Italia

Csi, lo sport che fa crescere da cristiani

Statuto alla mano, si chiama «assemblea ordinaria delle società». In altre parole, è il congresso regionale del Centro sportivo italiano, chiamato dopo quattro anni e qualcosa a rinnovare le cariche toscane dell’ente di promozione sportiva d’ispirazione cattolica. Appuntamento questa domenica, 14 dicembre, allo Spazio Reale di San Donnino, Campi Bisenzio, per un’assemblea che rappresenterà la conclusione del quadriennio aperto da quella di Montepulciano del 2004 e che getterà le basi – organigrammi e programmi – per l’attività regionale da qui e il post-olimpiadi di Londra. Fatto il grande passo, vale a dire l’ingresso a pieno titolo nel Coni, anche il Csi ha del resto adeguato le sue scadenze a quelle dello sport federale. Si procede, insomma, di un «quadriennio olimpico» in un altro.

Hanno diritto di partecipare all’assemblea regionale le 736 società, già affiliate la scorsa stagione, purché tali anche quest’anno. Lavori aperti anche a società di nuova affiliazione, affiliate entro il 29 ottobre scorso. Come detto, l’assemblea eleggerà il presidente e il consiglio regionale, il revisore dei conti e i suoi supplenti e il collegio dei probiviri.

Chi voleva candidarsi, aveva tempo fino al 12 novembre. Prevista, se non addirittura scontata, la rielezione del presidente uscente Pierpaolo Barni, candidato sul quale l’associazione ha già trovato una certa unità nei mesi scorsi. Alla carica di consigliere troviamo invece una rosa più ampia di nomi: Gabriele Baccetti di Firenze, Mario Bruscoli Grosseto, Fabio Cerretani di Siena, Fiorella Cortese di Prato, Paolo Faggioni di Pisa, Giampaolo Lucatti di Siena, Luciano Mannucci di Pisa,  e, sempre dalla città della torre pendente, Enzo Scannifio. Tre i candidati revisori: Ilaria Paoletti (Prato), Franco Strambi (Firenze), Salvatore Lo Giudice (Pisa). Senesi, fiorentini, pisani, pratesi sono infine coloro che si candidato a un posto tra i probiviri.

Ciò detto, l’assemblea rappresenterà un momento di riflessione, tanto sul passato che su un futuro che, fra crisi economica reale e paure indotte, dovrà trovare nello sport una delle chiavi per vivere il momento attuale con maggiore serenità, alla luce dei valori cristiani e della vita associativa.

Intanto, negli ultimi quattro anni, non è mancato un consolidamento, dimostrato dai numeri, a livello regionale. Il Csi, in Toscana, ha vissuto un quadriennio intenso che ha visto l’associazione consolidarsi in quasi tutti gli 11 comitati e arrivare a contare, come detto, 736 società per circa 45mila tesserati, con un aumento di 11mila persone, fra atleti e dirigenti che gravitano oggi nell’orbita Csi.

Presenti, tanto nelle proposte dei singoli comitati provinciali quanto a livello regionale, la maggior parte delle discipline sportive, a cominciare, in termini di partecipazione attiva dei soci, da calcio a 5, a 11 e a 7, ginnastica nelle sue diverse versioni, nuoto, pallavolo, tennis tavolo, judo, karate e atletica leggera. Da un punto di vista organizzativo, l’attività sportiva del Csi si svolge a livello territoriale, di singolo comitato locale o provinciale, per poi assumere i contorni di «fase» regionale e, infine, di finali nazionali. Ottima, in ogni caso, la collaborazione fra territori e città diverse, nel segno di un superamento del lato più banale del campanilismo, ferme restando le sane rivalità fra «cugini toscani». In particolare, merita ricordare la consolidata collaborazione metropolitana tra Firenze, Prato e Pistoia, vale a dire tre vecchi «amici-nemici» del panorama storico e geografico toscano. Del resto, se alcune discipline sono organizzate a livello interprovinciale, altre, come il nuoto e la ginnastica, sono addirittura organizzate attraverso circuiti regionali.Fondamentale l’azione formativa ad ogni livello, sia tecnico che dirigenziale. Ogni anno sono formati nuovi arbitri o giudici di gara, operatori tecnici di disciplina o istruttori di base come allenatori e assistenti tecnici. F.B. Barni: «L’obiettivo è crescere»Più che un quadriennio, sono passati quasi cinque anni. Dall’aprile 2004 a oggi, Pierpaolo Barni ha guidato il Csi regionale fino a un anno nel quale «le assemblee elettive si sono svolte in modo anomalo rispetto al passato». «Prima, cominciavamo con quelle provinciali, si passava per quelle regionali per culminare nell’assemblea nazionale – osserva il presidente uscente e ricandidato – Nel 2008 abbiamo assistito primo all’asemblea nazionale e, in seguito, a quelle di province e regioni, fermo restando che tutti i lavori dovranno concludersi entro il 31 dicembre». Sta di fatto che, a livello nazionale, il Csi ha un nuovo presidente, il milanese Massimo Achini che «nei pochi mesi utili, da giugno a oggi, ha già impresso il suo stile all’associazione, chiamando tutti a uno sforzo supplementare. Consapevole del bisogno di tornare come maggiore incisività sul territorio – continua Pierpaolo Barni – il nuovo presidente ha elaborato un itinerario di incontri che porterà la presidenza nazionale a incontrare le strutture territoriali di tutte le regioni nel giro di pochi mesi. Già lo scorso fine settimana ad Assisi, appuntamento ripristinato dalla nuova presidenza, abbiamo, tutti insieme, riproposto un Csi impegnato verso lo sport giovanile e alla formazione dei suoi dirigenti. C’è poi – conclude Barni – l’ambizioso progetto di crescere del 10% già entro quest’anno, attraverso specifiche politiche d’intervento, come lo sviluppo di gemellaggi tra comitati diversi. Credo che siano proprio queste le prime e importanti discontinuità da un passato recente che ha anche visto, in perfetta buona fede, i vertici associativi tracciare un percorso d’eccellenza troppo distaccato dalla base territoriale e quindi spesso disatteso o impraticato».

Nel frattempo, oltre al presidente nazionale, il Csi può contare su tutti i nuovi presidenti territoriali della Toscana. La regione nel suo complesso, insomma, ha saputo muoversi bene, sul piano sportivo come a livello d’assemblee, anche in un anno effettivamente anomalo.

I rapporti con Coni e mondo cattolicoSegnato dall’ingresso a pieno titolo nel Coni e dal rinnovato slancio nei rapporti con le parrocchie e, più in generale, la Chiesa, l’ultimo quadriennio del Centro sportivo italiano ha di fatto gettato le basi, in termini di relazioni, valori e punti di riferimento, del fare sport di base nel secondo decennio del XXI secolo. In relazione al massimo organismo dello sport italiano, tuttavia, rimangono alcuni punti da rivedere. Secondo Pierpaolo Barni, per esempio, «è innegabile che non si siano ancora sviluppati ulteriori percorsi di consolidamento della presenza degli enti di promozione» e, d’altra parte, in tali organismi, né gli enti «non pare che questi ultimi abbiano portato linfa nuova al mutamento delle relazioni all’interno del mondo sportivo italiano; i rapporti con le federazioni rimangono ancora poco sviluppati e affidati alle iniziative e alla buona volontà, a livello locale, di poche persone». In particolare, secondo il presidente regionale del Csi, «le poche convenzioni in essere non rispettano il ruolo che gli enti hanno nella promozione di ogni disciplina sportiva e manca ancora una pari dignità nei rapporti bilaterali con le federazioni, nei rapporti interni al Coni, nelle proporzionalità destinate alle rappresentanze degli enti stessi».Per quanto riguarda la sua presenza e la sua vocazione, più ampie, a livello regionale «il Csi è attivo all’interno dell’associazionismo cattolico attraverso il Cralt e anche in ultimo con Toscana Impegno Comune, per realizzare insieme percorsi di formazione al Bene Comune o proporre comuni progetti d’azione per i più deboli». Inoltre, sempre a livello regionale, è promotore del registro delle Associazioni di Promozione Sociale dove intende svolgere un’azione mirata verso le categorie sociali più deboli. Infine, attraverso Csi solidarietà, tende a valorizzare il lavoro dei propri volontari anche in rapporto alle relazioni con l’intera cittadinanza e non solo con i propri iscritti. LA SCHEDA715 società 43 mila tesseratiIl congresso regionale arriva per ultimo. Il Csi toscano scopre così d’essere ben rappresentato a livello nazionale, con Daniele Paoletti e Carlo Faraci consiglieri a Roma e con il primo addirittura membro della presidenza italiana. I nomi non sono però tutto. Anzi, sono i numeri a dare il senso di quanta attività svolga l’associazione. Ebbene, in questi quattro anni le società affiliate, in Toscana, sono passate dalle 658 della stagione 2004/05 alle 715 della stagione appena conclusasi, con un incremento che sfiora il 10% e che, stando ai dati parziali di quest’anno, è destinato a superarlo. Nello stesso quadriennio, il numero dei tesserati è passato da 35.207 a 43.613 con un incremento di 8.406 persone. I soci del Csi toscano, visti più nel dettaglio, sono in prevalenza atleti (25.918 uomini e 15.525 donne). Non mancano, naturalmente, i dirigenti di società, vale a dire 1.605 uomini e 565 donne, per una forbice fra maschi e femmine che, a livello dirigenziale, è andata accorciandosi. Alla crescita numerica hanno contribuito, in questi anni, i circoli parrocchiali che, tuttavia, non vanno vissuti come contenitori di numeri (visto e considerato che non sempre chi svolge attività in parrocchia partecipa ai campionati con una squadra o si tessera) bensì come una grande opportunità, per il Csi, per incrementare le proprie attività nel luogo che gli è più congeniale. All’ombra del campanile, appunto, e in particolare accanto ai giovani.

L’attività di base si svolge a livello di comitati territoriali, che in genere coincidono con una provincia, pur non mancando le eccezioni. I comitati toscani sono in ogni caso 11: quelli che fanno capo ai 10 capoluoghi di provincia, più quello di Volterra. Altre zone, per altro ampie, godono di una certa autonomia rispetto al capoluogo provinciale e non bisogna infine dimenticare che proprio un «comitato zonale», quello della Val d’Era, accoglierà fra alcune settimane l’incontro fra i rappresentanti di tutta la Toscana e la presidenza nazionale.