Italia

Fine vita: associazioni cattoliche, «Parlamento eserciti propria funzione legislativa»

«Spronati a dare il nostro fattivo contributo» alla «costruzione di una rinnovata convivenza civile improntata sul profondo rispetto di ciascun essere umano, soprattutto se debole e vulnerabile», riconosciamo che «ciascuna vita umana individuale è un bene in se stessa, al di là delle circostanze che di fatto segnano la sua parabola esistenziale; la peculiare dignità umana che contraddistingue ogni singola persona, dal primo istante della sua esistenza fino alla morte, accomuna la famiglia umana e ci rende tutti uguali in valore». Di conseguenza ogni essere umano ha «il dovere morale di prendersi cura della vita e salute propria e altrui, in un clima di solidale reciprocità». In caso di malattia, prosegue il testo, la persona che sperimenta «vulnerabilità» ha diritto «a non rimanere sola col proprio carico umano», ma deve ricevere dalla comunità «ogni aiuto necessario per curare la malattia e lenire la sofferenza, in nome del legame di solidarietà e comunanza coessenziale al nostro stesso «essere umani».

«Pur giovandosi di un continuo ed auspicabile progresso, la medicina attuale applicata ai casi clinici concreti talora» mostra «limiti insuperabili in ordine alla guarigione»

Nel comunicato si esprime il «più fermo rifiuto di ogni atto di eutanasia, in tutte le sue forme e modalità, ovvero di ogni scelta intenzionale e diretta finalizzata ad anticipare la morte allo scopo di interrompere ogni sofferenza».  «La malattia, il dolore e la sofferenza, nella loro cruda e gravosa realtà», esigono una risposta autenticamente «umana», costruita «sull’amore, sulla condivisione e sul servizio, oltre che sull’ausilio della migliore medicina», affermano gli estensori del documento precisando che la risposta non può mai essere «la sbrigativa e fuorviante violenza dell’eutanasia, umanamente falsa, lesiva dell’integrità della vita e offensiva della dignità umana». Guardando con favore alla recente presa di posizione pubblica da parte delle Federazioni degli Ordini dei medici e degli Infermieri, che considerano il proprio coinvolgimento in eventuali pratiche eutanasiche «in piena ed inaccettabile contraddizione con le finalità e i valori originari dell’arte medica, espressi e confermati nei vigenti codici deontologici di categoria», le associazioni guardano «con uguale favore ad altre iniziative e prese di posizione che condividano la nostra prospettiva valoriale». Di qui l’auspicio che l’eutanasia «non debba mai trovare avallo e giustificazione nell’ordinamento giuridico del nostro Paese» e l’invito, a quanti fossero interessati, all’evento del prossimo 11 settembre a Roma, per una giornata di riflessione e approfondimento di queste tematiche. Appuntamento sul quale verranno diffusi a breve maggiori dettagli.

(testo integrale del comunicato delle sei associazioni cattoliche)