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GERUSALEMME E LA PACE, INCONTRO A FIRENZE PER I 29 ANNI DI SHALOM

Il Movimento Shalom, in occasione dei suoi 29 anni dalla fondazione, organizza a Firenze un importante momento di confronto, in Palazzo Vecchio, con Roberto Filippini (biblista), Ali Rashid (autorità palestinese), Manuela Dviri (giornalista a Tel Aviv) e Massimo Toschi (consigliere del presidente della Regione Toscana per la pace, la cooperazione e i diritti umani), mentre il gruppo musicale arabo israeliano di Gerusalemme «Teeltan» allieterà la serata con conti di pace.

Scopo dell’incontro (in programma l’8 dicembre alle 15,30 nel Salone dei Cinquecento) è quello di sottolinera il ruolo di Gerusalemme nel difficile processo di pace. Infatti per capire la complessa realtà dello stato di Israele bisogna esaminare la Città Vecchia che ne costituisce il cuore storico, religioso e culturale: Gerusalemme una città divisa in 4 zone corrispondenti a 3 religioni. Per tutte e tre essa è una «città santa».Si comincia ad avvertirne la complessità salendo sul monte del tempio, detto anche Spianata. Esso costituisce la zona musulmana per eccellenza, non solo perchè vi è stata edificata la moschea El-Aqsa, ma perchè vi sorge la Roccia alla quale – dice la leggenda – Maometto legò il suo cavallo e ascese al cielo. La sura del Corano 17.1 dice: «Sia lodato Allah che trasportò il suo servitore di notte dalla moschea santa alla mosche lontana, della quale noi abbiamo benedetto il recinto». La venuta di Maometto dalla Mecca a Gerusalemme fonda la sua sacralità. La spianata sorge esattamente sopra le fondazioni del luogo più caro agli ebrei, il grande e glorioso Tempio di Salomone, distrutto dai romani nel 70 d.C. E proprio qui in questo tempio Gesù, il Messia dei cristiani, ricevette la sua educazione ebraica e compì le sue prime gesta. Proprio qui, dalle botteghe circostanti cacciò i mercanti che profanavano la casa del padre suo. Sempre in questo quartiere sorge un muro ciclopico che è il concentrato dei sogni e del dolore degli ebrei della diaspora: il Muro del pianto, contro il quale mormorano le loro preghiere gli ebrei che arrivano da tutto il mondo. Ogni pietra gronda passione, spiritualità e una storia millenaria. In un luogo c’è il sasso dove Abramo avrebbe dovuto compiere il sacrificio di Isacco. E Abramo non è sacro solo agli ebrei e ai cristiani, ma anche ai musulmani. I cristiani di Gerusalemme sono in parte palestinesi, in parte di altre zone del mondo e fra loro si contano 42 gruppi. Si va dagli Armeni, agli Etiopi, ai Francescani, ai Greci ortodossi che sono custodi del Santo Sepolcro. La complessa unicità di Gerusalemme è in questo intreccio di fedi religiose, diverse per storia e riti, uguali per importanza e significati ne fa uno dei punti di maggiore contrasto per la Pace e in Terra Santa. Accanto a ciò si deve sottolineare i diritti di due popoli quello ebraico e quello palestinese a avere una terra. Gli ebrei fondano il loro diritto di avere uno stato nella terra in cui sorgeva l’antico Israele così come appare dalla Bibbia. I palestinesi rivendicano di fatto i 1500 anni di storia di possesso di quelle terre. La miccia che innescò questa fase di instabilità della regione avvenne nel 1947 quando dopo la seconda guerra mondiale ci fu il riconoscimento internazionale del diritto per gli ebrei di abitare la Palestina, ma quelle terre erano abitate da secoli dai palestinesi. La conferenza terminerà con un documento che sarà inviato all’ambasciata israeliana e all’autorità palestinese. In più, dal punto di vista pratico inizierà la raccolta di denaro per ricostruire una casa distrutta nei recenti scontri a Betlemme e per sostenere a distanza gli alunni di una scuola.