Italia

Flat tax: De Palo (Forum famiglie), «chi ha più figli paghi meno tasse, con qualsiasi reddito»

«Nel dibattito sul tema della Flat tax per le famiglie, il rischio è quello di dimenticarsi che la priorità assoluta di questo Paese è la denatalità. Ci chiediamo, poi, se verrà finanziata con l’aumento dell’Iva, nel qual caso a pagarne i benefici saranno i nuclei familiari con spese fisse, cioè quelli poveri e con figli a carico. Gli stessi ai quali verranno tolte tutte le detrazioni per i figli e per le relative spese. Nella previsione di una clausola di salvaguardia, abbiamo timore che possa riguardare i nuclei con figli: in sostanza, gli unici che non sarebbero premiati da questa misura». Così il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo, rispetto all’ipotesi di Flat tax emersa in questi giorni. Il Forum, spiega, «è convinto che chi ha la responsabilità di figli a carico, invece, debba avere più vantaggi di chi non ne ha, a qualsiasi livello di reddito. Su questo non si dovrebbe transigere: che uno guadagni 20mila euro o 70mila euro, chi ha figli dev’essere messo nelle condizioni di pagare meno tasse». «Non ci risultano ancora dettagli specifici sul provvedimento – prosegue De Palo -; per il Forum ciò che conta è che non penalizzi i nuclei familiari con figli e soprattutto che nell’elaborazione concreta non si riveli l’ennesima misura a favore dei single o d’incentivo alle separazioni legali fittizie. Ci domandiamo, peraltro, perché non si utilizza il meccanismo del Fattore Famiglia, già messo a punto e proposto da tempo? Nei prossimi giorni – conclude – lanceremo la nostra proposta fiscale di evoluzione del ‘Fattore Famiglia’ per incentivare concretamente la natalità».

«È da anni che si studia una norma come il ‘Fattore Famiglia’ che ci sembra ancora la proposta più adatta per venire veramente incontro alle famiglie». Anche Roberto Rossini, presidente nazionale delle ACLI, interviene sulla Flat tax familiare proposta dal Governo. «La riduzione delle aliquote di cui si parla non è in generale un fatto positivo – prosegue Rossini -, visto che rischia di mettere ulteriormente in difficoltà il ceto medio basso». «Ci preoccupa anche la questione della copertura economica perché – spiega il presidente delle Acli -, al di là delle cifre che circolano in questi giorni, bisogna capire dove si reperiscono le risorse: se si pensa di prenderle dai possessori di partita Iva o dalla tassazione sul lavoro ci troveremmo di fronte ad un’altra norma che colpisce la fascia più debole della popolazione». «La buona notizia è che si parli di famiglia e di misure che possano aiutare questa istituzione fondamentale, ma – conclude Rossini – è importante che ora si interpellino anche i soggetti deputati a rappresentarla, come il Forum delle associazioni familiari».