Italia

Il Papa ha incontrato Misericordie e Fratres

di Daniela SchipaUn incontro con il Papa molto caloroso, quello di sabato scorso: settemila volontari di Misericordie e Fratres erano in Vaticano. Arrivati a Roma fin dalle prime luci dell’alba, provenienti da ogni parte d’Italia con un centinaio di pullman, ma anche in treno; emozionati ed entusiasti, nonostante la lunga attesa sotto la pioggia prima di entrare nell’aula Paolo VI.

A guidare i volontari, i rispettivi presidenti: Gianfranco Gambelli, presidente della Confederazione Nazionale Misericordie d’Italia, e Luigi Cardini, presidente della Consociazione Nazionale Fratres. Il cardinale Ennio Antonelli ha diretto la preghiera in preparazione all’arrivo di Benedetto XVI. È stato lui a presentare al Papa le due associazioni, «in qualità di Arcivescovo di Firenze – ha ricordato lui stesso rivolto al pontefice – al quale spetta la guida spirituale della Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze». «Oltre la competenza professionale – ha ricordato Antonelli – occorre un coinvolgimento personale che possa trasmettere e manifestare la vicinanza del Signore stesso alle persone che sono nel bisogno. Le Misericordie d’Italia, sono fermamente intenzionate a camminare per questa via, che per altro pienamente rispondente alla loro secolare tradizione di impegno, premuroso, umile e assolutamente gratuito. Esse vogliono armonizzare la qualità professionale e l’efficienza tecnologica, oggi richieste dai moderni servizi in ambito socio-sanitario, con le forme più semplici e dirette di volontariato. L’azione pratica resta insufficiente se non si rende percepibile l’amore per l’uomo (un amore che si nutre dell’incontro con Cristo), bisogna curare la cultura del dono».

Le confraternite di Misericordia sono con quasi otto secoli di vita la più antica forma di volontariato, oggi largamente diffuse non solo in Italia, ma anche in Europa e nel mondo. Fondate a Firenze nel 1244 da San Pietro Martire allo scopo di «onorare Dio con opere di misericordia verso il prossimo», univano cittadini di ogni ceto impegnati nel più completo anonimato, garantito dal cappuccio, detto «buffa».

Il cammino di fede è ancora oggi un riferimento centrale dell’esperienza associativa, ogni confraternita ha un «correttore», un sacerdote nominato dal vescovo, che si prende cura della formazione spirituale dei fratelli. In Italia le misericordie sono 733 e raccolgono oltre 600 mila iscritti. Oggi Misericordie e Fratres, per ragioni operative, costituiscono due realtà distinte, ma hanno valori e storia comune: la Fratres in pratica è nata da una «costola» delle Misericordie e dal 1950 si dedica alla donazione di sangue. Nel saluto indirizzato al Papa, il presidente delle Misericordie d’Italia Gianfranco Gambelli ha ringraziato Benedetto XVI «per l’attenzione concessa attraverso questa udienza» e «per il dono dell’enciclica Deus caritas est, nella quale ha posto particolare attenzione al mondo dei servizi e di quel volontariato che quotidianamente testimonia gli insegnamenti evangelici. Sarà per noi – ha detto il presidente – luce nel nostro cammino del servizio di carità e amore; una luce in questi tempi nei quali sono ancora più evidenti le disuguaglianze e nei quali c’è più bisogno di Misericordia e di testimoni del Vangelo». Luigi Cardini, presidente Fratres, invece ha parlato della realtà della donazione e, in generale, della «cultura del dono»: «una cultura di amore e di fratellanza di cui ci sembra che la nostra società abbia sempre più disperato bisogno. Il modello al quale ci ispiriamo, è quello del Cristo che dona il Suo Santissimo Sangue per salvarci». L’enciclica «Deus Caritas est» è stata una consegna importante per guidare le associazioni nell’operare sulla via della carità cristiana. In particolare nel punto 31 emerge il significato di carità: «gli affamati devono essere saziati, i nudi vestiti, i malati curati. L’attività caritativa deve essere indipendente da partiti e ideologie, non è un mezzo per cambiare il mondo e non sta al servizio di ideologie mondane, ma è attualizzazione del qui ed ora, dell’amore di cui l’uomo ha sempre bisogno. La carità inoltre non deve essere un mezzo per il proselitismo. L’amore è gratuito, non deve essere esercitato per raggiungere scopi. È compito delle organizzazioni della Chiesa rafforzare i membri, in modo che attraverso il loro agire, il loro parlare, tacere, il loro esempio, diventino testimoni credibili di Cristo».

Benedetto XVI, accompagnato al suo ingresso dall’acclamazione dei confratelli che in coro esultavano con applausi e inni, si è dimostrato grato per il servizio svolto dalle due associazioni: «Alla fine della vita, ci sarà chiesto da Dio se abbiamo amato, concretamente con i fatti. Gesù su questo ci precede, lui per primo ha donato tutto se stesso. L’amore è un linguaggio che giunge diretto al cuore e lo apre alla vita. Le misericordie manifestano l’importanza di conservare le radici cristiane in Italia e in Europa. Il volontariato non deve trasformarsi in attivismo, ma deve tradursi in qualcosa di più: aiuto agli ultimi, ma anche educazione per i giovani, i quali hanno particolarmente bisogno di trovare il senso della propria esistenza. Il mio auspicio è che le Misericordie e i gruppi Fratres crescano e che possano passare il messaggio: c’è più gioia nel dare che nel ricevere».

Il sito della Confederazione nazionale delle Misericordie

Il sito dei Gruppi Fratres