Italia

Governo Renzi: 16 ministri, la metà donne

Nove gli esponenti del precedente esecutivo che mantengono un incarico nella squadra Renzi. Riconfermati per lo stesso incarico sono gli esponenti di Ncd, Maurizio Lupi a Infrastrutture e trasporti, Beatrice Lorenzin alla Salute e Angelino Alfano all’Interno. Andrea Orlando lascia il ministero dell’Ambiente per assumere il ruolo di Guardasigilli: al suo posto arriva un altro ex del governo Letta, Gianluca Galletti che ricopriva l’incarico di sottosegretario al Miur. Promossa da sottosegretario è anche la prima donna ministro della Difesa: Roberta Pinotti. Stessa sorte tocca a Maurizio Martina, sottosegretario alle Politiche agricole nel governo Letta che diventa ora capo del medesimo dicastero. Infine, l’ex ministro dei Rapporti con il parlamento, Dario Franceschini assume la guida di Beni culturali e turismo. Tra gli altri ex membri del governo Letta riconfermati da Renzi c’è anche Graziano Delrio: lascia la carica di ministro per gli Affari regionali ed assume quella di sottosegretario alla Presidenza del consiglio.

Un governo rispettoso degli equilibri governativi e nello stesso tempo attento alle «correnti» del Pd. È questa la prima fotografia che può farsi del neonato esecutivo Renzi, che ha preso vita oggi al Quirinale, dopo tre ore di incontro tra il premier incaricato e il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. La lunghezza del colloquio ed un provato Renzi – si presenta ai giornalisti uscendo dallo Studio alla Vetrata visibilmente stanco e con la voce affaticata – indicano come evidentemente equilibrare le intenzioni del premier con le richieste delle forze pronte a sostenere il suo governo non debba essere stato facile.

Il quadro che si presenta alla fine racconta di 8 ministri Pd, 3 Ncd, uno ciascuno Sc e Udc, e 3 tecnici. Il partito di Angelino Alfano può sicuramente cantare vittoria perché ha portato a casa la conferma delle tre caselle ministeriali richieste, a partire dal Viminale dello stesso ex segretario del Pdl per arrivare a Maurizio Lupi e Beatrice Lorenzin. Scelta Civica ottiene l’Istruzione con Stefania Giannini, mentre l’Udc copre la casella dell’Ambiente con Gianluca Galletti. Rimane fuori Popolari per l’Italia di Mario Mauro che deciderà lunedì, in sede di dibattito sulla fiducia, se appoggiare o meno il nuovo esecutivo.

Renzi non ha però tenuto conto solo delle necessarie e naturali intese con altri partiti per ottenere il sostegno al governo. L’impegno dell’ex sindaco di Firenze ha considerato anche le diverse anime del Pd, alla fine tutte rappresentate nell’esecutivo. A partire dai civatiani, che vedono agli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta, già capolista della lista Civati nel collegio di Vibo Valentia. Anche i cosiddetti «giovani turchi» hanno il loro rappresentante, e anche di peso, con Andrea Orlando che passa dall’Ambiene alla Giustizia. L’area bersaniana è rappresentata dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina mentre può essere collocato fra i dalemiani, ancorché tecnico, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, può essere inserita in quota Veltroni. Areadem raccoglie tre ministeri con Dario Franceschini (Cultura), Roberta Pinotti (Difesa) e Federica Mogherini (Esteri). Infine i renziani che – oltre ad avere la poltrona più alta con lo stesso Renzi – ottengono il principale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e il ministero delle Riforme con Maria Elena Boschi.

Ecco le schede dei ministri del governo Renzi.

Delrio, il braccio destro di Renzi a Palazzo ChigiÈ considerato da tutti il braccio destro del premier designato, Matteo Renzi. Un sodalizio politico nato nell’ottobre del 2011, quando all’assemblea dell’Anci a Brindisi, Graziano Delrio (domani il Cdm ratificherà la sua nomina a sottosegretario alla presidenza del Consiglio), sfidò il sindaco di Bari Michele Emiliano, candidato indicato dalla segreteria del Pd, e vinse a sorpresa – e con l’appoggio di Renzi – una sfida all’ultimo voto per la presidenza dell’Anci. Da quel momento le carriere di Delrio e Renzi hanno cominciato a correre parallelamente. Prima la guida dell’Anci, poi il ministero per gli Affari Regionali e ora l’impegnativo ruolo politico alla Presidenza del Consiglio come sottosegretario. In questi anni ha rafforzato la pattuglia di sindaci e amministratori locali e regionali a sostegno di Renzi. Ha tenuto i rapporti con le altre forze politiche di maggioranza e di opposizione ed ha messo la firma su due disegni di legge che riorganizzano gli enti di area vasta: il primo, di rango costituzionale, che abolisce le province. Il secondo, svuota le funzioni delle province e fa decollare l’istituzione delle città metropolitane. Nato nel 1960 a Reggio Emilia, Delrio è sposato ed è padre di nove figli. É laureato in medicina, specializzato in endocrinologia. Ricercatore universitario con studi in Gran Bretagna e Israele. Con l’Associazione Giorgio La Pira, di cui è stato fondatore e presidente, ha promosso iniziative culturali e di solidarietà. É stato eletto in consiglio comunale nel 1999 e consigliere regionale nel 2000, diventando presidente della Commissione sanità e politiche sociali della Regione Emilia-Romagna. Considerato vicino all’ex segretario del Partito Popolare italiano, Pierluigi Castagnetti, nel 2004 viene l’elezione a sindaco di Reggio Emilia con il 63% con l’Unione, e, durante il mandato, l’incarico di vicepresidente Anci con delega al welfare. Nel 2009 la riconferma con il 52,4%, l’incarico di vicepresidente Anci con delega al personale, poi alla finanza, quindi l’elezione a presidente al congresso Anci nell’ottobre 2011 a Brindisi. è presidente del comitato promotore della campagna per i diritti di cittadinanza “L’Italia sono anch’io”. Nel governo Letta è stato ministro per gli Affari Regionali. Alfano resta al Viminale ma non è più vicepremierAngelino Alfano mantiene la guida del Viminale, anche se, nel passaggio dal governo Letta a quello Renzi, lascia la carica di vicepremier. Classe 1970, Alfano, nato ad Agrigento, laureato in giurisprudenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha iniziato la sua esperienza politica con la Democrazia Cristiana, per la quale è stato, tra l’altro, segretario provinciale del Movimento giovanile DC di Agrigento. Nel 1994, a seguito della trasformazione della DC nel PPI, decide di aderire al neonato partito Forza Italia. Nel 1996 si candida con Forza Italia ed è eletto nel collegio di Agrigento deputato all’Assemblea Regionale Siciliana nella XII legislatura. Dal 2000 è capogruppo di FI all’Ars. Viene successivamente eletto alla Camera nel 2001, nelle elezioni vinte dalla coalizione di centrodestra, e assume l’incarico di vicepresidente del Comitato per la Legislazione. Dal 2005 è coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia e nelle elezioni politiche del 2006, che vedono la vittoria dell’Unione di Romano Prodi, Alfano, eletto nuovamente alla Camera, diviene componente della commissione Bilancio di Montecitorio. Ancora deputato nel 2008, è considerato da Silvio Berlusconi uno dei giovani emergenti del partito e dall’8 maggio dello stesso anno è Ministro della Giustizia. Con i suoi 37 anni è il più giovane Ministro della Giustizia della storia repubblicana. Il suo primo provvedimento è stato il cosiddetto ‘lodo Alfanò, legge approvata il 22 luglio del 2008 che prevede la sospensione dei processi a carico delle quattro più alte cariche dello Stato per l’intera durata del loro mandato. La legge è poi stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale nell’ottobre 2009. Il 27 luglio 2011 Alfano si dimette dalla carica di Guardasigilli per ricoprire quella di segretario del Pdl. Alle ultime elezioni è stato eletto (per la quarta volta) deputato. Dopo la nascita della formazione politica del Nuovo Centrodestra, nato da una costola del Pdl, Alfano ne prende la guida pur non lasciando i suoi incarichi al Viminale e alla vicepresidenza del Consiglio nel governo guidato da Enrico Letta. Nel corso del suo incarico di ministro è stato investito dalle polemiche legate al cosiddetto Caso Shalabayeva. Nato e relazioni con Usa, Mogherini alla FarnesinaIl nuovo ministro degli Esteri, Federica Mogherini, è nata a Roma nel 1973. Da dicembre 2013 fa parte della segreteria nazionale del Pd ed è responsabile Europa e Affari Internazionali del Partito Democratico. Laureata in scienze politiche, sposata e madre di due figlie, è eletta alla Camera dei Deputati nel 2008, dove è presidente della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare della NATO e membro delle Commissioni Esteri e Difesa. Coordina il Gruppo interparlamentare per la Cooperazione allo Sviluppo. è membro dello IAI (Istituto Affari Internazionali), del Consiglio per le relazioni fra Italia e Stati Uniti, del Network europeo per il Disarmo e la Non Proliferazione Nucleare (ELN), ed è fellow del German Marshall Fund degli Stati Uniti. In precedenza è stata responsabile delle relazioni internazionali dei DS, responsabile esteri della Sinistra giovanile, vicepresidente della Ecosy e dello European Youth Forum. Da Fmi a Ocse, ora Padoan alla guida dell’EconomiaAi vertici dell’Ocse dal 2007, Pier Carlo Padoan è stato designato pochi giorni fa alla Presidenza dell’Istat, ma il trasloco ora lo dovrà fare in via XX Settembre, dove assumerà il ruolo di ministro dell’Economia e delle Finanze. Padoan, 64 anni, ritenuto un «tecnico», non è la prima volta che risponde alle richieste di un suo contributo da parte della politica: dal 1998 al 2001 è stato infatti consigliere economico dei presidenti del Consiglio Massimo D’Alema e Giuliano Amato e responsabile della politiche economiche internazionali. E nei negoziati dell’Agenda 2000 per il bilancio UE, l’Agenda di Lisbona, negli incontri bilaterali e i vertici del G8, ha rivestito il ruolo di responsabile per il coordinamento della posizione italiana. Dal 2001 al 2005 direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale, Pier Carlo Padoan è stato anche professore di Economia all’Università La Sapienza di Roma, del College of Europe e visiting professor in Italia, Argentina, Giappone, Polonia e Belgio, nonché direttore della Fondazione Italianieuropei, oltre che consulente della Banca Mondiale, della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea. Nel 2007 è poi approdato all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico come vice-segretario, per poi divenire nel 2009 anche capo economista. Ed è proprio in questa veste che Padoan ha partecipato in questi giorni al G20 di Sidney, dove è stato raggiunto dalla notizia che Matteo Renzi ha optato per lui come capo del Mef. Un G20 che il ministro uscente, Fabrizio Saccomanni, ha dovuto disertare, proprio in vista del ‘cambio della guardià in corso. Orlando, da ex portavoce Pd a GuardasigilliAndrea Orlando è il nuovo ministro della Giustizia. Nato a La Spezia nel 1969, Orlando comincia l’attività politica giovanissimo. Nel 1989 diventa segretario provinciale della Fgci (Federazione giovanile comunista) e l’anno successivo viene eletto nel consiglio comunale della Spezia con il Pci. Dopo lo scioglimento del Pci, è rieletto con il Pds. Nel 1995 diventa segretario cittadino del nuovo partito, nel 1997. Nel 2000 entra a far parte della segreteria regionale come responsabile degli Enti locali dei Ds. Nel 2003 è chiamato alla Direzione nazionale del partito da Piero Fassino, prima con il ruolo di viceresponsabile dell’Organizzazione e poi come responsabile degli Enti locali (2005) e ancora, nel 2006, come responsabile dell’organizzazione entra a far parte della segreteria nazionale del partito. Nel 2006 si presenta alle Elezioni politiche del 9 e 10 aprile venendo eletto nelle liste dell’Ulivo nella X circoscrizione (Liguria). Allo scioglimento dei DS, nel Congresso dell’aprile del 2007, segue la linea della maggioranza del partito. Confluisce nel Partito democratico, diventandone il responsabile dell’organizzazione. Alle politiche del 2008 viene rieletto per il Pd alla Camera dei deputati nella circoscrizione Liguria. Componente delle commissioni Bilancio e Antimafia, il 14 novembre 2008 è nominato portavoce del Pd da Walter Veltroni, incarico confermato da Dario Franceschini. Nel novembre del 2009 Pier Luigi Bersani, neoeletto segretario nazionale del Pd, lo nomina presidente del Forum giustizia del Partito. è stato rieletto alla Camera nelle elezioni dello scorso febbraio. Dopo aver guidato il dicastero dell’Ambiente nell’esecutivo di Enrico Letta, il segretario del Pd, Matteo Renzi, da oggi anche premier designato, lo ‘spostà a via Arenula. Roberta Pinotti: la prima donna ministro della DifesaNata il 20 maggio 1961 a Genova, Roberta Pinotti è sposata e ha due figlie ed è il sottosegretario uscente al dicastero di Via XX Settembre, 8. Laureata in lettere, insegnante negli istituti superiori, è senatrice del gruppo del Partito Democratico ed è stata sottosegretaria, sempre alla Difesa, nel governo Letta. Ha iniziato il suo percorso politico dal basso, negli anni Novanta, accumulando esperienze sia all’interno del suo partito (Pci-Pds-Ds-Pd) sia in campo amministrativo, fino ad arrivare a ricoprire ruoli di particolare delicatezza e responsabilità nel settore della Difesa, ritenuti fino a quel momento monopolio maschile. Dopo l’esordio in politica avvenuto con l’elezione a consigliere nella circoscrizione genovese di Sampierdarena, ha conciliato l’attività nel partito con quella di amministratrice. Dal 1993 al 1997 ha ricoperto l’incarico di assessore provinciale alla Scuola e alle Politiche Giovanili e Sociali della Provincia di Genova e dal 1997 al 1999 è stata assessore alle Istituzioni scolastiche del Comune di Genova. Nel frattempo ha continuato la sua militanza nei Democratici di Sinistra, fino a diventare segretaria provinciale a Genova, dal 1999 al 2001. Sostenitrice fin dal suo nascere dell’avventura politica dell’Ulivo, Pinotti entra in Parlamento nel maggio 2001, eletta alla Camera dei Deputati. Rieletta nelle liste dell’Ulivo nell’aprile 2006, diviene Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, prima donna italiana a ricoprire questo ruolo. Nel Partito Democratico, è stata prima responsabile nazionale per la sicurezza, poi ministro ombra della Difesa e infine capo del Dipartimento Difesa. Rieletta in Senato nel 2008, è stata eletta nel 2010 vicepresidente della Commissione Difesa del Senato. In tale ambito è stata promotrice di molteplici atti parlamentari tra cui la riforma del codice penale militare e la messa al bando delle bombe a grappolo. Sempre in tale veste ha presentato diversi disegni di legge tra i quali una legge quadro sulle missioni internazionali e una relativa ai benefici a favore del personale militare esposto ad amianto. Nell’ottobre 2008 è stata insignita della Legione d’onore presso l’Ambasciata di Francia in Italia. Poletti, leader Legacoop per il LavoroNato a Imola nel 1951, Giuliano Poletti, appena nominato ministro del Lavoro, ha conseguito il diploma di perito agrario nel 1970 presso l’ITAS di Imola. Dai 19 anni ha esercitato l’attività di Tecnico Agricolo presso la COPAI (Cooperativa di Servizi per l’Agricoltura). Fu eletto nel 1976 Assessore Comunale all’Agricoltura e alle Attività Produttive del Comune di Imola, carica che ricoprì sino al 1979. Parallelamente ad un crescente impegno politico nel Partito Comunista Italiano, fu eletto dal 1982 al 1989 Segretario della Federazione del PCI di Imola. è stato anche Vice Presidente del Circondario Imolese e Consigliere Provinciale a Bologna. All’impegno politico-amministrativo ha affiancato quello professionale, esercitato dal 1978 in qualità di Presidente dell’ESAVE (Ente per gli Studi e l’assistenza vinicola ed enologica dell”Emilia Romagna), incarico mantenuto fino al 1990. Dal 1992 al 2000 è anche Presidente di EFESO, l’Ente di Formazione della Legacoop Emilia Romagna. Da quella data fino al settembre 2000, è stato Presidente della Legacoop di Imola, che lascia per assumere l’incarico di Presidente della Legacoop Regionale Emilia Romagna e Vicepresidente Legacoop Nazionale. Viene nominato presidente nazionale di Legacoop nel 2002 e dal febbraio 2006 è anche presidente di Coopfond, la società che gestisce il fondo mutualistico per la promozione cooperativa (alimentato dal 3% degli utili annuali di tutte le cooperative aderenti a Legacoop). A febbraio del 2013 è stato eletto presidente dell’Alleanza delle Cooperative dalle assemblee di Confcooperative, Legacoop e Agci. Guidi, dai giovani di Confindustria allo SviluppoUn’imprenditrice guiderà il ministero dello Sviluppo Economico: Federica Guidi, modenese, classe 1969, laureata in Giurisprudenza, passerà al dicastero di via Vittorio Veneto dalla Ducati Energia di Bologna, fondata dal padre Guidalberto, per anni vicepresidente di Confindustria. Laureata in giurisprudenza, Guidi lavora per due anni come analista finanziario e nel 1996 entra nell’azienda di famiglia. Dal 2002 al 2005 è stata Presidente regionale dei Giovani imprenditori dell’Emilia-Romagna e vicepresidente degli imprenditori della Regione, per i successivi tre anni ha poi affiancato Matteo Colaninno come vicepresidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, di cui poi è diventata Presidente proprio nel 2008. Nel 2013 diventa Consigliere di Amministrazione del nascita del Fondo Italiano d’Investimento SGR S.p.A.. Giànel 2012, quando aveva iniziato a spirare vento di elezioni, si era parlato di lei per un possibile ticket con Silvio Berlusconi, se quest’ultimo fosse riuscito a tornare a Palazzo Chigi, e Guidi, in un’intervista, dichiarò che «nella vita, per tutti, vale “mai dire mai”». Classe ’78 e nonni contadini, Martina all’AgricolturaMaurizio Martina è promosso da sottosegretario alle Politiche Agricole (governo Letta) a ministro dello stesso dicastero, con Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Nato a Calcinate, in provincia di Bergamo, nel 1978, già dall’adolescenza si dedica insieme alla passione per la politica e a quella per l’agricoltura, conseguendo il Diploma di maturità all’Istituto tecnico Agrario di Bergamo e aderendo al Movimento degli studenti. A 21 anni è consigliere comunale di Mornico al Serio con una lista civica, mentre tre anni dopo entra nella segreteria nazionale della Sinistra Giovanile come responsabile Lavoro e assume la carica di segretario regionale. Sino a diventare nel 2004 segretario provinciale dei Democratici di Sinistra di Bergamo e nel 2007 segretario regionale dei DS. Nell’aprile del 2007 viene eletto segretario regionale del Partito Democratico lombardo, incarico confermato poi nel 2009. Per Martina, laureato in Scienze politiche e padre di due figli, il binomio politica-agricoltura ha un riconoscimento ufficiale nel 2009, quando l’allora segretario del Pd Dario Franceschini lo nomina Responsabile nazionale Agricoltura nella nuova Segreteria. è del 2 maggio 2013 la nomina a sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali nel Governo Letta. Sul suo sito internet, dopo data e luogo di nascita, il nuovo ministro delle Politiche agricole scrive: “Mio padre e mia madre hanno sempre lavorato in fabbrica, mentre i miei nonni erano contadini”. Giannini, una “secchiona allegra” all’IstruzioneNata a Lucca nel 1960, Stefania Giannini, dopo oltre 20 anni di carriera accademica, approda nel 2013 alla politica, sino a diventare oggi ministro dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca. “Una secchiona allegra”, si definì in un’intervista e sul suo essere dedita allo studio fa fede l’ampio curriculum. A 31 anni per Giannini è il momento di diventare professore associato di Glottologia e Linguistica, mentre due anni dopo le viene assegnata la cattedra di Fonetica e Fonologia Presso l’Università per Stranieri di Perugia. Nel ’94, quando è già madre di due figli, aggiunge ai suoi impegni la cattedra di Sociolinguistica, per diventare nel 1999 professore ordinario di Glottologia e Linguistica e titolare della cattedra di Linguistica generale presso l’Università di Perugia. Solamente l’anno dopo approda alla direzione del Dipartimento di Scienze del Linguaggio, incarico che riveste sino al 2004, quando viene promossa rettore dell’Università per stranieri di Perugia. Negli anni intanto si moltiplicano e susseguono anche incarichi di diversa natura: rappresentante per l’Italia nel Comitato di Selezione del programma Erasmus Mundus presso la Commissione Europea, componente del Tavolo Interministeriale per la cooperazione allo sviluppo presso la Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, membro del Comitato di presidenza della conferenza dei rettori delle università italiane e del Comitato di orientamento strategico per le relazioni scientifiche e culturali fra Italia e Francia e infine presidente della Società Italia di Glottologia. Si arriva così allo scorso anno quando l’ex presidente del Consiglio, Mario Monti, la candida per il Senato nella sua lista alle elezioni politiche di febbraio: non solamente viene eletta, ma il novembre successivo viene nominata segretario e coordinatrice di Scelta Civica. In questo anno trascorso da parlamentare, Giannini è divenuta anche presidente della delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’Iniziativa Centro Europea. Oggi l’approdo al ministero di Viale Trastevere, come nuova tappa di un percorso di impegno per la valorizzazione dell’istruzione e dell’insegnamento. Maurizio Lupi confermato al ministero delle Infrastrutture e dei TrasportiNato a Milano nel 1959, Maurizio Lupi, tifoso milanista, dopo aver conseguito una laurea in Scienze politiche alla Cattolica, avvia i suoi primi passi nel mondo del lavoro nel settore dell’editoria, come amministratore delegato del settimanale “Il Sabato”. Approda poi alla Fiera di Milano, di cui diventa amministratore delegato nel 1993, per rimanerci fino al maggio del 2013. Legatissimo a Comunione e Liberazione, di cui è membro dal 1990, inizia la sua attività politica nel 1993 con la Democrazia Cristiana, quando viene eletto nel consiglio comunale di Milano con la giunta guidata da Marco Formentini. In questi anni, Lupi acquisisce una competenza specifica nel settore delle infrastrutture: dal 1997 al 2001 è stato infatti nominato assessore allo Sviluppo del territorio, edilizia privata e arredo urbano del Comune di Milano nella giunta di Gabriele Albertini. Nel 2001 approva a Montecitorio come deputato eletto nelle liste di Forza Italia. In quella legislatura continua ad occuparsi di infrastrutture, ricoprendo l’incarico di capogruppo di Forza Italia nella Commissione della Camera Ambiente, territorio e lavori pubblici. Nell’ambito del partito, diviene invece Responsabile nazionale Dipartimento Lavori pubblici e Territorio. Arriva poi alla guida del dicastero delle Infrastrutture e Trasporti nel 2013, quando presta il giuramento nel governo guidato da Enrico Letta. Durante la sua attività da ministro ha dovuto fronteggiare la crisi della nuova Alitalia-Cai, che sta cercando un rulancio attraverso un’alleanza con la compagnia aerea degli Emirati Etihad. Da Letta a Renzi, ancora Salute per LorenzinBeatrice Lorenzin resta alla guida del ministero della Salute, dopo la conferma ottenuta oggi dal premier Matteo Renzi. Nata a Roma nel 1971, Lorenzin inizia la sua carriera nelle fila del movimento giovanile di Forza Italia, in cui entra nel 1996. L’anno dopo, la prima elezione, nella lista di FI, al Consiglio del XIII Municipio di Roma. Un successo che le consentirà di essere nominata coordinatore Regionale del Lazio del movimento giovanile di Forza Italia e nel 2001 di essere eletta Consigliere comunale di Roma. Tra la fine del 2004 e la metà del 2006 è capo della segreteria tecnica di Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri per l’informazione e l’editoria nel governo Berlusconi III, mentre nel maggio del 2005 è nominata Coordinatore Regionale di Forza Italia per il Lazio. Eletta alla Camera nel 2008 con il Pdl, è membro del Consiglio Direttivo del gruppo PdL alla Camera e della commissione Affari Costituzionali della Camera, della Commissione Bicamerale per l’Attuazione del Federalismo Fiscale, della Commissione Parlamentare per l’Infanzia. Riconfermata alla Camera alle elezioni 2013. è tra i principali protagonisti della fuoriuscita dal Pdl, guidata da Angelino Alfano, culminata con la nascita del Nuovo Centrodestra. Riforme e Rapporti Parlamento per la renziana BoschiMaria Elena Boschi, nuovo ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento, è nata il 24 gennaio 1981 a Montevarchi, in provincia di Arezzo, e risiede a Laterina (Arezzo). Laureata in giurisprudenza, vive a Firenze, dove svolge la propria attività di avvocato esperta in diritto societario con particolare attenzione al diritto commerciale. Membro del CdA di Publiacqua SpA – la società affidataria della gestione del servizio idrico integrato in un territorio che interessa le quattro province toscane di Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo – ha rassegnato le dimissioni il 4 giugno 2013. Fa parte della direzione del Partito Democratico di Firenze. Ha sostenuto la candidatura di Matteo Renzi alle primarie del centrosinistra del 2012. Viene candidata dal Pd nella circoscrizione Toscana, ed eletta alla Camera, alle elezioni politiche del 2013. Il 9 dicembre 2013 diviene membro della segreteria nazionale del Partito Democratico, con a capo il nuovo segretario nazionale Renzi, con il ruolo di responsabile alle riforme. Franceschini, un’anima «popolare» per la CulturaDario Franceschini, già responsabile dei Rapporti per il Parlamento nell’esecutivo Letta, è il nuovo ministro per i Beni culturali nel governo guidato invece da Matteo Renzi. Laureato in Giurisprudenza, Franceschini è nato a Ferrara nel 1958. Suo padre Giorgio, partigiano, fu eletto alla Camera nelle liste della Dc nelle elezioni politiche del 1953 e nel 1958. è stato segretario del Pd dal febbraio all’ottobre del 2009, dopo le dimissioni di Walter Veltroni. Dal 2009 al 2013 è capogruppo del partito alla Camera. Si iscrive alla Dc dopo l’elezione a segretario di Benigno Zaccagnini nel 1975. Nel 1980 diventa consigliere comunale di Ferrara e nel 1983 capogruppo consiliare. L’anno seguente entra nella Direzione nazionale del movimento giovanile Dc. Nel fase di trasformazione della Dc in Partito popolare si schiera a favore di una stabile alleanza tra centro e sinistra. Dopo un periodo trascorso nel movimento dei Cristiano sociali, ritorna nel Ppi di cui diventa vicesegretario dal 1997 al 1999. Entra nel secondo governo D’Alema come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle riforme istituzionali, riconfermato poi dal successivo governo Amato. Nelle elezioni politiche del 2001 è eletto deputato, poi è tra i fondatori della Margherita. Rieletto deputato nel 2006, si dimette da coordinatore della Margherita ed è eletto presidente del gruppo dell’Ulivo a Montecitorio. Nel 2007, quando si fonda il Pd, Franceschini è eletto vicesegretario del partito. Nel 2009 si candidata alle primarie del Pd per l’elezione del segretario insieme a Pier Luigi Bersani e Ignazio Marino, dove ottiene il 34%. Il 17 novembre 2009 viene eletto Presidente del Gruppo parlamentare del Pd alla Camera. Poi forma la componente Area democratica a cui aderiscono fra gli altri Piero Fassino, David Sassoli, Debora Serracchiani, Franco Marini, Antonello Soro, Sergio D’Antoni, Marina Sereni. Dal 2007 ha pubblicato tre romanzi per l’editore Bompiani. Pubblica amministrazione per Madia, responsabile lavoroMarianna Madia, reponsabile Lavoro del Pd, è il nuovo ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione. Nata nel 1980, si laurea nel 2004 con lode alla facoltà di Scienze politiche (indirizzo politico-economico) all’Università La Sapienza di Roma con una tesi sulla teoria economica del mercato del lavoro tra regolazione e sindacato. Continua gli studi in economia all’Imt di Lucca e nel 2008 diventa dottore di ricerca con una tesi in economia del lavoro. Ricercatrice all’Arel, Agenzia di ricerca e legislazione fondata da Nino Andreatta, dove coordina la redazione della rivista mensile telematica ELE (Europa Lavoro Economia) www.arel.it, ha fatto parte della segreteria tecnica del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. HA curato il volume Un welfare anziano. Invecchiamento della popolazione o ringiovanimento sociale? (Il Mulino, 2007) ed è stata coordinatrice dell’osservatorio Energia e Ambiente dell’Arel. Per Rai Educational, ha ideato e scritto la prima serie del programma E-cubo (Energia Ecologia Economia). Eletta la prima volta al Parlamento nel 2008 viene riconfermata – con le primarie dei parlamentari – alle elezioni del 2013, per la circoscrizione di Roma. Si occupa dei temi del lavoro e della precarietà. Galletti, un centrista alla guida dell’Ambiente Il ministro dell’Ambiente designato, Gian Luca Galletti, classe 1961, bolognese, approda al suo nuovo incarico dopo aver ricoperto la carica di sottosegretario al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca con il ministro Maria Chiara Carrozza nell’esecutivo Letta. Laureato in Scienze economiche e commerciali all’Università di Bologna è dottore commercialista e revisore ufficiale dei conti, ed ha svolto consulenza fiscale, civilistica e societaria per primarie società e istituti di credito. è sposato ed ha 4 figli. Eletto deputato per l’Udc nella XV legislatura (2006-2008, dal 2008 è vicecapogruppo vicario dell’Udc alla Camera dei deputati, nell’aprile 2012 viene eletto capogruppo Udc subentrando a Pier Ferdinando Casini. Nel 2010 è stato candidato alle elezioni regionali come Governatore dell’Emilia Romagna per l’Udc, ottenendo il 4,2% delle preferenze. Il ministro dell’Ambiente designato vanta una solida esperienza territoriale: è stato consigliere comunale a Bologna dal 1990 al 2009, componente dell’Alta commissione di Studio (organo ministeriale per la riforma della Finanza pubblica), assessore al Bilancio e alla programmazione economica del Comune di Bologna (1999-2004), consigliere regionale nell’assemblea legislativa regionale dell’Emilia Romagna (2005-2006). Lanzetta, il sindaco antimafia agli Affari RegionaliA Maria Carmela Lanzetta, un sindaco antimafia, calabrese e civatiana, è stato affidato da Matteo Renzi il ministero per gli Affari Regionali. Nata nel 1955 a Mammola, in provincia di Reggio Calabria, laureata in farmacia all’Università di Bologna, madre di due figli, Lanzetta è da anni nel mirino della ‘Ndrangheta per avere tentato di riportare la legalità nel comune di Monasterace, un paese della Locride, del quale era diventata sindaco il 28 maggio 2006. Il suo impegno per imporre il pagamento dei tributi per tutti, per il sostegno ai vigili contro gli abusi, per sottrarre allo sfruttamento dei ‘padroncinì le lavoratrici delle serre, la portano a subire prima l’incendio della sua farmacia e poi un attentato alla sua automobile: lei fa conoscere a tutta Italia le vicende della sua terra diventando simbolo delle donne sindaco della Calabria. Nel luglio del 2013 Lanzetta si dimette da sindaco in polemica per essere stata lasciata sola dal resto della politica nella sua lotta contro la ‘Ndrangheta. Lanzetta approda alla Direzione Nazionale del Pd e alle primarie del partito sostiene Pippo Civati, ora alla guida di una delle minoranze, che è stato colto di sorpresa alla notizia che ‘la sindaco antimafià è divenuta ministro.