Fine vita: associazioni cattoliche, «Parlamento eserciti propria funzione legislativa»
«In vista dell'imminente decisione della Corte Costituzionale sul tema del fine vita, chiediamo che il Parlamento, consapevole delle proprie responsabilità istituzionali, eserciti pienamente e tempestivamente la propria funzione legislativa in materia». Si apre così il comunicato stampa congiunto di Associazione Scienza & Vita, Forum delle associazioni familiari, Movimento per la vita, Associazione medici cattolici italiani, Forum associazioni socio-sanitarie, Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici, appena diffuso (testo integrale).

«Spronati a dare il nostro fattivo contributo» alla «costruzione di una rinnovata convivenza civile improntata sul profondo rispetto di ciascun essere umano, soprattutto se debole e vulnerabile», riconosciamo che «ciascuna vita umana individuale è un bene in se stessa, al di là delle circostanze che di fatto segnano la sua parabola esistenziale; la peculiare dignità umana che contraddistingue ogni singola persona, dal primo istante della sua esistenza fino alla morte, accomuna la famiglia umana e ci rende tutti uguali in valore». Di conseguenza ogni essere umano ha «il dovere morale di prendersi cura della vita e salute propria e altrui, in un clima di solidale reciprocità». In caso di malattia, prosegue il testo, la persona che sperimenta «vulnerabilità» ha diritto «a non rimanere sola col proprio carico umano», ma deve ricevere dalla comunità «ogni aiuto necessario per curare la malattia e lenire la sofferenza, in nome del legame di solidarietà e comunanza coessenziale al nostro stesso «essere umani».
«Pur giovandosi di un continuo ed auspicabile progresso, la medicina attuale applicata ai casi clinici concreti talora» mostra «limiti insuperabili in ordine alla guarigione»; in tali casi «riteniamo doveroso per il medico astenersi dall'insistenza in trattamenti che, di fatto, si dimostrassero clinicamente inefficaci o sproporzionati», scrivono ancora le sei associazioni cattoliche rilanciando, in particolare, «l'urgente esigenza di aumentare sforzi e risorse per una maggiore implementazione delle cure palliative, in grado di assicurarne l'effettiva fruibilità su tutto il territorio nazionale per le persone che ne hanno necessità, come del resto sancito dalla legge 38/2010». «Con altrettanta convinzione, nella nostra società spesso connotata da forme di utilitarismo ed efficientismo - proseguono le associazioni -, rifiutiamo senza tentennamenti ogni ‘logica di scarto' tendente a considerare le persone insolubilmente segnate dalla malattia o da altre vulnerabilità» come una sorta di «peso infruttuoso» per la comunità, tanto da ritenere opportuno ridurre (o addirittura annullare) risorse ed ausilii a loro vantaggio, a prescindere dai loro effettivi bisogni».
Nel comunicato si esprime il «più fermo rifiuto di ogni atto di eutanasia, in tutte le sue forme e modalità, ovvero di ogni scelta intenzionale e diretta finalizzata ad anticipare la morte allo scopo di interrompere ogni sofferenza». «La malattia, il dolore e la sofferenza, nella loro cruda e gravosa realtà», esigono una risposta autenticamente «umana», costruita «sull'amore, sulla condivisione e sul servizio, oltre che sull'ausilio della migliore medicina», affermano gli estensori del documento precisando che la risposta non può mai essere «la sbrigativa e fuorviante violenza dell'eutanasia, umanamente falsa, lesiva dell'integrità della vita e offensiva della dignità umana». Guardando con favore alla recente presa di posizione pubblica da parte delle Federazioni degli Ordini dei medici e degli Infermieri, che considerano il proprio coinvolgimento in eventuali pratiche eutanasiche «in piena ed inaccettabile contraddizione con le finalità e i valori originari dell'arte medica, espressi e confermati nei vigenti codici deontologici di categoria», le associazioni guardano «con uguale favore ad altre iniziative e prese di posizione che condividano la nostra prospettiva valoriale». Di qui l'auspicio che l'eutanasia «non debba mai trovare avallo e giustificazione nell'ordinamento giuridico del nostro Paese» e l'invito, a quanti fossero interessati, all'evento del prossimo 11 settembre a Roma, per una giornata di riflessione e approfondimento di queste tematiche. Appuntamento sul quale verranno diffusi a breve maggiori dettagli.
(testo integrale del comunicato delle sei associazioni cattoliche)
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento