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Coronavirus: Osservatorio salute, in Emilia-Romagna e Toscana zero contagi forse a fine maggio

Sono le proiezioni fatte dagli esperti dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, coordinato da Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio e ordinario di Igiene all’Università Cattolica, e da Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio. “In questo momento è quanto mai necessario fornire una valutazione sulla gradualità e l’evoluzione dei contagi, al fine di dare il supporto necessario alle importanti scelte politiche dei prossimi giorni”, dichiara Solipaca. Il nuovo coronavirus Sars CoV-2 ha finora provocato oltre 22.700 decessi in Italia, dove attualmente si contano circa 172.400 contagiati. 

Secondo le proiezioni dell’Osservatorio a uscire per prima dal contagio da Covid-19 sarebbero la Basilicata e l’Umbria, le quali il 17 aprile contavano rispettivamente solo 1 e 8 nuovi casi; le ultime sarebbero le Regioni del Centro-Nord nella quali il contagio è iniziato prima. In Lombardia, in cui si è verificato il primo contagio, non è lecito attendersi l’azzeramento dei nuovi casi prima del 28 giugno, nelle Marche non prima del 27 giugno. Infatti, per entrambe le regioni il trend in diminuzione è particolarmente lento.

La Pa di Bolzano dovrebbe avvicinarsi all’azzeramento dei contagi a partire dal 28 maggio, nonostante il numero di contagi osservati complessivamente è basso in valore assoluto (29 casi il 18 aprile), tuttavia il trend dei nuovi casi sta scendendo con particolare lentezza. In Emilia-Romagna e Toscana non prima della fine di maggio. Nel Lazio dovremmo aspettare almeno il 12 maggio, nel Sud Italia l’azzeramento dei nuovi contagi dovrebbe iniziare ad avvenire tra la fine del mese di aprile e l’inizio di maggio.

“L’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane ha effettuato una analisi con l’obiettivo di individuare, non la data esatta, ma la data prima della quale è poco verosimile attendersi l’azzeramento dei nuovi contagi e si basa sui dati messi a disposizione quotidianamente dalla Protezione civile dal 24 febbraio al 17 aprile”, spiega Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio, presentando le proiezioni fatte dagli esperti sulla fine dell’emergenza Covid-19 nelle diverse regioni italiane.

“I modelli statistici stimati per ogni regione – precisa – sono di tipo regressivo (di natura non lineare) e, quindi, non sono di tipo epidemiologico, pertanto non fondati sull’ammontare della popolazione esposta, di quella suscettibile e sul coefficiente di contagiosità R0, ma approssimano l’andamento dei nuovi casi osservati nel tempo”. Le proiezioni tengono conto dei provvedimenti di lockdown introdotti dai Dpcm. Pertanto, eventuali misure di allentamento del lockdown, con riaperture delle attività e della circolazione di persone che dovessero intervenire a partire da oggi, renderebbero le proiezioni non più verosimili.

Infine, “la precisione delle proiezioni è legata alla corretta rilevazione dei nuovi contagi, è infatti noto che questi possono essere sottostimati a causa dei contagiati asintomatici e del numero di tamponi effettuati”. Più in generale, si legge in un comunicato, le proiezioni “evidenziano che l’epidemia si sta riducendo con estrema lentezza, pertanto questi dati suggeriscono che il passaggio alla così detta ‘fase 2’ dovrebbe avvenire in maniera graduale e con tempi diversi da regione a regione. Una eccessiva anticipazione della fine del lockdown, con molta probabilità, potrebbe riportare indietro le lancette della pandemia e vanificare gli sforzi e i sacrifici sin ora effettuati”.