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EMPOLI, APPROVATA IN COMUNE MOZIONE PER REGISTRO TESTAMENTO BIOLOGICO

Anche il Consiglio Comunale di Empoli ha approvato una mozione che impegna il Sindaco e la giunta a istituire un registro per la raccolta delle dichiarazioni anticipate di trattamento (il cosiddetto «testamento biologico»). Una mozione presentata dal Partito Democratico, e approvata con i voti delle opposizioni di sinistra e di alcuni consiglieri del centrodestra: alla fine sono stati 23 i voti favorevoli, 3 contrari e 2 astenuti. Curiosamente la mozione di Empoli appare, tranne piccoli accorgimenti, la fotocopia di quella approvata lo scorso aprile dal consiglio comunale di Firenze. Identica la definizione che viene data di testamento biologico, identici i riferimenti a codici e convenzioni internazionali, identici (o perlomeno molto simili) gli impegni che vengono richiesti al Sindaco e alla giunta. Una coincidenza che «scopre le carte» e dimostra come, dietro questi atti, non ci sia un interesse civico da parte di un ente locale ma un disegno politico più vasto. Il sospetto diviene certezza leggendo uno dei passaggi della mozione (uno dei pochi passi che l’estensore empolese ha inserito rispetto al semplice «copia-incolla» della mozione fiorentina). È il passo in cui si dice che «secondo il proponente, gli enti comunali, forti di un legame con il cittadino molto più stretto e più diretto rispetto al Parlamento nazionale, sono nella possibilità di farsi promotori di atti amministrativi volti ad introdurre un riconoscimento “dal basso” del valore etico delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario». Ecco, allora, il vero obiettivo di questi provvedimenti: atti di cui la mozione stessa riconosce la scarsa (e più probabilmente nulla) utilità pratica, in assenza di una legge nazionale. Atti di propaganda che hanno il solo scopo di far passare nell’opinione pubblica l’idea di un «valore etico» del testamento biologico. Un tema talmente importante e complesso su cui, crediamo, piuttosto che partire «dal basso» di un consiglio comunale il dibattito dovrebbe mantenersi «alto» e qualificato.