Italia
IMMIGRAZIONE, APPROVATA LA NUOVA LEGGE
Questi i punti essenziali della legge.
L'”arresto effettivo” per l’immigrato clandestino scatta al terzo tentativo di rientro in Italia senza permesso. Al primo accertamento che verifica l’entrata illegale del clandestino, scatterà l’accompagnamento alla frontiera. Siccome la maggiore difficoltà che finora ha impedito di eseguire questa misura ha riguardato l’identificazione del clandestino, e dunque l’identificazione dello Stato di provenienza, si prevede l’allungamento del periodo di permanenza negli appositi centri dagli attuali 20 giorni, prorogabili di ulteriori 10 giorni, a 30 giorni, prorogabili di altri 30.
Per favorire l’identificazione dell’immigrato, inoltre, la legge impone di prendere le impronte digitali a tutti gli immigrati extracomunitari.
Se il clandestino una volta espulso rientrerà ancora in Italia, potrà essere arrestato in flagranza e finire in carcere con una pena di minimo sei mesi, massimo un anno, commutabile in espulsione. Al suo terzo tentativo di entrare illegalmente in Italia, il clandestino rischierà da uno a quattro anni di carcere.
Avere un contratto di soggiorno per lavoro diventa requisito essenziale per il rilascio del permesso di soggiorno, la cui durata è commisurata alla durata del lavoro se si tratta di lavoro stagionale o a tempo determinato. Se si tratta di lavoro a tempo indeterminato, c’è rinnovabilità del permesso.
Le quote saranno fissate con uno o più decreti l’anno sulla base dell’inserimento nel mondo del lavoro e, quindi, delle disponibilità ad assumere da parte del mondo produttivo.
I lavoratori di origine italiana residenti in paesi non comunitari (per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in linea retta di ascendenza, cioè il bisnonno) potranno accedere al mercato del lavoro italiano in via privilegiata. Si prevede, infatti, che nei decreti suddetti sia loro riservata una quota preferenziale.
Le restrizioni varranno anche per il mondo dello sport. Ogni anno un decreto del ministro dei Beni culturali fisserà, su proposta del Coni (Comitato olimpico nazionale italiano), il numero massimo degli sportivi stranieri che potranno svolgere attività professionale e retribuita in Italia. Le quote saranno poi ripartite fra le società sportive.