Italia

Congresso Acli: Bottalico, è tempo di riformare la nostra organizzazione

Un appuntamento, ha sottolineato Bottalico, che «nell’epoca della politica spettacolo, delle convention fatte per applaudire e non per dibattere», intende invece «rispondere a un’insostituibile esigenza democratica, che si realizza nel segno della capacità di rappresentanza». La riforma «radicale» che il presidente uscente prefigura – e fa seguito all’Assemblea straordinaria dell’associazione, delle associazioni specifiche professionali e dei servizi, svoltasi lo scorso giugno – va nell’ottica di un nuovo rapporto tra centro e periferia: «Non i territori che servono alla sede nazionale ma una sede nazionale che serve ai territori. Regioni, province, circoli oggi soffrono per la mancanza di strumenti, di supporti, di sostegni, di collaborazioni».

«Pensiamo – ha auspicato – a una sede nazionale, agile e disponibile, che guarda costantemente al territorio e che si pone l’obiettivo di non lasciare soli i presidenti regionali, provinciali e di circolo. Occorre una sede nazionale che aiuta a progettare, a pensare, a comunicare, a formare, a integrare e così via: una struttura nazionale che, prima ancora che servire alla sua presidenza, serva ai presidenti», una sede nazionale «che prima di tutto risponde, risponde sempre. Perché le risposte che la sede nazionale saprà dare alle proprie sedi territoriali sono una parte delle risposte che le Acli sapranno dare ai cittadini che ci chiedono sostegno, aiuto, comprensione, accompagnamento».

Il presidente ha poi rilevato la necessità di rivedere «la missione e il modello organizzativo» del Patronato, chiedendo al contempo «al Governo d’impostare in modo chiaro e organico il rapporto con i Patronati e i Caf, per consentire dei margini di programmazione delle attività».

«Un giudizio nel complesso positivo per riforme attese da molto tempo, come quella che riguarda il superamento del bicameralismo perfetto», ma allo stesso tempo il riconoscimento «che permangono problemi di bilanciamento dei poteri, dovuti non alla riforma in quanto tale, bensì alla compresenza di una sola Camera, che esprime la fiducia al Governo, con una legge elettorale fortemente maggioritaria come l’Italicum». Nella sua relazione il presidente nazionale ha espresso un giudizio sulle riforme costituzionali, rinviando «a una più approfondita valutazione dopo il congresso» e al prossimo incontro nazionale di studi, pur riconoscendo che le riforme costituzionali – che verranno sottoposte a referendum popolare il prossimo ottobre – «hanno iniziato ad essere oggetto di una prima valutazione nelle Acli ed in particolare nella Direzione e nel Consiglio nazionale».