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DOPING: IN TOSCANA PRIMO LABORATORIO REGIONALE

Basta col doping tra i giovani sportivi e gli amatori. Se i grandi nomi dello sport continueranno a essere controllati dal laboratorio del Coni all’Acquacetosa, la Toscana farà la sua parte per quanto riguarda i più giovani, i dilettanti e gli amatori che saranno monitorati dal primo laboratorio antidoping regionale che si occuperà, tra l’altro, anche di screening al di là delle competizioni. L’iniziativa, che applica per la prima volta una legge nazionale che prevede la creazione di laboratori specifici in ogni regione, arriva con una proposta di deliberazione della commissione sanità del Consiglio regionale toscano. Il laboratorio individuato è quello di igiene pubblica del territorio della Asl di Firenze, diretto da Paolo Bavazzano. “Questo laboratorio – ha spiegato Fabio Roggiolani (Verdi), presidente della commissione sanità – è già operativo ma al momento, senza accreditamenti, non può elevare sanzioni penali o sportive”. L’obiettivo della delibera è duplice: da un lato creare un centro antidoping regionale che possa controllare le gare dilettantistiche, giovanili e amatoriali toscane; dall’altro effettuare screening in tutti i centri sportivi, palestre o campi di calcetto. “Finora – ha sottolineato Roggiolani – i controlli sul doping avvenivano durante le gare per stabilire la loro regolarità. Vogliamo spostare il problema sul tema della salubrità sportiva e sul lato della salute. Con le risorse messe a disposizione dallo Stato, che sono ingenti, potremo davvero incidere in maniera significativa nella fase della prevenzione e dell’educazione. Anche – ha precisato – nell’uso eccessivo di sostanze come gli integratori, alla cui pubblicità bisogna mettere un freno”. La proposta di delibera è arrivata alla fase di consultazioni. Il voto in commissione dovrebbe arrivare dopo Pasqua e l’ultimo passaggio sarà l’approvazione in Consiglio regionale. “E’ ora di mettere fine – ha aggiunto Roggiolani – al vero e proprio far west che colpisce soprattutto i giovani e gli amatori. Con il solo laboratorio del Coni la stragrande maggioranza dello sport rimane senza copertura e i rischi, per i giovani, non sono certo limitati al mondo del professionismo”. (ANSA).