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INCISA VALDARNO, INAUGURATO A BURCHIO PRIMO POLO EUROPEO ECONOMIA DI COMUNIONE

Nasce in Toscana, a Burchio, frazione di Incisa Valdarno (Firenze), il primo polo europeo di imprese che appartengono all’economia di comunione, il progetto lanciato da Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari, in Brasile nel 1991. Nel polo sono già insediate 15 imprese che, secondo il loro statuto, destineranno il 30% degli utili a un fondo di solidarietà per i poveri.

Il polo, che sarà inaugurato ufficialmente sabato prossimo ma già in questi giorni è aperto al pubblico per visite e seminari, è situato vicino a Loppiano, piccolo borgo sulle colline a sud di Firenze dove negli anni ’60 si è stabilita una comunità di Focolari. Le aziende del polo provengono da tutta Italia, hanno ragioni sociali varie e si occupano di diverse attività, dall’alimentare ai servizi, dal tessile all’artigianato: per il primo anno di attività il fatturato stimato è di due milioni di euro.

Sinergia all’interno e apertura verso il mondo sono le parole chiave del polo di economia di comunione di Burchio. Si capiscono anche dall’architettura: ogni azienda ha un ingresso nella grande hall comune e uno direttamente sulla parte esterna. Ma ci sono altre parole chiave: dare e condividere con i più poveri. Così che le aziende del polo pensano non ad accumulare, come vuole l’economia capitalistica, ma a distribuire anche a chi ha bisogno. Per statuto a loro rimane circa il 30% degli utili.

Il polo di Burchio, piccolissima frazione di Incisa Valdarno, sulle colline a sud del capoluogo toscano, a due passi da Loppiano, storica sede dei Focolari, ti accoglie con due larghe braccia di cotto toscano rosso. “Sta a significare – spiega Alberto Frassineti, consigliere delegato della Edic spa, la società di gestione – la grande apertura con la quale vogliamo spalancare le porte a tutte quelle imprese che mostrano di condividere i nostri ideali”. Dentro, subito una grande hall appunto, ritrovo comune e spazio per riunioni e attività di formazione. Da lì si accede a tanti capannoni inglobati e luminosi dove le aziende producono e distribuiscono i loro prodotti e servizi.

Del polo di Burchio si parla da diversi anni ed è stato naturale pensarlo a poca distanza da Loppiano, dove negli anni ’60 e’ nata una comunità di Focolari e dove ancora oggi vivono trecento persone stanziali animate dallo spirito della fondatrice Chiara Lubich. La struttura è intitolata a Lionello Bonfanti, magistrato e uno dei fondatori della cittadella di Loppiano. “Il polo – spiega l’amministratore delegato di Edic spa Cecilia Mannucci – è costato sette milioni di euro, di cui cinque raccolti tramite i soci e azionisti: hanno risposto in oltre 5600, dal pensionato allo studente”. C’é spazio per una trentina di aziende: ce ne sono al momento 15, alcune sono della zona e spostano semplicemente la sede, altre arrivano da diverse regioni, per altre Burchio serve ad aprire nuove filiali. Dalle cooperative alle società per azioni, si occupano di servizi, tessili, alimentari, arredamento. Presto nascerà anche un poliambulatorio.

“Secondo lo statuto – precisa Mannucci – l’utile viene suddiviso in tre parti: un terzo rimane all’azienda, un terzo serve per finanziare progetti di solidarietà, un altro terzo va a iniziative formative e culturali”. “Le aziende che vogliono aderire – precisa – non devono necessariamente far parte dei Focolari: siamo aperti a qualunque credo, basta che si riconosca nei nostri principi statutari”.

All’appello a lottare contro la povertà e l’ ingiustizia del divario tra ricchi e poveri lanciato da Lubich in Brasile, quindici anni fa, hanno risposto oltre 700 aziende in tutto il mondo, più di 200 in Italia. “Poli analoghi – ha detto Giuseppe Manzo, vicepresidente di Edic spa – sono sorti in questi anni in Brasile e in Argentina, altri sono in costruzione in Portogallo, in Francia, in Belgio e in Slovenia”. Incisa guadagnerà anche in posti di lavoro: si calcola che ne arriveranno un centinaio, quando il polo funzionerà a regime. “Questo progetto – ha sottolineato il presidente della Regione Toscana Claudio Martini – fa capire che a volte è possibile non essere obbligati a scegliere tra dinamismo e competitività da una parte ed etica e solidarietà dall’altra”. (ANSA)