Italia

DOSSIER CARITAS-MIGRANTES: 4 MILIONI GLI IMMIGRATI REGOLARI IN ITALIA

Sono 3.987.112 gli immigrati regolari in Italia, pari al 6,7% della popolazione, leggermente al di sopra delle media europea che è stata del 6% nel 2006. La prima collettività, raddoppiata in due anni, è quella romena (625mila residenti ma se ne stimano un milione) seguita da quella albanese (402mila) e marocchina (366mila). Sono alcuni dei dati che emergono dalla XVIII edizione del Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes, presentato oggi a Roma e in diverse città italiane. Più della metà è residente in Italia da oltre 5 anni. La maggiore presenza, con oltre duemilioni di presenze, si registra nel Nord Italia. Nel periodo 2005-2007 sono state presentate circa 1 milione e 500.000 domande di assunzione di lavoratori stranieri da parte delle aziende e delle famiglie italiane: 251.000 nel 2005, 520.000 nel 2006 e 741.000 nel 2007. I flussi registrati – spiegano i redattori del Dossier – nell’ultimo decennio sono tra “i più alti nella storia d’Italia, paragonabili – se non superiori – al consistente esodo verso l’estero degli italiani nel secondo dopoguerra. In fenomeni così vasti e dal ritmo così serrato si annidano anche gli abusi, ma questo non deve far dimenticare che l’immigrazione è sostanzialmente di segno positivo e concorre fortemente a porre rimedio alle lacune del nostro paese”.

Secondo i dati che emergono dalla XVIII edizione del Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes, presentato oggi, nel 2007 si può ipotizzare, la presenza di almeno mezzo milione di persone già insediate in Italia e inserite nel mercato del lavoro nero (e a volte sprovviste di permesso di soggiorno) “il che solleva la necessità di una più efficace gestione del mercato occupazionale. A regolamentare i flussi in entrata non potranno essere – spiegano i due enti ecclesiali – i Centri di identificazione e di espulsione e gli interventi repressivi, ma si richiede il supporto di interventi più organici”. I curatori del volume evidenziano che tra gli immigrati, è “enormemente” diffuso il mercato del lavoro nero, non solo presso le famiglie ma anche nelle aziende, con “una ampiezza sconosciuta negli altri paesi industrializzati”. La massima concentrazione di lavoratori immigrati, pari ai due terzi del totale, si rileva nel Nord. A Brescia è nato all’estero 1 lavoratore ogni 5 occupati; a Mantova, Lodi e Bergamo 1 su 6; a Milano 1 su 7; sempre a Brescia è nato all’estero 1 assunto ogni 3 e a Milano 1 ogni 4, mentre in tutta la Lombardia i nuovi assunti quasi per la metà (45,6%) sono nati all’estero.

Sono 165.114 gli immigrati titolari di una impresa, per lo più a carattere artigiana. Nell’85% dei casi sono aziende costituite dal 2000 in poi e sono concentrate soprattutto nell’edilizia (39,1%) e nel commercio (35,0). Secondo il dossier statistico immigrazione presentato oggi da Caritas e Migrantes, gli immigrati residenti in Italia sono una popolazione giovane: l’80% ha meno di 45 anni. Nel 2007 sono nati nel nostro Paese 64mila bambini da entrambi i genitori stranieri. In totale i minori sono767.060 dei quali 457345 nati in Italia e “straneri solo giuridicamente”. Il tasso di fecondità delle donne straniere è in grado di assicurare il ricambio della popolazione (2,51 figli per donna), a differenza di quanto avviene tra  le italiane (1,26 figli in media). Nel 2006 il 10% dei matrimoni celebrati in Italia ha riguardato coppie miste. Secondo i dati presentati oggi il 10% degli immigrati sono proprietari di case: nel 2007 hanno acquistato 120mila immobili. Essi parlano più di 150 lingue, fonte di cultura e anche di scambi commerciali mentre sono 146 le testate in lingua, tra giornali e testate radiotelevisive, con circa 800 operatori.

La logica dei numeri – si legge ancora – “esige un cambiamento di mentalità, ma anche politiche realistiche ed efficaci”. Lo scrivono mons. Vittorio Nozza, mons. Piergiorgio Saviola e mons. Guerino Di Tora, rispettivamente direttori di Caritas Italiana, Fondazione Migrantes e Caritas diocesana di Roma nell’introduzione al volume di 512 pagine che contiene il dossier statistico sull’immigrazione. L’immigrazione – su legge ancora – “non è un aspetto marginale della nostra società: restiamo spesso perplessi nel constatare che si possa pensare al fenomeno migratorio come ad una presenza accessoria”. Espressioni del tipo “tolleranza zero” sono “più che abusate nel nostro paese in cui l’inerzia dell’azione politica ha creato pericolose derive sociali”. Per Nozza, Saviola e Di Tora sarebbe “preferibile” parlare di “legalità, di impegno rigoroso per fare osservare le leggi e di senso di giustizia solidarietà nella loro formulazione”. Il “pacchetto sicurezza” – scrivono ancora – non esaurisce le politiche migratorie e neppure ne è la parte rilevante. Vi sono aspetti importanti relativi al lavoro e all’integrazione sui quali da tempo segniamo il passo, ripetendo impostazioni inconcludenti”. E’ nell’ambito delle politiche di integrazione “il banco di prova” per un paese chiamato ad affrontare il tema delle migrazioni”

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