Italia

IMMIGRAZIONE: MONS. VEGLIÒ (P. CONS. MIGRANTI), RIVEDERE MISURE CONTROLLO FLUSSI

Sull’immigrazione “l’Italia è chiamata a fare maggiormente la sua parte, ma così anche l’Unione europea, perché il fenomeno migratorio riguarda tutti e porta necessariamente a rivedere certe impostazioni del passato: il controllo dei flussi è una misura necessaria, ma il contrasto sarà molto dispendioso e, a lungo termine, anche privo di efficacia se non sarà basato su criteri di solidarietà”. Lo ha affermato oggi a Roma l’arcivescovo Antonio M.Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, durante la presentazione, nella sede della rappresentanza italiana della Commissione europea, del Glossario multilingue “Migrazione e asilo” realizzato dall’European Migration Network. “Siamo in ritardo – ha detto mons. Vegliò – nel prendere coscienza che l’immigrazione in Europa non è una componente opzionale e che il futuro del continente è ad essa vincolato: in particolare il futuro dell’Italia, a causa dell’andamento demografico negativo, non è concepibile senza l’apporto di una quota annuale di immigrati, come hanno posto in evidenza demografi ed esperti del mercato occupazionale”. Attualmente, ha osservato, “prevale la paura di una invasione di quanti scappano dall’Africa, e in particolare dai Paesi arabi del Nord del continente, dove la precaria situazione economica e il deficit di democrazia hanno portato a rivolte popolari”. “Indubbiamente – ha sottolineato mons. Vegliò – tutto ciò esige nuove regole, trattati multilaterali e misure internazionali concordate, ma non a prescindere dal principio fondamentale della solidarietà: se da una parte va dispiegata maggiore sollecitudine nei confronti dei richiedenti asilo e di quanti sono bisognosi di protezione umanitaria, dall’altra non devono essere preclusi tutti gli spazi ai migranti per motivi economici”. Secondo l’arcivescovo risulta invece “sempre più diffusa l’avversione a priori nei confronti dello straniero e preoccupano i comportamenti improntati al razzismo, che non costituiscono solo una sbandamento di singoli cittadini, ma talvolta trovano una sorta di giustificazione a livello culturale, religioso e politico”. “Con serenità, ma con fermezza – ha detto -, va ribadito che questa impostazione è totale dissonanza con il messaggio di Gesù Cristo e con l’insegnamento della Chiesa”. Questo perché “la nostra identità, basata sulla formazione cristiana e sulla tradizione occidentale, è chiamata a confrontarsi con ciò che è diverso, senza inquadrarlo negativamente”, altrimenti “si pregiudica l’impostazione in grado di garantire una fruttuosa convivenza”. L’arcivescovo ha perciò lodato iniziative come il Glossario plurilingue, “un contributo notevole per una corretta comunicazione su una materia sempre più attuale e, nello stesso tempo, sempre più controversa”.Sir