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G20: Coldiretti, no a bollino rosso su dieta mediterranea

No al bollino rosso sui prodotti della Dieta Mediterranea che dall’Europa al Sudamerica fino all’Oceania rischiano di essere ingiustamente diffamati da sistemi di etichettatura ingannevoli che, sotto il pressing delle multinazionali, sostengono modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo la salute dei cittadini ma anche il sistema produttivo di qualità del Made in Italy. E’ l’appello lanciato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione del G20 a Firenze a una settimana dall’incontro al via il 21 settembre del gruppo di lavoro del Codex Alimentarius, l’organismo della Fao che dovrà prendere una decisione potenzialmente definitiva sull’adozione di linee guida sul Front of Pack Nutritional Labelling (Fopnl).

Dall’appuntamento c’è il rischio – denuncia la Coldiretti – che vengano promossi in tutto il mondo sistemi di informazione spinti dalle multinazionali, a partire dall’etichetta nutrizionale sulla quale dovrà presentare una proposta entro il 2022 anche la Commissione Europea. Una approccio semplificato all’alimentazione che si basa solo su pochi parametri e apre le porte al cibi sintetico di laboratori senza alcun legame con l’ambiente ed il territorio.

“I bollini allarmistici, basandosi sulla presenza di determinate sostanze calcolate su 100 grammi di prodotto e non sulle effettive quantità utilizzate, favoriscono infatti prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta e finiscono per escludere paradossalmente alimenti sani e naturali” ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che si tratta di “un grave danno per il sistema agroalimentare italiano proprio in un momento in cui potrebbe essere l’elemento di traino di un piano strategico di internazionalizzazione per far crescere la presenza del Made in Italy sui mercati stranieri”. In gioco c’è un patrimonio che vale 538 miliardi di euro dal campo alla tavola, che offre milioni di posti di lavoro e che nel 2021 – spiega Coldiretti – si avvia a segnare il record storico delle esportazioni a 50 miliardi dopo i terribili mesi dell’emergenza Covid.

Un attacco che parte della Francia con il nutriscore adottato con decreto governativo anche da Belgio e Germania mentre il Lussemburgo – continua la Coldiretti – è in procinto di adeguarsi e l’Olanda potrebbe farlo dal 2022. In Portogallo, Austria e Slovenia il nutriscore è stato invece adottato da grandi multinazionali alimentari, mentre in Spagna, paese mediterraneo come l’Italia, è oggetto di un acceso dibattito.

Lo stesso problema presenta in Gran Bretagna il sistema del “traffic light” – rileva Coldiretti – che misura con i tre colori tipici del semaforo (verde, giallo e rosso) il quantitativo di nutrienti principali contenuti negli alimenti: grassi (di cui saturi), zuccheri e sale. 

Un modello che potrebbe essere adottato anche in India, mentre in Sudamerica rischia di fare scuola il bollino nero cileno – prosegue Coldiretti – che sconsiglia di fatto l’acquisto di prodotti come il Parmigiano, il Gorgonzola, il prosciutto e, addirittura, gli gnocchi, e a cui potrebbero guardare il Brasile e il Perù. L’Australia si potrebbe dotare presto di un sistema a stelle (Health star rating) che come il nutriscore sui basa sulla presenza di determinate sostanze in 100 grammi di prodotto.

Si tratta di un trend che mette in pericolo non solo il patrimonio agroalimentare italiano ma anche la salute dei consumatori di tutto il mondo, inducendoli di fatto a preferire prodotti di minore qualità con prodotti fatti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari, dalla carne fino alle bevande, ed escludendo prodotti come l’olio extravergine d’oliva, simbolo della Dieta Mediterranea, non a caso iscritta nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco ed eletta migliore dieta al mondo del 2020 davanti alla dash e alla flexariana, sulla base del best diets ranking elaborato dal media statunitense U.S. News & World’s Report’s.