Italia

IMMIGRAZIONE, CARD. MARTINO (SANTA SEDE): NO A POSIZIONI DI SUPERIORITÀ O DI DOMINIO

“Se vogliamo crescere come singoli e come società bisogna accettare di essere per l’altro quello che l’altro è per noi, così da rifuggire posizioni di superiorità e di dominio. Contrariamente, continueremmo a concepire gli immigrati esclusivamente in base al beneficio che apportano al sistema economico”. Lo ha detto il card. Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, aprendo oggi i lavori del convegno promosso dalla Fondazione Migrantes sul tema “L’integrazione ecclesiale degli immigrati in Italia” (fino al 29). L’emigrato che arriva in Italia – ha proseguito il relatore – si trova di fronte a nuove realtà, “molto spesso, senza che nessuno lo abbia preparato. L’impatto con la società italiana, il più delle volte apre ferite interiori, difficili da rimarginare”. Per il cardinale “il primo problema degli immigrati è quello dell’apprendimento della lingua italiana”, seguito da “diversità di usi e costumi, difficoltà di fare amicizie, incertezza del domani, mancanza di spazi propri, soprattutto in casa, dove molti vivono in coabitazione”. Il posto di lavoro è invece “uno dei principali luoghi d’integrazione sociale, per gli italiani e anche per gli immigrati”: di qui l’importanza di “aiutare gli immigrati ad inserirsi nel mercato del lavoro e sostenerli nel raggiungimento di obiettivi formativi e professionali”. Tra i principali problemi degli immigrati, il cardinale ha citato quello abitativo, con “costi proibitivi degli affitti nei grandi centri urbani” che spingono l’immigrato verso aree semi-centrali e periferiche e rendono “difficile programmare il futuro”. Anche la scuola, per il porporato, è “uno degli elementi fondamentali per l’integrazione degli immigrati nel nostro Paese”. In tale contesto, “un primo strumento ai fini di una compiuta educazione interculturale è l’insegnamento della lingua italiana, facendo attenzione, comunque, che non si perda la lingua del Paese d’origine”. Parlando di “immigrazione irregolare”, il card. Martino ha evidenziato che l’immigrato diviene “la vittima preferenziale delle associazioni a delinquere, come nel caso dello sfruttamento della prostituzione e del ‘nuovo commercio’ della contraffazione, dello spacciatore di droga, dei gruppi organizzati per il furto, delle attività legate allo sfruttamento, alla riduzione in schiavitù e all’estorsione”. Secondo il porporato, “le migliori soluzioni ai problemi sociali degli immigrati provengono dalle persone che vivono sul territorio”. “E’ proprio qui – ha concluso – che la società intera si attende un contributo speciale dalla Chiesa”, la quale “ha sempre incoraggiato l’integrazione e lo scambio e si è impegnata a dare un nuovo impulso all’accoglienza”.Sir