Italia

DICO: GIURISTI CATTOLICI (UGCI), NON COERENTE CON ORDINAMENTO ITALIANO EQUIPARAZIONE CON SCELTA CONIUGALE

“Non è coerente con l’ordinamento italiano alcuna equiparazione fra il fatto della convivenza fra due persone e la scelta coniugale”. È quanto sottolinea l’Unione giuristi cattolici italiani (Ugci), in una nota diffusa oggi sui “cosiddetti Dico”. “L’Unione – si legge nella nota –ritiene di dover esprimere, anzitutto, l’auspicio che la delicata materia del diritto di famiglia sia disciplinata tenendo sempre bene a mente il bene comune della società”. In merito alle scelte normative che sembrano delinearsi i giuristi cattolici sottolineano alcuni punti fondamentali: “Chi sceglie liberamente di convivere, anziché ricorrere all’istituto del matrimonio, sceglie anche di rinunciare agli oneri e ai benefici che lo Stato impone e garantisce ai coniugi; la libertà nelle scelte personali di ciascuno, che certo va garantita, non può essere confusa con la parificazione di situazioni fra loro obiettivamente differenti”. Per quanto riguarda, poi, “la previsione di specifiche forme para-matrimoniali (i c.d. Dico)” e “l’accertamento amministrativo e anagrafico delle convivenze di tipo affettivo”, secondo l’Ugci, “hanno come inaccettabile conseguenza quella di offrire alle relazioni private di convivenza un indebito rilievo pubblico”.

“Creare un istituto para-matrimoniale per disciplinare le convivenze e i rapporti omosessuali, significa – sottolineano i giuristi cattolici – donare a tali rapporti un rilievo pubblico analogo a quello sancito dalla Costituzione; un rilievo che tali rapporti o rifiutano per libera scelta o non possono avere”. L’Ugci riconosce “peraltro che, fra i compiti principali dello Stato, c’è quello di provvedere per tutelare i singoli cittadini a fronte di situazioni di obiettivo svantaggio. In questa prospettiva è certo auspicabile che particolari situazioni di bisogno trovino una efficace risposta da parte delle istituzioni; e tuttavia altre strade, quali il ricorso all’autonomia privata, o singoli e ben individuati interventi delle istituzioni, costituiscono una via migliore e meno problematica”. Ad esempio, si legge nella nota dell’Ugci, “il ricorso a strumenti negoziali con cui due possano disciplinare i loro rapporti, opponibili a terzi, potrebbe essere una soluzione a molti problemi” delle coppie conviventi. Per i giuristi cattolici occorre “praticare altre strade – che non implichino il riconoscimento di un rilievo pubblico – per tutelare, ove effettivamente esistenti e meritevoli, i bisogni dei singoli individui”.Sir