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Charlie Gard: Scienza & Vita, «tragico simbolo della cultura dello scarto»

Il bambino, osserva l’associazione, «non è terminale, né – a quanto è dato capire – ventilazione, nutrizione e idratazione artificiali sono per lui tanto gravose da consigliarne la sospensione». Perché, allora, «un bimbo gravemente malato, pur avviato a un esito infausto, dovrebbe essere fatto morire in anticipo?». Dietro la decisione di sospendere presidi vitali indispensabili, Scienza & Vita intravede «la cultura dello scarto di cui il caso Charlie è diventato tragico simbolo». Il bimbo «è affetto da una patologia ancora inguaribile, ma dove non si può guarire si può curare»; inoltre, «tentare una terapia sperimentale e incerta negli esiti, ma – a quanto pare – scientificamente fondata, poteva rappresentare un’ultima possibilità per attenuare i sintomi più gravi e rallentare il progredire del quadro verso la morte», ma «neppure questa possibilità è stata concessa al piccolo Charlie». Di qui l’espressione di «profonda e sofferta vicinanza» ai suoi genitori che lo hanno circondato di cure e d’amore lottando per la sua vita, ai quali viene negata «persino la consolazione di farlo morire a casa». «Sentiamo l’esigenza – conclude la nota – di riaffermare con vigore che la vita di ciascun essere umano è un diritto fondamentale ed inviolabile e che ogni intervento medico deve essere orientato alla sua tutela e promozione, nel pieno rispetto della dignità della persona».