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Governo: giuramento e primo Cdm per Renzi, «ora tutti al lavoro»

Nulla a che vedere con quanto accadde il 29 aprile del 2013, giorno del giuramento del governo Letta, quando in attesa che i ministri giungessero dal Quirinale a Palazzo Chigi uno squilibrato sparava contro i carabinieri in servizio di sicurezza davanti la sede del governo. L’unico momento degno di nota della giornata è stato rappresentato dalla freddezza, visibilmente ostentata davanti a telecamere e fotografi, con la quale Letta ha consegnato il campanello – che il premier usa nelle riunioni del Consiglio dei ministri – al suo successore Renzi.

La giornata si è aperta alle 11.30 al Quirinale, con la cerimonia del giuramento del nuovo esecutivo nelle mani del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Presenti nel Salone delle Feste quindici ministri su sedici, non essendo ancora rientrato in Italia da Sidney – dove partecipava al G20 – il neo ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Il titolare del ministero di via XX Settembre giurerà con ogni probabilità lunedì.

Una ideale fotografia della nuova squadra, seduta su due file nel salone in attesa di giurare fa emergere due dati significativi, considerati caratteristici della nouvelle vogue renziana: il ristretto numero di ministri rispetto a formazioni passate, sedici, e l’assoluto equilibrio di genere con il 50% di donne.

Tutti poi a Palazzo Chigi per il primo Consiglio dei Ministri, preceduto dal tradizionale passaggio di consegne (formalizzato dalla cerimonia della campanella) fra il premier uscente e quello entrante. Una cerimonia durata non più di venti secondi, con un Letta gelido, silenzioso, che ha evitato di guardare Renzi e che si è congedato dal suo successore con una fugace stretta di mano ed un laconico «arrivederci». Il sindaco di Firenze (tale è ancora fino alla decadenza che interverrà nei prossimi giorni) è sembrato per un momento non sapere cosa fare e da che parte muoversi, con un sorriso forzato sul viso. Letta lascia poi Palazzo Chigi, passando in rassegna nel cortile il picchetto d’onore, tra gli applausi dei dipendenti del palazzo. L’ex premier ringrazia commosso, con ampi gesti e mettendosi la mano destra sul cuore.

Cominciato il Consiglio dei Ministri, con Renzi che scampanella e dice ai colleghi di governo: «È finita la ricreazione». Una riunione non breve – aperta dal premier con i ringraziamenti a Napolitano e a Letta – durata più di un’ora e durante la quale si è provveduto alla nomina di Graziano Delrio a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e segretario delle riunioni di governo. Inoltre, Renzi avrebbe sollecitato i ministri ad essere cauti nelle loro dichiarazioni e a privilegiare il lavoro di squadra piuttosto che le iniziative di carattere personale. Al termine, come detto da alcuni ministri all’uscita di Palazzo Chigi, “tutti a lavorare” nei propri uffici.

Dopo aver fatto, anche questa ritualità istituzionale, i passaggi di consegne con i rispettivi predecessori. Il prossimo appuntamento per il governo è ora quello della fiducia. Lunedì pomeriggio Renzi interverrà in aula al Senato con conseguente dibattito e voto in serata. Alla Camera il premier si presenterà nella mattina del giorno successivo. Nel pomeriggio di martedì potrebbe svolgersi il Consiglio dei ministri per la nomina di sottosegretari e viceministri.