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ELECTROLUX, CARD. ANTONELLI INVITA A CERCARE SOLUZIONI «CON SENSO DI RESPONABILITA’»

A proposito del rischio di chiusura dello stabilimento Electrolux di Scandicci, “non rientra certamente nelle mie competenze esprimere giudizi o formulare proposte nel merito tecnico dei processi di organizzazione e gestione di un’azienda, però – come Vescovo – non posso non far mie le preoccupazioni di quelle persone che vedono compromessa la loro stabilità lavorativa e il loro futuro, insieme a quello delle loro famiglie”. Così il Cardinale Ennio Antonelli, Arcivescovo di Firenze, si esprime in un documento il cui testo sarà pubblicato sul prossimo numero del settimanale Toscanaoggi. “Una delegazione di lavoratori del Gruppo Electrolux Spa dello stabilimento di Scandicci, da me ricevuta nei giorni scorsi – scrive il Cardinale – mi ha manifestato la preoccupazione di tutte le maestranze per la chiusura dello stabilimento ipotizzata dalla Direzione Aziendale: chiusura che comporterebbe la drammatica perdita del posto di lavoro per 450 persone, tra le quali oltre 50 nuclei familiari, con conseguenze pesanti anche per quelle piccole realtà aziendali che direttamente o indirettamente lavorano con Electrolux. La stessa delegazione, nel comunicarmi che lo stabilimento di Scandicci non è economicamente in perdita, mi ha altresì manifestato la volontà delle maestranze di operare per fare quanto è nelle loro possibilità per scongiurare l’ipotesi della chiusura e di collaborare attivamente con la stessa azienda per individuare soluzioni che consentano sia la tutela dei posti di lavoro, sia l’acquisizione di una superiore capacità competitiva dell’azienda stessa. Dall’incontro, con preoccupazione, è emerso come Electrolux abbia operato chiusure pesanti di altri stabilimenti, come ad esempio in Germania, ma anche come queste chiusure abbiano avuto un contraccolpo nell’immagine e, conseguentemente, un calo nelle vendite dei prodotti Electrolux”. “Tutti sappiamo – aggiunge il Cardinale – che la perdita del posto di lavoro, specialmente nell’attuale congiuntura, può anche assumere caratteristiche di acuta drammaticità umana, familiare e sociale. E ognuno, con i ruoli e le competenze che gli sono propri, è chiamato a fare quanto è nelle sue possibilità per evitarlo”. Antonelli ricorda anche alcune affermazioni del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa: “l’obiettivo dell’impresa deve essere realizzato in termini e con criteri economici, ma non devono essere trascurati gli autentici valori che permettono lo sviluppo concreto della persona e della società”. Il Cardinale esprime quindi “la mia vicinanza e quella di tutta la Chiesa fiorentina ai lavoratori coinvolti e alle loro famiglie, ribadendo che la dimensione sociale è costitutiva dell’identità dell’impresa e che il codice etico di un’azienda seria, se contempla come giusto e doveroso la ricerca del giusto profitto, non può certamente contemplare la ricerca di un profitto «oltre misura» perché intrinsecamente ingiusto e fonte di squilibri umani e sociali. Auspico che per lo stabilimento di Scandicci si cerchi con alto senso di responsabilità, con coraggio e intelligenza la migliore soluzione possibile”.