Italia

Caritas: poveri 10% italiani e «dramma sociale» al sud. Raddoppio dal 2007

Le famiglie in povertà assoluta sono 2 milioni e 28 mila, il 7,9% del totale delle famiglie italiane (il 12,6% al Sud). In termini assoluti gli incapienti nel Mezzogiorno sono oltre 3 milioni, praticamente la metà di tutti i poveri della nazione. Ma anche il Centro e il Nord non si salvano: in cinque anni hanno visto raddoppiare il peso dei poveri sul totale della popolazione. È cambiata negli anni anche la tipologia: prima erano gli anziani, le famiglie molto numerose, le famiglie con disoccupati, oggi sono nuclei di giovani, famiglie con uno o due figli, famiglie con il capofamiglia che lavora. L’Italia, denuncia il report Caritas, anziché ridurre di 2 milioni 200 mila unità entro il 2020 il numero di persone a rischio povertà (come chiesto dall’Ue), ha visto raddoppiare il gap rispetto all’Obiettivo europeo: quattro milioni e mezzo.

Quasi la metà degli utenti dei Centri di ascolto della Caritas italiana sono oggi italiani. Secondo uno screening effettuato da gennaio a giugno 2014 in 531 Cda di 85 diocesi (il 38,6% del totale) sono stati 45.819 gli utenti, di cui il 46,5% italiani (l’anno scorso erano il 31,1%). Mentre al Nord e al Centro persiste la maggioranza straniera (64,4% e 62,1%) al Sud la proporzione si inverte: il 72,5% sono italiani. Il 62,7% è in cerca di occupazione. Come fascia d’età prevalgono i giovani adulti tra i 35 e i 44 anni (27,1%) e quella tra i 45-54 (26%). Tra i bisogni, quelli legati a situazioni di povertà economica: più della metà (54,3%) ammette di vivere in uno stato di deprivazione. Seguono poi i problemi occupazionali (45%), abitativi (20,1%). Tra gli italiani il 15,9% vive disagi e vulnerabilità familiari. Tra i servizi forniti dai Centri d’ascolto spiccano l’erogazione di beni e servizi materiali (56,3%), la distribuzione di viveri e di vestiario e i servizi mensa.

Nel 2013 Caritas italiana ha erogato 5 milioni 650 mila euro di richieste di rimborso a 166 Caritas diocesane (il 75,5% del totale) per acquisto alimenti, farmaci, contributi al reddito, buoni lavoro, ecc.

Meno di una famiglia in povertà assoluta su quattro ha beneficiato del bonus mensile del governo Renzi. La denuncia è emersa oggi a Roma durante la presentazione del Flash report di Caritas italiana sul fenomeno della povertà in Italia e in Europa, in occasione della Giornata mondiale della lotta contro la povertà. «Le misure specifiche anti-crisi finora introdotte non hanno generato effetti rilevanti», rileva il report di Caritas italiana: «Il 2015 non sarà, per il nostro Paese, l’anno della svolta», anzi, «il quadro economico è segnato da indicatori ancora più negativi degli anni precedenti». Secondo la Caritas, con la povertà assoluta quasi al 10%, le misure annunciate (il rifinanziamento della social card tradizionale, la prosecuzione delle sperimentazioni previste già dal governo Letta, l’avvio progressivo dell’utilizzo delle risorse del nuovo fondo europeo per gli aiuti alimentari) «non sono in grado di prendere in carico le povertà vecchie e nuove del Paese». Uno dei motivi è il carattere «eccessivamente categoriale» di molti provvedimenti, cioè limitato solo ad alcune fasce di famiglie in condizioni di disagio. La Caritas appoggia comunque il piano nazionale di contrasto alla povertà annunciato dal ministro Poletti, «a patto di rispettare alcune cautele»: dialogo con la comunità civile, trasparenza sulle sperimentazioni, definizione di una road map per qualificare il sistema di protezione sociale sul territorio.