Italia

DISASTRO VIAREGGIO, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO REGIONALE

E’ stata dedicata al disastro di Viareggio la seduta di oggi del Consiglio regionale della Toscana, apertasi con una comunicazione dell’assessore regionale alla Protezione civile Marco Betti. “La Regione si costituisca parte civile, lo dobbiamo alla nostra terra, a Viareggio e alle vittime innocenti”, ha detto Fabrizio Mattei (Pd) apprezzando l’intervento dell’assessore Betti. Mattei ha sottolineato come questa tragedia metta in luce le difficoltà del nostro sistema di trasporto: “C’è qualcosa che non funziona – ha detto – mi stupisco che la manutenzione di strutture così delicate dovesse avvenire solo ogni sei anni e l’alta velocità espone a maggiori rischi.”Marco Montemagni (Pdci) ha evidenziato come il provvidenziale intervento umano del capostazione che ha fermato in tempo due treni passeggeri che stavano raggiungendo la stazione ferroviaria, abbia evitato un disastro ancor più grave. “Basta con i tagli indiscriminati di personale – ha ribadito il consigliere – le Ferrovie stanno licenziando lavoratori delle stazioni per passare ad una totale automazione questo deve essere rivisto”. Inoltre, Montemagni ha chiesto alla Regione di rendere al più presto operativa la Croce Verde, struttura di volontariato di Viareggio che ha subito notevoli danni.Chiarezza e verifica delle responsabilità vengono chieste da Giuseppe Del Carlo (Udc): “Crediamo che niente avvenga per casualità, dobbiamo prendere atto che qualcosa non ha funzionato. Cosa succede nei sei anni, in attesa della manutenzione dei carri? E se il deragliamento avesse coinvolto i 14 vagoni e perché viaggiavano tutti in fila? E i contenitori non dovrebbero avere una doppia camera di sicurezza?” Del Carlo, inoltre, ricorda che a Firenze ha sede l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria ma che non è ancora in funzione.“Quanto è successo a Viareggio è stato un fulmine a ciel sereno? E’ una tragedia inaspettata? Tanti segnali – ha detto Monica Sgherri (Rc) –sono stati dati sul progressivo peggioramento delle ferrovie in Italia e all’estero”. “Credo che la responsabilità non sia solo un fatto individuale ma stia nel sistema ferroviario, carente in sicurezza. Le morti sono inaccettabili, non era un incidente imprevedibile, viviamo in un sistema che privilegia solo gli interventi che producono reddito”.Ringraziando il sistema sanitario regionale che ha dato risposte “immediate e spontanee” e le Regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna per l’invio di aiuti, Fabio Roggiolani (Verdi) – si è rivolto al Consiglio: “Deve chiedere l’attivazione di 1,3 miliardi di euro (nel piano delle ferrovie 2007-2010) per i nuovi carri merci e la riduzione a 30 kmh della velocità nell’attraversamento dei centri abitati”. Il presidente della commissione Sanità si è poi soffermato sulla necessità di assumere i 300 addetti necessari al funzionamento dell’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria.“Il primo segnale che dovrebbe venire da quest’aula è la richiesta delle dimissioni dell’amministratore delle Ferrovie” – chiede Paolo Marini (Pdci) al Consiglio – e poi l’invito a “ragionare su come aumentare il livello di sicurezza, non si può – ha detto – ogni volta che succede una disgrazia, presentarsi sul posto e poi il giorno dopo tutto come prima”.Eduardo Bruno (Pdci) chiede un “Consiglio regionale straordinario e urgente sulla sicurezza delle ferrovie e sull’attraversamento di merci pericolose in Toscana.” “Ci siamo accorti oggi delle rete troppo larga della normativa europea? Sembra che si tratti del 70% di usura, è un dato grave e chi aveva la responsabilità di controllare e perché non l’ha fatto?” Bruno ricorda tre strutture importanti presenti a Firenze: l’Agenzia nazionale che non può operare “perché ha solo 100 addetti su 300”; “la sede di ingegneria ferroviaria che stanno smantellando” e “il binario morto dell’Osmannoro dove è previsto un centro sperimentale”.Cordoglio, apprezzamento per la relazione della Giunta regionale all’aula, ma anche un monito: che accanto alla capacità di intervento e di solidarietà della nostra “macchina dei soccorsi” si pensi anche al prima, alla prevenzione. Così Giancarlo Tei, Ps, che rivolgendosi al governatore Martini ha avanzato una richiesta: dinanzi ad un incidente nazionale, quale è quello di Viareggio, “il governo deve stanziare un fondo straordinario per anticipare le risorse dovute a chi è oggi in mezzo alla strada; in questo senso la Regione può rappresentare una qualche garanzia, assumendosi le dovute responsabilità istituzionali”. Anche Andrea Agresti (An-Pdl) ha espresso «cordoglio e solidarietà alle vittime di questa assurda tragedia che ha responsabilità oggettive e precise». Per il consigliere, secondo il quale la Regione deve costituirsi parte civile, “servono nuove normative che prevedano controlli più serrati rispetto ai sei anni in vigore adesso, nonché mezzi nuovi e provenienti da aree produttive certe”. Agresti ha chiesto che la Regione disponga che il transito di merci pericolose nella nostra regione avvenga nelle nostre stazioni a velocità ridotta, fatta salva la competenza dei tecnici nel dire in quale misura rispetto all’attuale limite di 100 km orari. Il consigliere ha concluso il suo intervento invitando al Giunta, sulla scorta anche di quanto avvenuto ieri, ad attivare “ogni iniziativa di collaborazione con il governo, per dare un segnale forte e positivo di solidarietà e adesione”.Per Bruna Giovannini, Sd, quanto avvenuto chiama cordoglio, vicinanza alla città e un “abbraccio dalla comunità toscana” a quanti, cittadini italiani e persone immigrate si sono trovati uniti nella morte; ma anche un impegno rinnovato “nell’aumentare la sicurezza”. Le istituzioni hanno oggi “l’obbligo di dare una risposta” anche alla luce dei “pensati interrogativi avanzati sulla stampa e di quanto riferito dalla Giunta regionale”: servono “misure di sicurezza sempre più esigenti e scrupolose per tutto il materiale rotabile”. La consigliera, richiamando anche la vicenda del sindacalista, Dante De Angelis, licenziato da Trenitalia per aver denunciato carenze sulla sicurezza, ha citato i dati dei finanziamenti pubblici destinati alle strade e quelli invece al trasporto ferroviario: 70 per cento contro 15 per cento. “Le risorse devono essere maggiori; e non dimentichiamo che soltanto la presenza del presidio notturno alla stazione di Viareggio ha potuto fermare in tempo i treni che stavano sopraggiungendo sul luogo del disastro, evitando danni enormemente maggiori; quel presidio che altre stazioni hanno perduto da tempo”. Quindi, “dobbiamo cercare soluzioni, perché altrimenti rischiamo di essere strabici: diamo risorse a chi perde il lavoro e non lo pretendiamo là dove serve”.Da Marco Carraresi, Udc, la precisazione di quanto saranno complicati anche per la magistratura gli accertamenti in merito alle responsabilità per i fatti accaduti, visto il sistema di certificazione, proprietà e controllo (anche all’estero) degli stessi mezzi che circolano sulle reti ferroviarie italiane. D’altra parte, i tre incidenti che ultimamente si sono succeduti in Toscana devono far riflettere sull’utilizzo della rete ferroviaria da parte di soggetti nei confronti dei quali il controllo di rischio non è sufficiente, e chiamano in causa anche responsabilità nazionali e locali. “Una volta le ferrovie italiane erano tra le più sicure al mondo, oggi non è più cosi”, per via delle esternalizzazioni, dell’aziendalizzazione, del ruolo pubblico sempre più marginale. La Toscana e Firenze, poi, un tempo polo di rilievo europeo nella progettazione, manutenzione, programmazione e nel controllo, ne sono “diventate “le cenerentole”. Il consigliere, cintando, tra le altre, la vicenda delle Officine di riparazione di Porta a Prato e quella dell’Agenzia nazionale per la Sicurezza delle ferrovie prevista a Firenze, ha affermato che “anche in Toscana serve cambiare strada: l’aziendalizzazione esasperata ha condotto a una perdita di qualità, efficienza e sicurezza”. Sotto accusa ci sono anche le scelte aziendali da un gruppo dirigente “che è rimasto lo stesso sotto ogni governo”.Il presidente della Giunta, Claudio Martini, ha auspicato un documento unitario a parte dell’assemblea nel quale far confluire molte delle osservazioni emerse e condivise nel corso del dibattito d’aula. Tra queste, il presidente ha confermato che la Regione Toscana potrebbe costituirsi parte civile nella vicenda dell’incidente alla stazione di Viareggio. “E’ un punto avanzato da tutti gli schieramenti – ha detto – che mi sento di riprendere, anche per una partecipazione attiva della Toscana alla fase dibattimentale che ci sarà molto probabilmente”. Martini ha poi richiamato la necessità di finanziamenti adeguati “sia per le famiglie che per la città” per i danni subiti, e recepito la proposta di abbassare, attraverso un provvedimento regionale, la velocità di passaggio dei convogli nelle stazioni cittadine: ma – ha chiarito – occorre valutare giuridicamente se la Regione ne abbia la potestà. Quanto alla questione delle regole, delle certificazioni e dei controlli, “Questa, purtroppo non e’ una vicenda italiana ma europea; di italiano ci sono solo la motrice del treno e il ferro su cui viaggiavano le cisterne. Tutto il resto e’ cosa europea, che appartiene a una vasta liberalizzazione delle merci e dei commerci che c’è stata in questi anni”. “Il vero problema – ha aggiunto Martini – e’ che in questo sistema il controllo si disperde in mille sedi. Chi controlla chi, come e dove in un sistema sempre più vasto?”. Il presidente ha concluso il suo intervento assicurando che queste questioni saranno al centro delle prossime riunioni della Giunta che manterrà i rapporti avviati con il governo, il Comune di Viareggio e la Provincia. (Cam)