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Funerali strage famiglia a Motta Visconti: mons. Delpini. «Abbiamo bisogno di silenzio»

Così monsignor Mario Delpini, vescovo ausiliare di Milano, ha aperto l’omelia della messa funebre per Maria Cristina Omes e per i suoi figli Giulia e Gabriele, vittime della follia omicida del marito e padre. “Abbiamo bisogno di silenzio. Il silenzio – ha ribadito il presule – che custodisce la discrezione, che si sottrae alla curiosità, che prende tempo per piangere, per piangere e riflettere, per piangere e perché le lacrime provino a lavare le tracce del male e le ferite”. “Ma insieme – ha aggiunto – sentiamo la necessità della parola: che ci sia una parola per dare un nome ai fatti che hanno travolto tutto, che ci sia una parola per aiutare a capire, che ci sia una parola per continuare a vivere, una parola che consoli se mai sia possibile, una parola che consenta ancora di parlare”.

Silenzio e parola, insieme. “L’unica possibilità che abbiamo di vivere insieme parola e silenzio – ha affermato Delpini – è la preghiera”. Una preghiera che fa dire: “Pietà, Signore, pietà. La tua pietà raccolga le lacrime e il sangue, raccolga le domande che ci confondono e i tormenti che ci stremano”. “La tua pietà apra i libri che raccontano la tribolata storia dei tuoi figli, sia pronunciato il tuo giudizio più misericordioso e più misterioso di ogni giudizio umano e guarisci lo sguardo sconcertato e terrificato di Maria Cristina, di Giulia e di Gabriele mostrando loro il cielo nuovo e la nuova terra, la dimora in cui tu li accogli”. “La tua pietà rivolga uno sguardo di benevolenza su noi tutti”, “perché tutti possano riconoscere di essere amati, tutti possano sperimentare che la vita è benedetta, che sia sconfitta la tentazione di disperare dell’umanità, che sia sconfitta la tentazione di disperare di se stessi”. “La tua pietà – ha concluso – ripeta per noi la promessa della vita eterna, ci persuada a sperare, ci unisca in un abbraccio che la morte non può spezzare con coloro che amiamo, con coloro che tu ami e sai rendere felici”.