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GIORNALISTI, VESCOVO DELEGATO CET INCONTRA PRESIDENTI ORDINE E ASSOSTAMPA

“Anche nell’informazione, soprattutto nell’informazione, la cultura dell’assoluto mercantilismo ha caratteristiche di disumanità. I media non possono piegarsi alle sole ragioni del mercato”. Lo ha detto monsignor Gastone Simoni, vescovo di Prato e delegato alle Comunicazioni Sociali nella Conferenza Episcopale Toscana (Cet), incontrando stamani i presidenti dell’Associazione Stampa Toscana Carlo Bartoli e dell’Ordine Giornalisti della Toscana Massimo Lucchesi.

Mons. Simoni, informa una nota, ha accolto l’invito dei vertici istituzionali della categoria che avevano chiesto un incontro per illustrare i contenuti della piattaforma al centro di un difficile rinnovo del contatto nazionale di lavoro. Nel corso della riunione, introdotta dal presidente toscano Ucsi Mauro Banchini, Carlo Bartoli, accompagnato dal segretario del Gruppo Toscano degli Uffici Stampa Franco Mariani, ha illustrato i motivi dello sciopero che interessa i giornalisti italiani “in un contesto di grande precarietà, di estesa flessibilità, di preoccupanti contaminazioni fra giornalismo e aspetti pubblicitari che non riguardano solo la categoria ma minacciano lo stesso diritto dei cittadini a essere informati in modo corretto”.

La necessità di “recuperare il significato etico della professione giornalistica” in modo che i lettori “possano essere aiutati nel loro diritto a una cittadinanza attiva e consapevole” è stata al centro dell’intervento del presidente Lucchesi.

Mons. Simoni, prendendo l’impegno di riferire in ambito nazionale i contenuti dell’incontro (il presule toscano fa parte della Commissione nazionale della Conferenza Episcopale Italiana che segue le tematiche della cultura e delle comunicazioni sociali) ha manifestato “sostanziale attenzione” rispetto ai profili che gli sono stati sottoposti. “La vostra professione – ha aggiunto – ha caratteristiche di estrema delicatezza per un effettivo esercizio della vita democratica, grande è la vostra responsabilità di professionisti a servizio della persona umana, enorme il vostro compito affinché i cittadini possano formarsi libere opinioni su ciò che accade vicino a loro e in ogni parte del mondo. Il pluralismo e la libertà dell’informazione sono beni da salvaguardare a tutela della democrazia e del bene comune. Informazioni distorte o informazioni negate – ha concluso mons. Simoni – contribuiscono in modo pesante alla confusione delle idee e al disorientamento morale”. (ANSA)