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“Fermatevi! La guerra è una follia”: la Marcia PerugiAssisi per la pace in Ucraina

Si svolgerà domani domenica 24 aprile e ha già ricevuto centinaia di adesioni da associazioni, parrocchie, scout, giovani in servizio civile, sindacati, istituzioni, enti pubblici e privati, tra cui 300 città italiane. La storica marcia organizzata per la prima volta il 24 settembre 1961 dal pacifista Aldo Capitini, con un percorso a piedi di circa 24 km, giunge così alla sessantesima edizione. Un appuntamento annuale che solitamente si svolge tra settembre e ottobre, con alcune occasioni drammatiche come questa, in cui si è dovuto convocare d’urgenza il mondo pacifista italiano per far sentire la propria voce in difesa delle vittime delle guerra in Ucraina, iniziata due mesi fa. Ma anche per chiedere un forte intervento della comunità internazionale per fermare la “terza guerra mondiale a pezzi” che continua in Yemen, Libia, Siria, Palestina, Israele, Sahel, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Afghanistan, Iraq, Somalia, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana, eccetera.

Il mondo cattolico è da sempre presente alla Marcia PerugiAssisi, prima di tutto con l’adesione all’evento dei francescani del Sacro Convento di Assisi. “Noi ci siamo e vi vogliamo accogliere nella piazza San Francesco e nella basilica – ha detto fra Marco Moroni, Custode del Sacro Convento di San Francesco in Assisi, durante la conferenza stampa di presentazione a Roma -. E’ molto bello che questa marcia si concluda nella piazza. Non condividiamo le scelte che stanno portando avanti a vari livelli. Ogni persona è sacra e ogni giorno stanno morendo tante persone”.

“Megafono delle vittime”. Il 27 marzo scorso il Comitato promotore della Marcia della Pace ha anche consegnato nelle mani di Papa Francesco un appello per la pace in Ucraina con 655.000 firme. “A chiedere la pace non sono i pacifisti ma le vittime della guerra, noi siamo il loro megafono”, ha precisato Flavio Lotti, coordinatore del comitato promotore Marcia PerugiAssisi. “La marcia – aggiunge Lotti – sarà la prima risposta concreta che daremo al Papa quando ci invita a chiedere a gran voce dai balconi e dalle strade pace. Lo faremo in una maniera seria, non con gli slogan o lo sventolare delle bandiere ma con lo sforzo e l’impegno di chi è angosciato per quegli ucraini che non sono potuti scappare dalle bombe”. Una iniziativa per esprimere “equivicinanza” alle vittime, “agli ucraini come a tante persone in tanti luoghi del nostro mondo, come Yemen, Libia, Afghanistan, Iraq”.

Il programma. Oggi pomeriggio si svolge al Sacro Convento di Assisi un incontro di riflessione con diversi esponenti, tra cui il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna. Sarà seguito alle 21 da una veglia di preghiera nella chiesa inferiore della Basilica di San Francesco d’Assisi guidata dal cardinale Michael Czerny, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. La marcia partirà alle 9 di domani mattina dai Giardini del Frontone a Perugia. L’arrivo del corteo e la manifestazione finale sono previste intorno alle 15 a piazza San Francesco ad Assisi.

Il 3 maggio i giornalisti davanti all’ambasciata russa. Aderiscono alla Marcia anche i giornalisti, rappresentati dall’Ordine e dai sindacati. Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana), ha annunciato che il 3 maggio, Giornata mondiale della libertà di stampa, saranno davanti all’ambasciata russa con cartelli sui quali saranno scritti i nomi dei giornalisti assassinati in Russia, Ucraina, Bielorussia, Siria e tanti altri Paesi.

Presenti alla conferenza stampa, tra gli altri, anche Vincenzo Morgante, direttore di Tv2000, che seguirà l’evento, e la sindaca di Assisi Stefania Proietti: “La città di Assisi si identifica nelle parole di Papa Francesco. Ci sentiamo pienamente dentro questa marcia, ci saremo come città in tutto e per tutto, perché’ la pace non è un’utopia, ma l’unica soluzione possibile”. Guido Barbera, presidente del Cipsi, ha ricordato che gli enti che accolgono giovani in servizio civile hanno fatto pressione sulle istituzioni per assicurare la partecipazione dei giovani alla Marcia, da considerare come giorno di servizio effettivo. La ministra per le Politiche giovanile Fabiana Dadone ha accolto la richiesta degli enti e il Dipartimento sarà presente con una propria rappresentanza.