famiglia scopre il suo volto e la sua irrinunciabilità, perché salvaguarda e trasmette l’umano dell’umanità, educa nella differenza sessuale e assicura il futuro». La tendenza attuale, invece, è quella a «liquidare» i cosiddetti valori non negoziabili «come un fatto culturale, un fatto storico, e pertanto variabile». «Mi sembra – ha notato a questo proposito il presidente della Cei – che la cultura europea oggi sia sostanzialmente una cultura debole e superficiale: debole perché non ha organizzazione profonda, superficiale perché si limita alla mera e quasi automatica applicazione di alcune categorie che sono diventate dogmi, come la tolleranza e la discriminazione».

Il Cardinale ha pronunciato anche un netto “no” alla “retorica delle differenze”, per cui “qualunque differenza è per se stessa un valore” oppure, all’opposto, “le differenze sono dei disvalori, e quindi bisogna omologare” e ha stigmatizzato la politica del “due pesi e due misure”, auspicando “una riflessione più articolata” su cosa sia veramente “progresso”. “Il progresso – ha affermato contestando presunte posizioni ‘progressisté, magari prese ‘sull’onda populistà o sulla base del ‘consensò – è non essere allineati a determinate cose, non copiare, non giustificarsi dicendo che l’Europa evoluta compie questa strada”.

“Dobbiamo interrogarci se il criterio è corretto e il merito è vero”, ha osservato, e chiederci “perché ridefinire l’alfabeto dell’umano, la famiglia, il lavoro, l’uomo?”. Su temi come “vita, famiglia, convivenze, libertà”, è la tesi del presidente della Cei, “l’Europa sta camminando su una via: da una piccola crepa, che si fa passare per irrilevante, si passa inevitabilmente a un’apertura e a una voragine”. “Se l’Italia fosse l’esempio” di una contro-tendenza, secondo il presidente della Cei, “sarebbe un grande servizio. Ma ci vuole grande convinzione”, ha concluso esortando, sulla scorta del Papa, a “fare tutto il possibile per creare una convinzione che possa tradursi in opzione politica”.