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Carne di cavallo: Coldiretti, controlli anche in Ikea Italia

L’attività di controllo deve però essere accompagnata – sottolinea la Coldiretti – da interventi strutturali come l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti dopo che lo scandalo della carne di cavallo ha evidenziato il grave ritardo della legislazione europea nel garantire trasparenza negli scambi commerciali e nel difendere i consumatori ed i produttori dal rischio di frodi ed inganni. La presenza di carne di cavallo in piatti pronti a base di manzo – continua la Coldiretti – prima della Repubblica Ceca aveva già portato a ritiri di prodotti, volontari o imposti dalle autorità, in Inghilterra, Francia, Germania, Bulgaria, Spagna, Portogallo, Svizzera, Austria, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Belgio, Svezia.

In Italia sono stati prodotti nei macelli 16,5 milioni di chili di carne equina (per la maggioranza di cavallo) nel 2012, ma la Coldiretti stima che appena il 25 per cento derivi da animali nati, allevati e macellati a livello nazionale mentre la stragrande maggioranza viene dall’estero. La produzione nazionale è del tutto insufficiente per soddisfare il fabbisogno interno ed in Italia nel 2012 – sottolinea la Coldiretti – sono stati importati 30 milioni di chili di carne di cavallo senza l’obbligo di indicarne la provenienza in etichetta nella vendita al dettaglio tal quale o come ingrediente nei prodotti trasformati.

Quasi la metà – precisa la Coldiretti – sono arrivati dalla Polonia, ma anche da Francia e Spagna mentre poco più di un milione di chili proviene dalla Romania che sembra essere uno dei principali imputati dell’«horsegate» che sta sconvolgendo l’Europa. Secondo le analisi della Coldiretti gli italiani sono tra i maggiori consumatori di carne di cavallo nel mondo insieme a Francia e Belgio con un quantitativo medio di meno di 1 chilo a testa per un totale di 42,5 milioni di chili.