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IMMIGRAZIONE: MONS. SIGALINI, «MODIFICARE IL DDL PER GARANTIRE DIRITTO ALLA CURA»

Auspica che alla Camera il “provvedimento venga rimodulato diversamente e che venga data la possibilità alle persone di curarsi”: così mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e segretario della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei, parlando oggi alla Radio Vaticana a proposito del provvedimento approvato ieri al Senato sulla possibilità di denunciare gli immigrati clandestini che vanno a farsi visitare in strutture sanitarie pubbliche. Perché “il sì della Chiesa alla vita per Eluana va di pari passo al sì al rispetto della vita degli immigrati irregolari”. “Come siamo contro l’aborto, come siamo contro l’eutanasia, siamo contro tutte le misure contro la vita – precisa mons. Sigalini -: ma l’essere contro non è sufficiente per noi cristiani. Facciamo degli interventi concreti che permettano di fare quello che lo Stato attualmente non fa. Allora noi, rispettando le leggi, ma dentro una carità che ci obbliga anche ad andare contro eventuali sanzioni, vogliamo aiutare le persone”. Mons. Sigalini annuncia che “come Chiesa, la Caritas si attrezzerà e quindi, tutti i cristiani che vogliono esprimere solidarietà, si attrezzeranno per aiutare questi malati perché, alle volte, i casi sono anche veramente gravi”. “Immaginiamo una donna che deve partorire – prosegue il vescovo di Palestrina -, non può rischiare di partorire in casa dopo aver fatto una grande fatica per convincersi a tenere il bambino perché l’abbiamo aiutata ad avere speranza, visto che l’80% di donne immigrate praticano l’aborto. Noi riusciamo ad intercettare questi bisogni e non vorremmo che questo aiuto non venga più accolto”. Mons. Sigalini conclude auspicando che alla Camera “ci siano delle prese di posizione un po’ diverse, che il provvedimento venga rimodulato diversamente e che venga data la possibilità alle persone di curarsi. C’è anche il pericolo di malattie infettive che non vengono denunciate, è quindi un danno anche per gli altri cittadini, anziché un provvedimento sulla sicurezza. Noi, come cristiani, ci attrezziamo per esprimere sempre di più la solidarietà. Cercheremo di intavolare nuovi discorsi su questa nuova legge per trovare i percorsi che siano capaci di garantire la sicurezza al cittadino ma di garantire, prima di tutto, il diritto alla vita a queste persone”. Radio Vaticana ha anche intervistato il presidente dell’Associazione dei medici cattolici, Vincenzo Saraceni, che ha espresso di nuovo la propria contrarietà al provvedimento, giudicato “assolutamente inopportuno”: “Ritengo che i medici non usufruiranno di questa possibilità”, dice, augurandosi che “si torni alla legislazione precedente”.Sir