Italia

Famiglie numerose a Roma per chiedere più attenzione

di Andrea Bernardini

Tre bambine, un’insegnante, un giornalista. È sabato e con la nostra familiare troviamo posto nei dintorni del Mercato Trionfale, a poche decine di metri dalle mura di Città del Vaticano. Parcheggio gratuito, giornata libera da pensieri. Pochi passi e la seconda sorpresa: si annunciano appena cinque minuti di fila per accedere ai Musei vaticani. Ci fiondiamo con le pargole.

All’ingresso, il giovane e paffutello custode romano pronuncia parole insperate: «Le pupe? So’ ospiti nostre». «Il giornalista? È ospite nostro pure lui». Entriamo in cinque con appena quattordici euro. Ne usciremo cinque ore dopo.

Inizia bene il nostro week-end a Roma a seguito dell’Associazione nazionale famiglie numerose.

Il grande happenning è fissato per il giorno successivo. Grande si fa per di dire. Niente a che vedere con i numeri del Family day del 12 maggio 2007 (noi c’eravamo e possiamo testimoniarlo), con le flotte di ciellini, neocatecumenali, aclisti provenienti da tutta Italia, in coda verso piazza San Giovanni.

Ma la vita delle famiglie numerose, si sa, è terribilmente complicata. L’eventualità che in quelle case almeno un figlio si ammali, e che attacchi i bacilli ai suoi fratelli o ai suoi genitori, è sempre in agguato; gli eventi sportivi, i compleanni, gli appuntamenti con amici che nessuno dei pupi è disposto a perdere, sono fattori di rischio doppi, tripli, quadrupli, rispetto a quelli che si possono presentare in una famiglia small; e sono capaci di mandare all’aria qualsiasi progetto di gita fuori porta. E poi le famiglie numerose – babbo, mamma ed almeno quattro figli – in Italia non sono più di 180mila, in costante calo negli ultimi decenni. E gli iscritti all’associazione, circa diecimila.

Oltre cinquecento famiglie (e poco meno di quattromila persone) per la manifestazione dell’Anfn è, dunque, un bel risultato. Nutrita la «delegazione» toscana, guidata da Luca e Lucia Gualdani. Ritrovo all’esterno del colonnato di piazza San Pietro, dove mamme patentate distribuiscono copie di «Avvenire» a gogò ( il dietrofront di Vittorio Feltri sul caso Boffo è ancora fresco e suscita l’interesse dei lettori la «reazione» del quotidiano cattolico) bandierine, ombrelli bianchi, palloncini colorati. Ovunque, accanto al logo dell’associazione, campeggia lo slogan: «Più bimbi, più futuro».

Seguiamo la scia di palloncini che ci precede e ci ritroviamo a sinistra del colonnato, da cui, a mezzogiorno in punto, si affaccerà Benedetto XVI per l’Angelus.

È lo stesso papa Benedetto, a conclusione dell’Angelus, a riassumere il significato dell’iniziativa. Salutando l’associazione: «Cari amici – dice – prego per voi, perché la Provvidenza vi accompagni sempre in mezzo alle gioie e alle difficoltà, ed auspico che si sviluppino dovunque efficaci politiche di sostegno alle famiglie, specialmente a quelle con più figli».

Ombrelli in alto, palloncini in cielo, entusiasmo alle stelle, qualche lacrima di emozione sui volti dei genitori. L’Angelus di domenica scorsa passerà alla cronaca per le dichiarazioni del papa sull’imminente conferenza mondiale sul clima a Copenhagen, ma almeno per settemila pellegrini quelle parole vanno giù meglio di qualsiasi bruschetta.

Per assaggiarla, insieme ad affettati, formaggi, frutta, occorrerà camminare un bel po’: il rullo dei tamburi darà ritmo alla variopinta onda di papà, mamme, e bebè caricati sulle spalle, spinti col passeggino, trainati dai fratelli maggiori fino a piazza del Popolo. Poca birra, tanto latte in polvere e succhi di frutta; pochi striscioni, tanti pannolini, un solo megafono. In una capitale che già respira aria di Natale, quella allegra manifestazione con più pupi che adulti suscita curiosità. Siamo sul Lungotevere quando, tra le decine di auto ferme al semaforo, troviamo una sette posti. L’autista si affaccia, Paolo Puglisi, pisano, consigliere nazionale dell’Anfn, invita lui e la famiglia a parcheggiare l’auto ed a partecipare alla manifestazione. L’associazione cresce così. Puglisi, che questa estate riuscì a tesserare una famiglia sulla vetta della Marmolada, ne è buon testimone.

In piazza del Popolo, gli stand della Coldiretti sono già pronti a servire le bocche affamate delle famiglie extralarge. Clown e trampolieri calamitano l’attenzione dei più piccoli. Una lunga teorìa di tavoli e sedie si trasforma per magia in laboratorio di disegno, dove i bambini colorano personaggi della Walt Disney.

Sul lato della piazza, i bambini di «Matite colorate» danzano e cantano. Le Acli romane presentano il loro «punto famiglia». Sullo sfondo, il family bus, dove si tiene il comizio finale.

I pulmann verso tutta Italia ripartono, accompagnati dagli agenti della polizia municipale. C’è tensione nel loro volto: tre ore più tardi, all’Olimpico, la Roma vincerà un derby brutto e nervoso, in campo, sugli spalti ed anche fuori.

IN PIAZZA

«La famiglia? Non va assistita. Va promossa»In piazza del Popolo, affacciato dal secondo piano del «Family Bus» scoperto, Mimmo Delle Foglie, editorialista di Avvenire e di Toscana Oggi, portavoce di Scienza & Vita e coordinatore del Family day, ricorda l’evento di due anni fa e consegna idealmente il testimone di quella iniziativa ai promotori dell’happenning delle famiglie numerose. Gianni Alemanno, primo cittadino di Roma, promette: «Nella capitale applicheremo il modello del quoziente familiare alle tariffe dei servizi comunali, così come ha già fatto Parma». Fernando Castro, portoghese, padre di 13 figli, presidente dell’Elfac, l’organismo internazionale che riunisce le associazioni delle famiglie numerose di tredici paesi europei: «Abbiamo diritto di mettere al mondo tutti i figli che vogliamo senza per questo essere penalizzati». L’applausometro ha un sussulto quando Francesco Belletti, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, critica il governo Berlusconi per l’ennesima Finanziaria delle promesse mancate. In un clima di euforia generale, Gianlugi De Paolo, presidente del Forum del Lazio, fa una solenne, pubblica, promessa: padre di tre figli, è disposto ad averne anche cinque o sei.

Tutti con il naso all’insù, in attesa del leader dell’associazione, Mario Sberna. «Calo di nascite, separazioni “artificiose” perché fiscalmente vantaggiose, tradimento della costituzione laddove afferma che lo Stato deve sostenere la famiglia, specie quella numerosa; impoverimento dei nuclei familiari… Le famiglie – dice il nostro – son viste dai governi più un problema che una risorsa; al massimo una questione di assistenza e non certo di promozione». Ed invece esse rappresentano «la prima e fondamentale cellula della società, il primo e permanente armonizzatore sociale, il primo luogo della cura, dell’educazione, della solidarietà, della comunione. La famiglia è il bene comune di tutti. Riscopritela!»

Proposti quattro emendamenti alla finanziaria 2010: l’aumento del 50% degli assegni familiari, estesi ai figli a carico fino a ventisei anni (anche nel caso dei lavoratori autonomi); una ulteriore detrazione di 2400 euro all’anno per le famiglie estralarge (oggi è di 1.200 euro); un bonus di tre anni di contributi figurativi da riconoscere alle madri lavoratrici; e la modifica del sistema di calcolo dell’Isee, che deve tener più conto del numero dei componenti familiari.

TOSCANA, SCONTI SULLE BOLLETTE DELL’ACQUA ANCHE NEL 2010Le famiglie numerose potranno richiedere alla regione Toscana, nel 2010, contributi da applicare sulle bollette dell’acqua potabile. Già quest’anno circa mille famiglie avevano chiesto di poter usufruire di questa possibilità, sancita da una intesa tra Regione Toscana, Anci regionale, Cispel confservizi toscana e Associazione nazionale famiglie numerose (Anfn). In queste settimane alcune di queste hanno potuto (finalmente) usufruire dello sconto.

Ma il meccanismo, evidentemente, deve essere meglio oliato e soprattutto le famiglie numerose in Toscana sono decisamente di più: sono stimate in almeno 4500. Come raggiungerle? L’assessore regionale alle politiche sociali Gianni Salvadori ha convocato – giovedì 17 dicembre dalle ore 9.30 nell’auditorium del consiglio regionale di via Cavour 4 a Firenze – l’Anfn, le autorità di ambito territoriale ed i sindaci dei comuni della Toscana: per definire il nuovo accordo, e per diffonderne il più possibile i contenuti.