Italia

Coronavirus, spesa familiare in forte crisi. Cresce il divario tra nord e sud

“Nel 2019, anche se in lieve attenuazione, permangono i divari territoriali che si devono far risalire a un insieme di fattori di natura economica e sociale”. Lo rileva l’Istat nel report sulle spese per i consumi familiari nel 2019, in cui vengono ancora segnalati “ampi divari territoriali”.

I livelli di spesa più elevati, e superiori alla media nazionale, continuano a registrarsi nel Nord-Ovest (2.810 euro), nel Nord-Est (2.790) e nel Centro (2.754 euro); i più bassi, e inferiori alla media nazionale, nelle Isole (2.071 euro) e nel Sud (2.068 euro

Rispetto a Sud e Isole, nel Nord-Ovest si spendono, mediamente, in termini assoluti, circa 740 euro in più, quasi il 36% in più in termini relativi. Nel Sud e nelle Isole, “dove le disponibilità economiche sono generalmente minori”, a pesare sono soprattutto le voci destinate al soddisfacimento dei bisogni primari quali, ad esempio, quelle per alimentari e bevande analcoliche: rispetto alla media nazionale (18,1%), questa quota di spesa pesa il 23,3% nel Sud e il 21,4% nelle Isole mentre si ferma al 15,9% nel Nord-est.

Inoltre, sempre secondo l’Istat, le capacità di spesa e le abitudini di consumo variano a seconda della cittadinanza dei componenti. Nel 2019, il divario tra la spesa delle famiglie composte solamente da italiani (2.615 euro) e quella delle famiglie con almeno uno straniero (1.995 euro) è di 620 euro (il 23,7% in meno), divario che sale a 952 euro (-36,4%) se si considerano le famiglie composte solamente da stranieri. La spesa alimentare assorbe il 20,7% del totale tra le famiglie con stranieri (414 euro mensili), il 17,9%, tra quelle di soli italiani (469 euro) e il 21,8% (363 euro) se in famiglia sono tutti stranieri.

Tornando alle regioni, per l’Istituto statistico, le regioni con spesa media mensile più elevata nel 2019 sono: il Trentino-Alto Adige (2.992 euro), la Lombardia (2.965 euro) e la Toscana (2.922); in particolare, nel Trentino-Alto Adige si registra, rispetto al resto del Paese, la quota di spesa più alta destinata a servizi ricettivi e di ristorazione (6,8%; la media nazionale è 5,1%). Puglia e Calabria sono le regioni con la spesa più contenuta, rispettivamente 1.996 e 1.999 euro mensili, quasi mille euro in meno del Trentino-Alto Adige.

A proposito delle misure di contenimento della diffusione del Covid-19, Istat evidenzia infine che “hanno prodotto un calo di circa il 4% della spesa media mensile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; in particolare, la marcata riduzione dell’offerta e della domanda commerciale al dettaglio ha determinato una flessione delle spese diverse da quelle per prodotti alimentari e per l’abitazione di oltre il 12% rispetto al primo trimestre 2019”.