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FORUM SOCIALE MONDIALE DI NAIROBI: CARITAS ITALIANA SU GUERRE E MEDIA, «TROPPE SEMPLIFICAZIONI E BUGIE»

(Nairobi) “Dopo l’11 settembre ci sono stati grandi cambiamenti nel modo in cui i media raccontano i conflitti: la prima grande guerra è ora solo quella al terrorismo; i governi chiamano impropriamente terroristi anche i ribelli interni e i media seguono, usando le stesse parole invece di indagare le situazioni. Queste sono grosse semplificazioni”: lo ha detto oggi Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale della Caritas italiana, durante il seminario su guerre e media organizzato dall’organismo pastorale al Forum sociale mondiale in corso a Nairobi fino al 25. Beccegato ha illustrato dati e contenuti di recenti ricerche della Caritas sui conflitti dimenticati, ricordando che negli ultimi anni ogni 10 militari morti vengono uccisi 90 civili e che il 99 per cento delle guerre raccontate dai media si concentrano solo su Iraq, Medio Oriente, Afghanistan. “Più il Paese coinvolto nella guerra è ricco più c’è copertura mediatica”, ha fatto notare, ma anche queste notizie “vengono orientate dai governi quindi non si sa siano vere o false, non ci sono analisi e non si tiene conto del punto di vista della popolazione”. Di qui un appello alla società civile di tutto il mondo a “lavorare per una informazione più equa”.

L’importanza e il ruolo dei media alternativi, e di internet in particolare, è stata richiamato poi da Emiliano Bos, giornalista dell’agenzia dei missionari Misna: “Dobbiamo chiedere alle Nazioni Unite – ha concluso – il diritto ad una informazione critica e alternativa a quelle delle grandi agenzie di stampa gestite dalle multinazionali della comunicazione”.

Al seminario sono state portate anche testimonianze dalla Repubblica democratica del Congo, da Sierra Leone e Sudan, che hanno raccontato come le Chiese locali sono riuscite ad influire positivamente durante i conflitti, denunciando all’opinione pubblica internazionale i drammi vissuti, e poi tramite un lavoro di mediazione (anche interconfessionale e interreligioso con i musulmani), nei processi di pace e riconciliazione. “I media locali e internazionali – ha sottolineato p. Joseph Tourè della Sierra Leone – dovrebbero chiedersi quali sono le cause di queste guerre. Perché è facile parlare delle atrocità commesse, più difficile dire perché queste cose sono avvenute”. Sir