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Decreto Genova: Cantone (Anac) «assenti riferimenti specifici a norme antimafia. Far partire i lavori velocemente»

Relativamente al Decreto Genova, Cantone ha ricordato che «ho indicato al Parlamento quando sono stato audito quali ritengo essere i problemi, poi sarà compito di Governo e Parlamento verificare se ritiene quei problemi rilevanti e come intervenire». «I nodi – ha spiegato il presidente dell’Anac – credo siano due: prima di tutto il quadro delle regole complesso, soprattutto la presenza in materia di appalti delle regole europee che non sono semplicissime da applicare, ma almeno ci sono; e poi l’assenza di riferimenti specifici alle norme antimafia».

Sul testo del Decreto, «non spetta a me dare giudizi, men che meno fare proposte», ha chiarito Cantone. «Governo e Parlamento possono fare quello che ritengono e faranno le loro valutazioni. Ne ho parlato al Parlamento, ne ho parlato personalmente col ministro Salvini e col presidente del Consiglio, ho espresso le mie perplessità che vanno nella logica collaborativa, cioè proviamo davvero a far partire il più possibile velocemente i lavori e soprattutto a farli partire senza che si verifichino intoppi successivi». Infatti, se «è nell’interesse di tutti fare in fretta e bene», il presidente dell’Anac ha ribadito che «nell’ambito di rapporti istituzionali è corretto che le eventualità criticità vengano evidenziate prima e non dopo. Il nostro obiettivo, essendo un’Autorità di prevenzione, è proprio quello di provare ad intervenire prima piuttosto che dopo».