Italia

Coldiretti, «corsa alla terra per 30.000 giovani, 61% al Sud. Cambiamento epocale»

«È in atto un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale», ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che «il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per giovani generazioni istruite e con voglia di fare tanto».

Secondo un recente sondaggio Coldiretti/Ixè, nel 57 % dei casi oggi si preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18 %) o fare l’impiegato in banca (18 %). Per sostenere gli aspiranti colleghi imprenditori, i giovani della Coldiretti hanno costituito una speciale task force con tutor, corsi di formazione e consigli per accesso al credito. Fra gli ostacoli maggiori da superare c’è anche il costo elevato della terra visto che – secondo un’analisi Coldiretti su dati Eurostat – quella arabile in Italia è la più cara d’Europa con un prezzo medio di 40.153 euro all’ettaro: si va dai 17.571 euro della Sardegna ai 30.830 euro della Puglia, dai 40.570 euro del Lazio ai 42.656 della Toscana, dai 65.759 della Lombardia ai 68.369 del Veneto fino al record europeo della Liguria con 108mila euro all’ettaro.

Terreni agricoli per un valore di 9,9 miliardi in Italia sono in mano alle amministrazioni pubbliche che hanno addirittura incrementato il valore di queste attività del 31% negli ultimi quindici anni. Si tratta di terre fertili il più delle volte sottoutilizzate. L’affidamento di questi terreni ai giovani agricoltori – propone la Coldiretti – «toglierebbe alla Pubblica amministrazione il compito improprio di coltivare la terra, ma soprattutto avrebbe il vantaggio di rispondere alla domanda delle nuove generazioni, per le quali la mancanza di disponibilità di terreni da coltivare rappresenta il principale ostacolo all’accesso al settore».