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FIRENZE, VIETA DISEGNO GESU’ , SOSPESA INSEGNANTE SCUOLA ELEMENTARE

Sospesa temporaneamente dall’incarico per non aver consentito, a un suo scolaro di quarta elementare, di fare un disegno su Gesù bambino. E’ il provvedimento adottato per una maestra della scuola Villani di Firenze, il cui comportamento è stato contestato dai vertici scolastici non per questioni religiose, bensì didattiche, per aver limitato la creatività del bambino. A decidere la sospensione è stato il direttore dell’ufficio scolastico regionale per la Toscana Cesare Angotti, in attesa che si avvii, con tutte le garanzie del caso, il procedimento disciplinare nei confronti dell’insegnante e si concluda l’ispezione disposta per chiarire l’accaduto. Un provvedimento, spiega appunto Angotti, adottato non perché ci sia stata una discriminazione o per connotazioni religiose, ma per il contrasto del comportamento della maestra con la funzione docente e con la finalità educativa della scuola, avendo limitato la creatività espressiva dell’alunno. Tutta la vicenda era finita sui giornali dopo una segnalazione del padre del bambino, l’avvocato Walter Vecchi, che parlava di limitazioni alla libertà di espressione e religiosa, anche perché già un’altra volta l’insegnante aveva detto no alla richiesta del figlio di disegnare Gesù bambino. Sempre secondo quanto riferito dal padre, la maestra, alla richiesta di spiegazioni da parte della madre dell’alunno, avrebbe detto che per gli insegnanti c’é una regola che impedisce di trattare temi religiosi. Dalla direzione del circolo scolastico di cui fa parte la Villani, sentita l’insegnante, era stato spiegato che si sarebbe trattato di un equivoco: i bambini dovevano fare dei piccoli disegni per decorare la porta dell’aula per Natale, tipo stelline o abeti. Allo scolaro che aveva chiesto di fare Gesù bambino la maestra avrebbe suggerito di fare soggetti più facili. Nessuna volontà di discriminazione religiosa. “Ritengo – spiega Angotti – che la vicenda non abbia prospettazioni religiose. Si sta cercando di accertare perché non sia stato consentito di fare un disegno su Gesù. Ma il fatto di per sé è di particolare gravità perché si è limitata la creatività espressiva dell’alunno e questo è oltremodo negativo in quanto contrasta con la funzione docente e con quella educativa che è propria della scuola, inoltre va a incidere anche sul rapporto scuola famiglia. Questo episodio – aggiunge – come altri accaduti in più parti di Italia, paiono ispirati da un malinteso senso del principio di laicità dello Stato. Principio che di per sé non si discute, ma che però non deve tramutarsi in un generico laicismo. In particolare, negli ambienti educativi la presenza di simboli religiosi non ha significato discriminatorio, perché questi simboli sono riconosciuti come valori che rilevano civilmente”. “Molto dispiaciuto” per la sospensione è ora il padre dell’alunno. “Temevo questo provvedimento – dice -. E’ una brava insegnante, non volevo certo una sua punizione, volevo che fosse riconosciuta la libertà di espressione. L’insegnante aveva ammesso l’errore e per noi l’episodio era chiuso, l’avevamo perdonata. Ora è lei che paga per una prassi diffusa in alcune scuole per cui non si debbono rappresentare immagini sacre. Lei si è adeguata a una regola del sistema che non esiste ma che di fatto è spesso applicata”. (ANSA).