Italia

Distrutta Haiti, la solidarietà della Toscana

Morte e distruzione ad Haiti, il Paese più povero delle Americhe, dove il 12 gennaio la terra ha tremato 4 volte, con un terremoto del 7° grado della scala Richter che ha colpito la zona meridionale della capitale Port-au-Prince. Sbriciolati migliaia di edifici, il palazzo presidenziale, quello dell’Onu, alcuni ospedali, danneggiata la cattedrale. Si temono oltre 100 mila morti, convolto nel sisma un terzo della popolazione, ma è ancora impossibile una stima, viste le difficoltà nelle comunicazioni e nell’organizzazione degli aiuti. Benedetto XVI, al termine dell’udienza generale del 13 gennaio, ha lanciato un appello alla “solidarietà” e al “sostegno” della comunità internazionale in favore della “drammatica situazione in cui si trova Haiti” (leggi notizia). Il Papa ha assicurato che la Chiesa cattolica “non mancherà di attivarsi immediatamente tramite le sue Istituzioni caritative per venire incontro ai bisogni più immediati della popolazione”. Ad Haiti vivono circa 9 milioni di abitanti (oltre la metà guadagna meno di 1 dollaro al giorno), di cui 2,3 milioni nella capitale. Nonostante le esportazioni di zucchero, caffè, banane e mango, è uno dei Paesi più poveri e arretrati del mondo. La disoccupazione colpisce oltre il 60% della popolazione. È spesso al centro del passaggio di uragani che provocano centinaia o migliaia di morti. Ecco come si stanno organizzando i primi soccorsi.COLLETTA NAZIONALE IN TUTTE LE CHIESE DOMENICA 24 GENNAIOLa solidarietà della Toscana. Un C130 messo a disposizione dalla 46ª brigata aerea di Pisa con a bordo venti volontari volontari del Gruppo di chirurgia d’urgenza (Gcu) di Pisa, guidato dal professor Giuseppe Evangelista è partito giovedì mattina per Haiti. L’arrivo a Port-au-Prince è previsto dopo 36-48 ore, dopo scali tecnici a Gran Canaria, Capo Verde e a Guadalupe. A bordo del C-130, spiegano all’Aeronautica, circa 11 mila chili di materiali: cinque tende pneumatiche, una sala operatoria, apparecchiature medico-strumentali, scorte di medicinali ed acqua potabile. Il team medico è composto al momento solo da due chirurghi e due assistenti sanitari. L’aereo, con quattro militari di equipaggio, è infatti completamente stipato di materiale e per questo non è stato possibile al momento imbarcare più personale, che partirà successivamente con un altro velivolo. Lo staff completo comprende due chirurghi generali e d’urgenza, due anestesisti, un pediatra, due medici di Pronto Soccorso, due medici di Medicina d’urgenza, 10 infermieri e un tecnico di logistica. Anche le Misericordie toscane sono già pronte per portare il loro aiuto (leggi notizia) e hanno aperto una sottoscrizione. Stessa disponibilità è stata offerta da Anpas Toscana. «Le Pubbliche Assistenze – ha detto il responsabile della protezione civile di Anpas Toscana, Sandro Moni – sono allertate. Abbiamo dato la disponibilità a intervenire con la Regione, in caso di partenza della colonna Toscana, e sotto il coordinamento delle Istituzioni». Intanto l’Anpas ha aperto una sottoscrizione: il conto corrente è il numero 1000 aperto presso l’agenzia 26 della Cassa di Risparmio di Firenze – IBAN IT86V0616002826000001000C00

Caritas, team di soccorso in partenza. Una squadra di soccorso con una decina di esperti di Caritas internationalis è in partenza verso Haiti per sostenere gli operatori di Caritas Haiti (con i quali non è stato ancora possibile nessun contatto) ed alcuni operatori di Caritas europee e statunitensi già presenti in loco. Il team di esperti è guidato dal direttore umanitario di Caritas internationalis, Alistair Dutton: “Il personale di Caritas Haiti – spiega Dutton – è in grado di fornire un sostegno ai sopravvissuti del terremoto, come cibo, alloggio e assistenza attraverso la rete delle chiese e delle parrocchie”. “Tra le nostre priorità – aggiunge – ci sarà la stima dei danni e delle nostre capacità in loco per fornire aiuti ai sopravvissuti. La Caritas gestisce oltre 200 ospedali e centri medici ad Haiti. Sa come rispondere alle catastrofi umanitarie a causa dei frequenti uragani”. Nonostante le difficoltà nelle comunicazioni Dutton conferma “un quadro di disperate necessità. I conflitti, le recenti calamità naturali e la povertà hanno lasciato gli haitiani con infrastrutture deboli. Lavorare in questa situazione sarà difficile”. La presidenza della Conferenza episcopale italiana ha già destinato 2 milioni di euro per i primi aiuti (leggi notizia)

“Un’enorme catastrofe”: così Caritas italiana descrive il violentissimo sisma che ha colpito Haiti, lanciando un appello alla solidarietà e mettendo a disposizione 100 mila euro per i bisogni immediati. Alcuni centri Caritas, tra cui la sede del Catholic relief services e un centro per ragazzi di strada, risultano lesionati. “Temiamo che le conseguenze del terremoto siano impressionanti, con grandi difficoltà per organizzare i soccorsi. Potrebbero essere state colpite anche realtà che normalmente portano aiuti”, racconta al SIR Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale di Caritas italiana, che è stato ad Haiti un anno fa. “Potrebbero esserci vittime anche tra i cattolici – dice –. Se ben ricordo, le abitazioni non erano costruite con accorgimenti antisismici, perché la zona dei Caraibi non era mai stata colpita da terremoti così forti. Haiti è un Paese di una povertà impressionante: i telefoni funzionavano già male, le strade erano già impraticabili. Sarà molto difficile organizzare gli aiuti”. Il Paese è diviso in due arcidiocesi, Cap-Haitien e Port-au-Prince, e otto diocesi. Sembra che le diocesi a nord e a sud del Paese non siano state colpite in modo grave e possono accogliere gli sfollati, oltre che fare da base per lo stoccaggio degli aiuti. Anche le strutture Caritas nella confinante Repubblica Dominicana possono essere messe a disposizione. La Caritas di Haiti, nata nel 1975, è impegnata nei settori di base come l’alimentazione, la salute, l’educazione e l’abitazione, lo sviluppo integrale e si è sempre attivata in ogni emergenza. La Caritas italiana da anni sostiene la Chiesa locale. Le offerte possono essere inviate con c/c postale n. 347013 specificando nella causale: “Emergenza terremoto Haiti” o tramite altri canali (info: www.caritasitaliana.it). E’ possibile rivolgersi anche a tutte le Caritas diocesane. Anche le Misericordie hanno messo a disposizione un conto corrente (leggi notizia)

Ospedali distrutti. “Abbiamo urgente bisogno di aiuto. I nostri due ospedali sono stati distrutti dal terremoto”: è l’appello da Port-au-Prince di padre Rick Frechette, missionario americano passionista, molto conosciuto negli Stati Uniti per il suo impegno umanitario a fianco dei minori poveri e abbandonati di Haiti. Padre Frechette ha costruito gli ospedali grazie al coinvolgimento della Fondazione Francesca Rava, un’organizzazione non governativa italiana. Padre Rick è conosciuto come il “missionario maratoneta” per la sua passione per la maratona. Lavora come chirurgo in un ospedale pediatrico di Port-au-Prince. Nella capitale anche le equipe di Medici senza frontiere hanno constatato danni significativi alle proprie strutture mediche, dove pazienti e operatori sanitari sono rimasti feriti e dove stanno giungendo i feriti. Altri operatori umanitari sono già in viaggio per rafforzare lo staff presente sul posto.

Dal mondo ecumenico. Cordoglio e solidarietà alla popolazione di Haiti sono stati espressi anche dal Consiglio mondiale delle Chiese. Il segretario generale Olav Fykse Tveit si è appellato alle 349 Chiese affinché si mobilitino in tutti il mondo per dare “un sostegno immediato alle iniziative di aiuto”. Attivata immediatamente l’Act (Action by Churches together), organismo internazionale che opera a sostegno delle popolazioni colpite da emergenze, che da Ginevra sta coordinando gli aiuti.Gli aiuti di Cor Unum. Il Pontificio Consiglio Cor Unum, in diretto contatto con Catholic Relief Services (Crs), la Caritas nazionale degli Stati Uniti, ha chiesto all’organismo di coordinare gli sforzi di assistenza delle agenzie umanitarie cattoliche ad Haiti. Crs ha già più di 300 operatori presenti da tempo ad Haiti, oltre ad esperienza, capacità e risorse. “La Chiesa cattolica — aveva detto mercoledì il Papa al termine dell’Angelus— non mancherà di attivarsi immediatamente tramite le sue istituzioni caritative per venire incontro ai bisogni più immediati della popolazione”. Come in passato per altre tragedie di questo tipo, i cattolici si sono resi immediatamente disponibili con tutta la loro rete di assistenza.  Monfortani: morti 9 seminaristi, un sacerdote disperso. “E’ l’ora delle lacrime, dappertutto è desolazione, e i Monfortani non sono risparmiati” scrive p. Maurice, SMM, da Haiti, dove i Monfortani (Compagnia di Maria) sono presenti dal 1871 con una dozzina di comunità in cui operano circa 50 sacerdoti religiosi. A loro si aggiungono una ventina di studenti nelle varie tappe del loro cammino formativo. Secondo le informazioni inviate all’Agenzia Fides da p. Alfio, della Segreteria provinciale dei Missionari Monfortani, 9 seminaristi sono morti e si teme per la sorte di un sacerdote, Padre Jean Baptiste, che manca all’appello. Probabilmente è rimasto schiacciato dai blocchi di cemento precipitati al suolo dai piani della casa d’accoglienza di Baussan, crollata sul parcheggio a pianterreno nel momento in cui il sacerdote cercava di uscire precipitosamente dalla casa. I 9 seminaristi, 8 teologi più un altro seminarista ritornato recentemente dal Perù, stavano partecipando ad una conferenza al Cifor (Istituto di studi per i religiosi e le religiose), quando l’immobile è crollato sul pulmino che occupavano mentre si apprestavano a lasciare il luogo: sono rimasti schiacciati dalle lastre di cemento, è stato impossibile intervenire.Nel 1871 i primi religiosi della Compagnia di Maria, dopo aver lasciato la Francia, sono sbarcati in Haiti. Hanno fondato la missione, dirigendo nello stesso tempo a Pontchâteau, in Francia, un seminario per la formazione dei sacerdoti haitiani. Oggi ci sono circa 50 Monfortani haitiani aiutati nel loro apostolato in Haiti da alcuni missionari di Francia e Canada. Si occupano di alcune parrocchie della diocesi di Port-de-Paix nel nord-ovest del paese, ma sono presenti anche nelle diocesi di Port-au-Prince e Gonaives e in una missione alle Bahamas e una nelle Antille Francesi. Oltre al ministero parrocchiale, i religiosi della Provincia dirigono diverse iniziative destinate soprattutto all’aiuto dei più poveri. Un religioso della Provincia lavora anche a Nassau nelle Bahamas, in un Centro di orientazione per i numerosi rifugiati haitiani che vivono in queste isole. (Agenzia Fides))Figlie della Sapienza: 3 suore morte, altre 3 sono sotto le macerie. Tre suore della Congregazione delle Figlie della Sapienza, della famiglia Monfortana, sono decedute nella casa di accoglienza a Carrefour, crollata per il terremoto: sono suor Marie-Flore de St Cyrille, suor Marguerite du Calvaire e suor Christine-Marie de Montfort (francese, in missione da più di 40 anni). Le tre suore sono state sepolte ieri, 15 gennaio. Altre 3 suore sono ancora sotto le macerie della stessa casa e ci sono poche possibilità di trovarle ancora in vita.  (Agenzia Fides)Redentoristi: la chiesa di San Gerardo ridotta in macerie, gli studenti dormono in giardino. Padre Joseph P. Dorcey, C.Ss.R., Segretario generale della Congregazione dei Redentoristi, ha inviato all’Agenzia Fides un rapporto sulla situazione dei confratelli presenti nel paese colpito dal terremoto, secondo le informazioni fornite da P. Mario Boies, C.Ss.R., Superiore Provinciale della Provincia di Sainte-Anne de Beaupré (Quebec, Canada), di cui Haiti è una Regione. Queste le informazioni: “Nessun Redentorista è morto per il terremoto. Sono tutti vivi. Un Redentorista è rimasto lievemente ferito. Un Redentorista ha perso la madre e la sorella (forse ci sono altre vittime tra i familiari). La chiesa di S. Gerardo di Port-au-Prince è ridotta in macerie. La parte nuova della casa degli studenti è stata distrutta e gli studenti ora vivono in giardino. Dovremmo ora pensare ai fondi. La ricostruzione costerà circa 2 milioni di dollari (Questa è una stima molto prudente).” Questi dati sono stati confermati anche da Padre Adonai Jean Juste, Superiore regionale poco dopo. I Redentoristi ad Haiti hanno una casa principale: casa e chiesa di San Gerardo fondata nel 1929. Sono ad Haiti, ufficialmente come regione missionaria di Port au Prince, dall’ 11 settembre 1984 e hanno 41 membri (al 14 dicembre 2008). I membri sono ripartiti in 6 case di cui 5 ad Haiti ed 1 a Guadalupe, nell’Isola Maria Galante. La casa madre è a Port au Prince, alla casa di San Gerardo attiguo alla parrocchia di San Gerardo che serve una numerosa popolazione di gente modesta di circa 100.000 abitanti. La casa di San Clemente accoglie lo studentato con 13 studenti di filosofia e 5 di teologia. (Agenzia Fides)Salesiani: “sono vivo per miracolo” afferma un missionario salesiano italiano, mentre 200 studenti sono da considerare morti.  “Sono vivo per miracolo” scrive don Attilio Stra, salesiano italiano, missionario ad Haiti, in una e-mail con alcuni aggiornamenti. Don Stra ha confermato la distruzione dell’opera “San Giovanni Bosco” di Port-au-Prince Enam e dell’Opera delle piccole scuole di Padre Bonhem (OPEPB), affidate ai Salesiani. Gli oltre 200 allievi, scrive don Stra, sono da considerarsi morti insieme ad alcuni adulti del personale laico. Il salesiano conclude la sua e-mail chiedendo un ricordo nella preghiera per le vittime di questa catastrofe. È anche giunta la notizia che nella giornata di ieri, 15 gennaio, sono stati celebrati i funerali dei due studenti postnovizi di filosofia, Atsime Wilfrid e Vibrun Valsaint, morti nel crollo dell’Istituto “San Francesco di Sales” a Fleuriot-Tabarre, Port-au-Prince. Don Olibrice Zucchi, salesiano della comunità di Port-au-Prince Droullard, è riuscito a mettersi in salvo gettandosi dalla finestra della stanza a pian terreno in cui stava lavorando. Una segretaria che lavorava in un ambiente limitrofo è rimasta invece sotto le macerie.Don Calixte Iguintz, della comunità di Gonaives, Economo dell’Ispettoria delle Antille, il signor Alberto Rodriguez, Economo provinciale, e il direttore dell’Ufficio per lo sviluppo in Haiti, il signor Franklin Ortega, sono riusciti a procurare 3 telefoni satellitari con il caricabatterie solare per cercare di stabilire un ponte comunicativo in grado di supportare l’organizzazione logistica dei soccorsi salesiani. Tali strumenti dovrebbero essere operativi dal 19 gennaio prossimo con le dovute autorizzazioni governative. La Procura missionaria salesiana di New Rochelle ha fatto già partire un container di riso il cui arrivo è previsto per lunedì 18 gennaio. (Agenzia Fides)Le Figlie di Maria Ausiliatrice impegnate sul campo per l’emergenza terremoto.  A Port-au-Prince le Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) sono distribuite in 6 comunità. Oltre alla sede della casa ispettoriale, che a quanto riferiscono a Fides non ha subito danni di rilievo, ci sono altre case FMA che hanno invece avuto numerosi danni. Una giovane suora è rimasta ferita e si trova ora in ospedale. Nelle opere delle FMA ci sono scuole, internati, orfanotrofi, centri promozionali, accoglienza per i bambini di strada, centri di alfabetizzazione e formazione professionale, oratori e centri giovanili. Realtà che accolgono un gran numero di giovani, bambine e bambini. Le FMA sono arrivate ad Haiti nel 1935 con sei missionarie che hanno dato vita alle prime opere. Questa Ispettoria, denominata N.S. del Perpetuo Soccorso, conta attualmente 79 FMA distribuite in 14 comunità: 63 suore sono di voti perpetui, 16 di voti temporanei e ci sono anche 7 novizie. Da Santo Domingo, le sorelle dell’ispettoria Antillana, le più vicine, scrivono dicendo che stanno cercando di entrare ad Haiti per poter vedere di persona come aiutare chi è rimasto colpito da questa tragedia. (Agenzia Fides) Famiglia Domenicana: tutti i padri sono salvi, ferita una suora. La Agenzia Fides ha contattato il Segretario Generale della Curia dei Padri Domenicani, che ha riferito di una sua recente comunicazione con Padre Manuel Rivero op (Vicario di Haiti) sulla situazione dopo il terremoto nella zona di Port au Prince, dove lavorano i religiosi. Ad Haiti lavorano 7 religiosi domenicani (incluso P. Manuel Rivero), e tutti i religiosi sono vivi. La Famiglia Domenicana ad Haiti conta anche sulla presenza delle Sorelle della Carità Domenicane della Presentazione della Santissima Vergine, che hanno 2 case ad Haiti, una a Porta au Prince (Maison Marie Poussepin) e un’altra a La Plaine, Notre Dame della Presentation. Il Segretario Generale ha riferito a Fides che una delle suore è rimasta ferita e le altre si sono salvate dalla furia del terremoto che distrutto completamente una delle loro case.P. Manuel Rivero ha anche riferito che ieri sera sono riusciti ad estrarre dalle macerie il corpo di uno degli allievi della scuola gestita dai Domenicani, ed a trasportare il corpo a piedi, perché le strade sono completamente bloccate. Molti altri alunni sopravvissuti sono stati accolti nella casa delle Suore di Cluny, che ha resistito al terremoto. La famiglia Dominicana è presente ad Haiti da 50 anni e dipende della Provincia Domenicana di Toulouse. (Agenzia Fides) Come contribuire attraverso la Caritas italiana. Per sostenere gli interventi umanitari ad Haiti si possono inviare offerte alla Caritas Italiana tramite C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Emergenza terremoto Haiti”. Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma Iban: IT 50 H 03002 05206 000011063119Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma Iban: IT 19 W 03069 05092 100000000012Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001