Italia

Corte costituzionale. Maternità surrogata, offesa intollerabile alla donna

Il giudice chiamato a pronunciarsi sull’impugnazione del riconoscimento del figlio naturale concepito con maternità surrogata è sempre tenuto a valutare comparativamente l’interesse alla verità e l’interesse del minore. E anche in caso di silenzio della legge, vanno valutate «le modalità del concepimento» e «la possibilità per il genitore sociale di stabilire, mediante l’adozione in casi particolari, un legame giuridico che garantisca al minore un’adeguata tutela». Lo afferma una sentenza della Corte costituzionale depositata ieri (la 272/2017), di cui è relatore Giuliano Amato. La sentenza aggiunge a queste considerazioni giuridiche anche un determinante giudizio etico sulla surrogazione di maternità, che «offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane».