Italia

FAMIGLIA, BOBBA (ACLI): NECESSARIA RIFORMA FISCALE CON QUOZIENTE FAMILIARE ALLA FRANCESE

Il sistema fiscale francese utilizza come soggetto impositivo la famiglia e non il singolo; tutti i redditi prodotti all’interno della famiglia vengono divisi per il “numero delle parti”, che non equivale al numero dei componenti della famiglia bensì a quello dei pesi assegnati ad ogni componente in base alla sua situazione (anziani, figli a carico, portatori di handicap). Se un figlio pesa mezza parte, un figlio con handicap pesa una parte intera, con conseguente riduzione del quoziente familiare e applicazione di un’aliquota impositiva minore. “Il quoziente familiare – ha affermato LUIGI BOBBA, presidente delle Acli, presentando che il 6 luglio a Roma una ricerca sull’argomento – produce senza dubbio più equità, perché riesce a misurare più di quanto non faccia il nostro sistema fiscale, le condizioni economiche effettive delle famiglie. Importato in Italia – certo con gli opportuni adeguamenti – riuscirebbe a porre fine, tra l’altro, a quella incredibile disparità di trattamento fiscale tra famiglie monoreddito e plurireddito”. Secondo le Acli “l’unica vera riforma fiscale è l’introduzione nel sistema italiano del ‘quoziente familiare'”. Se, infatti, in Italia venisse introdotto un sistema analogo a quello francese – affermano le Acli – “le famiglie italiane si troverebbero a pagare da un minimo del 22% ad un massimo del 100% in meno, a seconda del loro reddito e, soprattutto, del numero dei figli”.Il dato emerge dallo studio comparativo, promosso dal Caf Acli, tra il sistema fiscale italiano e quello francese, realizzato sulla base di dieci dichiarazioni 730 congiunte, scelte tra i redditi bassi, medi e alti, in base alle tipologie più diffuse nel nostro Paese. Dal confronto risulta evidente “come – a parità di condizioni – l’imposta lorda e quella netta calcolate con il fisco francese siano sempre abbondantemente inferiori”. Soprattutto, il sistema del “quoziente familiare” riesce a “pesare” le diverse composizioni dei nuclei familiari: a parità di reddito, infatti, famiglie con un numero maggiore di figli possono sfruttare un’aliquota impositiva minore”. Lo studio delle Acli ha anche evidenziato come “la riforma fiscale in fase di attuazione in Italia – con l’introduzione della no tax area – abbia addirittura accentuato questa forma di disparità: per le famiglie plurireddito le imposte si sono ridotte del 30%, per le altre (monoreddito e monoparentali) – a parità di condizione economica – solo del 3%”.Sir