Italia

INDULTO, BILANCIO DOPO 6 MESI: 11% I RECIDIVI, CRIMINI STABILI

La coincidenza vuole che il giorno in cui Cesare Previti, per effetto dell’indulto, può essere affidato ai servizi sociali, il ministero della Giustizia tira le somme sull’effetto che il provvedimento di clemenza varato dal parlamento il 31 luglio scorso ha avuto sulle carceri italiane. Risultato: su 25.694 ex detenuti usciti dal carcere grazie all’indulto, “soltanto” 2.855 (l’11,11%) sono tornati in cella. Un dato,questo, estremamente più basso se paragonato al tasso di recidiva ‘ordinario’ (oltre il 60%) tipico di chi sconta la pena per intero. E ancora: dopo l’indulto i reati sono rimasti pressoché stabili (1.308.113 denunce tra luglio-dicembre 2005 contro 1.310.888 nello stesso periodo del 2006), dimostrando l’ “infondatezza dell’allarme sulla criminalità degli indultati”, mentre a tornare a delinquere sono stati più italiani (1.942 ossia il 12,28% di quelli usciti) che stranieri (1.033 pari al 10,59%).

Sono molti i luoghi comuni sull’indulto che la ricerca dell’Università di Torino – presentata dal sottosegretario alla Giustizia Luigi Manconi e dal capo del Dap Ettore Ferrara – intende sfatare. Mentre i vertici dell’Amapi, l’associazione medici penitenziari, sono in sciopero della fame per protestare contro i tagli in finanziaria (“cercheremo di recuperare i 12,5milioni di euro”, assicura Ferrara), le 33 pagine dello studio sull’indulto fanno emergere molte novità.

Chi torna a delinquere commette innanzitutto reati contro il patrimonio (46,38%), o viola la legge ‘Fini-Giovanardi’ sulla droga (14,48%). Tra i recidivi rientrati in carcere ci sono i giovanissimi (19,96% tra i 18 e i 20 anni), e tra le regioni in cui il tasso di recidiva tra gli indultati è più alto c’é al primo posto la Campania (445 rientrati in carcere in sei mesi, pari al 15,38%), seguita da Liguria (14,72%), Toscana (14,26%), mentre bassi sono i tassi di Piemonte (9,54%), e Sicilia(9,12%).

I dati sono lo spunto per un nuovo rimpallo di accuse tra maggioranza e opposizione. Alleanza Nazionale, con Alfredo Mantovano, ricorda che al varo dell’indulto il governo disse che avrebbe “interessato 12mila condannati, e invece troviamo che se ne sono andati quasi 26mila, cui devono aggiungersi gli oltre 17mila che erano in misure alternative alla detenzione per un totale di 42mila”. Manconi replica accusando Mantovano di dire le “solite vecchie bugie” perché le stime pre-indulto riguardavano solo gli effetti diretti e immediati della misura di clemenza e non anche quelli indiretti e successivi. In ogni caso – afferma il sottosegretario alla Giustizia – la ricerca dell’Università di Torino “non è strumentale a sostenere una tesi”, inoltre “l’indulto da solo non può portare a una riforma del sistema penitenziario per la quale servono l’abrogazione della legge ‘Bossi-Fini’ sull’immigrazione, della ‘Fini-Giovardi’ sulla droga e della ‘ex Cirielli’ sulla recidiva”. (ANSA).