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DON MILANI: GESUALDI, NE’ DI DESTRA NE’ DI SINISTRA MA SOLO PRETE

Don Lorenzo Milani non si può tirare per la tonaca né a destra né a sinistra. Parola di Michele Gesualdi, tra i primissimi allievi del priore e oggi presidente della Fondazione intitolata al sacerdote di cui domani ricorre il 40/o della morte. Domattina a Barbiana sarà il cardinale arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli a celebrare la messa di suffragio. Gesualdi non vuole santo don Lorenzo perché “era ed è un maestro fino a quando insegna e provoca, mentre con l’aureola sarebbe ridotto a santino”, e non gli piace neppure che venga “tirato” per la tonaca a destra e sinistra, “perché era un prete del Dio di Abramo, della Chiesa di Pietro”. Così Gesualdi respinge ogni etichetta e alla Chiesa ufficiale chiede solo di rivedere il giudizio del Sant’Uffizio su ‘Esperienze Pastorali’, il libro fatto ritirare dal commercio perché giudicato “inopportuno”. “Non lo chiediamo per lui, don Lorenzo è ormai in Paradiso e fa le capriole con gli angeli”, dice Gesualdi, “ma per le persone che gli vollero bene, a Calenzano come a Barbiana: per loro sarebbe giusto che la Chiesa ritirasse quel provvedimento”. Del resto “Esperienze pastorali”, anche se giudicato “inopportuno” dal Vaticano, è sempre stato letto, quarant’anni fa come oggi. Un’ulteriore conferma di ciò è arrivata in questi giorni allo stesso Gesualdi da una suora che, agli inizi degli anni sessanta, giovane novizia, “si era fatta portare una pila dalla madre e leggeva il libro di nascosto, la notte, sotto le lenzuola”, perché “voleva sapere che cosa c’era di inopportuno”.

Sabato scorso a Barbiana è salito il candidato a leader del Pd Walter Veltroni, in compagnia di Dario Franceschini: altri due politici venuti a vedere cosa è rimasto di Barbiana anche se per Veltroni non era la prima volta. E Barbiana è la stessa di 40 anni fa: “La Fondazione è nata proprio per difendere questo luogo, per evitare che si trasformi in un ‘mercato’ con santini e ricordi”, aggiunge Gesualdi, spiegando che questo era il primo progetto della Fondazione, nata tre anni fa dopo un periodo di lunga gestazione, e dove è già stato creato un percorso ‘didattico’. La stessa Fondazione, ha pubblicato tre volumi con scritti, anche inediti, di don Lorenzo, “perché troppi parlano e scrivono di lui che invece va conosciuto attraverso le sue parole”. Tra i prossimi progetti c’é la creazione di un centro di documentazione che abbia sede a Firenze, “tra Calenzano e Barbiana, perché don Lorenzo era fiorentino”, mentre è già in fase di realizzazione l’obiettivo di andare a scoprire le ‘Barbiane nel mondo”, che sono le periferie delle grandi città, i Paesi poveri, le città dove vivono professoresse come la protagonista di ‘Lettera ad una professoressa’, aggiunge Gesualdi. A ottobre partiranno due corsi di recupero per ragazzi emarginati a Scutari, in Albania. “Stiamo già lavorando – spiega Gesualdi – anche con il Brasile, ma non si tratta di trasferire il metodo di Barbiana quanto l’idea che ne era alla base”. Un’idea che può essere portata avanti anche da altri, aggiunge Gesualdi che non vuole far polemica con altre associazioni che portano avanti le idee di don Lorenzo. “Se vogliamo – conclude – don Lorenzo aveva un difetto: faceva sentire unica ciascuna persona che incontrava”. (ANSA).

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