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FANFANI ECONOMISTA ATTENTO A LAVORATORI, CONSIGLIO REGIONALE RICORDA STATISTA NEL CENTENARIO NASCITA

Amintore Fanfani, uomo, politico e studioso è stato ricordato questa mattina nel salone della Prefettura di Arezzo nel centenario della nascita. Fanfani era nato a Pieve Santo Stefano il 6 febbraio 1908. Ad organizzare la cerimonia il Consiglio regionale della Toscana che, come ha spiegato il suo presidente Riccardo Nencini, “ha voluto così rendere omaggio ad un grande uomo politico, uno dei principali riformatori che l’Italia abbia avuto, ma anche allo studioso e all’economista di fama mondiale”. A portare il saluto della città, dopo l’introduzione del consigliere regionale Mauro Ricci, è stato il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani, nipote dello statista, che ha ricordato quanto fosse “grande il suo rigore morale” e quanto abbia inciso sulla formazione di tanti giovani democristiani che all’ epoca frequentavano le stanze di via Cavour dove aveva sede il comitato provinciale della Dc. “Quegli stessi giovani che oggi guidano la città ed hanno incarichi di responsabilità a diversi livelli”, ha detto Fanfani. Tra le testimonianze quella della vedova Maria Pia Vecchi, di Cesare Mirabelli, presidente della Fondazione Fanfani, di Beatrice Rangoni Macchiavelli, Giovanni Pieraccini, del presidente della Provincia e del sindaco di Pieve Santo Stefano che ha ricordato come forte fosse il legame tra Fanfani e la sua terra. “Quando passava per Pieve – ha detto – si fermava sempre a passeggiare per il paese e prendendo a braccetto i suoi amici e salutando per nome tutti i compaesani dei quali ricordava non solo il nome, ma anche mille aneddoti”. Un ricordo tutto particolare lo ha fatto il senatore Emilio Colombo che ha ricordato la durezza del carattere di Fanfani, una durezza, ha detto, “che veniva mitigata solo dal senso di appartenenza e dal far sempre prevalere l’interesse generale”. Piero Roggi, docente dell’ateneo di Firenze, ha tracciato il profilo di Fanfani economista partendo dall’esame dell’articolo primo della Costituzione, “voluto fortemente dallo stesso Fanfani” e nel quale lo statista dimostra tutta la sua capacità di mediazione, ma mette anche in risalto il suo credo economico. “Un economista che dava grande importanza all’ imprenditoria, ma che non prescindeva mai dai lavoratori e dalle loro esigenze a cominciare da un giusto salario”, ha detto. E Fanfani è stato ricordato anche dal prefetto Francesca Adelaide Garufi che, all’epoca giovanissima funzionaria dello Stato, ricorda la precisione e la pignoleria dell’allora ministro degli Interni che annotava tutto nei fascicoli delle pratiche con calligrafia minuta tanto che, “per rileggere le note dovevamo spesso far ricorso alla lente d’ingrandimento” e rammenta come Fanfani con il suo carattere duro e difficile e il suo grande attivismo fosse il “terrore” dei suoi più stretti collaboratori. “A lui si deve la formulazione definitiva del primo articolo della Costituzione italiana, sulla quale riuscirono a confluire posizioni fra loro distanti come quelle dei socialisti, dei comunisti e dei liberaldemocratici”. Questo è un passo del messaggio con cui il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha voluto ricordare la figura di Amintore Fanfani e che è stato letto durante la cerimonia di commemorazione dello statista, organizzata dal Consiglio regionale della Toscana. Il presidente della Repubblica ha sottolineato l’importanza di “rendere omaggio a uno dei più rappresentativi esponenti della vita politica italiana”. “La personalità di Amintore Fanfani, la sua lunga e multiforme esperienza di impegno politico, resta contrassegnata da una duplice impronta – scrive il Capo dello Stato – quella di una genuina sensibilità sociale e quella di un autentico senso delle istituzioni”. “Il suo insegnamento sulla responsabilità pubblica come costante punto di riferimento per ‘gli sforzi collettivi’ e ‘gli sforzi individuali’ – conclude il presidente della Repubblica – é ancora oggi vivo e attuale, meritevole di essere trasmesso alle giovani generazioni, in particolare per lo sforzo teso a favorire il riscatto delle fasce più deboli della società e per il suo deciso contributo alla modernizzazione del nostro Paese”. (ANSA).