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IRC, FIRMATA NUOVA INTESA CEI-MIUR; CARD. BAGNASCO: DIALOGO E COLLABORAZIONE CON LO STATO

«L’atto che stiamo per compiere non solo conferma lo stile di dialogo e di collaborazione che caratterizza i rapporti tra le nostre istituzioni, ma consolida ulteriormente l’armonioso inserimento dell’insegnamento della religione cattolica nei percorsi formativi della scuola italiana». Lo ha detto il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che oggi ha firmato con il ministro per l’Istruzione, Francesco Profumo, due nuove intese Cei-Miur sull’Insegnamento della religione cattolica. Le due intese, ha spiegato il presidente della Cei, rispondono ad una «duplice esigenza»: da una parte, «ridefinire il profilo di qualificazione professionale dei futuri insegnanti di religione cattolica, armonizzando il percorso formativo richiesto per l’insegnamento della religione cattolica con quanto previsto, oggi, per l’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado in Italia». Dall’altra, «definire una nuova versione delle indicazioni per l’insegnamento della religione cattolica nel secondo ciclo, sulla base dei rinnovati documenti che il Miur ha elaborato in un quadro di riforma dell’intero sistema educativo di istruzione e formazione».

Circa il primo aspetto – ha proseguito il card. Bagnasco – «l’emanazione dell’Istruzione sugli Istituti Superiori di Scienze Religiose, da parte della Congregazione per l’educazione cattolica, e l’approvazione in ambito civile dei nuovi percorsi di formazione accademica per l’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado, così come i passi di riforma che hanno interessato tutto il sistema educativo di istruzione e formazione in Italia, hanno reso necessario procedere all’aggiornamento dell’Intesa in materia di insegnamento della religione cattolica, sottoscritta il 14 dicembre 1985 dal Ministro della Pubblica Istruzione e dal Presidente della Cei». Tenendo conto, inoltre, «del nuovo assetto dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali, nonché dei percorsi di istruzione e formazione professionale», la Cei e il Miur hanno deciso di sottoscrivere le nuove indicazioni per l’insegnamento della religione cattolica nel secondo ciclo, «differenziandole in modo tale da rispecchiare al meglio il carattere e l’impostazione culturale di ciascuna tipologia di scuola e del particolare ordinamento dell’istruzione e formazione professionale». Il card. Bagnasco ha ricordato come la Cei si sia «costantemente» impegnata «nell’aggiornare» i programmi dell’Irc per adeguarli al processo di riforma della scuola italiana, ma anche a considerare l’Irc «espressione dell’impegno educativo della Chiesa nella scuola».

In Italia, circa la metà degli studenti stranieri si avvale dell’Insegnamento di religione cattolica, «confermando la natura scolastica di questa disciplina, a prescindere dall’appartenenza religiosa personale», ha detto il ministro per l’Istruzione, Francesco Profumo. Nelle scuole di secondo grado, la percentuale degli avvalentisi è dell’84%, mentre per la scuola materna si arriva ad oltre il 93%. «Al Nord – ha precisato il ministro – mediamente l’adesione è minore, al Centro si attesta sulla media nazionale, mentre al Sud l’adesione è molto massiccia, del 98-99%». Nel complesso, la percentuale di studenti che si avvalgono nell’Irc «è abbastanza stabile, anche se nel tempo si registra un lieve e costante calo percentuale, su cui incide anche la presenza di alunni stranieri». L’ultima Intesa sull’Irc, ha ricordato il ministro, è stata firmata da Cei e Miur il 14 dicembre del 1985: dopo una prima revisione nel 1990, non si è più provveduto ad ulteriore modifiche. Di qui la necessità di «aggiornare» soprattutto il quarto punto dell’Intesa, che riguarda i profili di qualificazione degli insegnanti. La Commissione paritetica, con l’occasione, ha anche aggiornato lessicalmente l’intero testo, per armonizzarlo: quella di oggi è così una nuova Intesa, che «sostituisce quella precedente». (Sir)