Italia

Il settimanale come palestra di confronto e di dibattito

Continuate ad essere giornali della gente e tra la gente, palestre di confronto e di dibattito leale fra opinioni diverse, così da favorire un autentico dialogo, indispensabile per la crescita della comunità civile ed ecclesiale». Questo l’invito rivolto, il 25 novembre, dal Papa ai partecipanti al convegno della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), che si è svolto a Roma, dal 23 al 25 novembre, in occasione dei 40 anni dalla fondazione sul tema «Cattolici in politica. Liberi o dispersi?». «Da allora – ha detto il presidente della Fisc, don Giorgio Zucchelli – molta strada è stata percorsa. Oggi le testate sono 162 e c’è la speranza di poter realizzare l’idea lanciata al Convegno di Verona: un settimanale per ogni diocesi».

«Di fronte a una multiforme azione tesa a scardinare le radici cristiane della civiltà occidentale – ha detto Benedetto XVI, durante l’udienza, cui ha partecipato, nella sua prima uscita pubblica dopo l’intervento chirurgico, mons. Giuseppe Betori – la peculiare funzione degli strumenti di comunicazione sociale di ispirazione cristiana è quella di educare l’intelligenza e formare l’opinione pubblica secondo lo spirito del Vangelo», offrendo «a tutti un messaggio di verità e di speranza, sottolineando fatti e realtà dove il Vangelo è vissuto, il bene e la verità trionfano, l’uomo con operosità e fantasia costruisce e ricostruisce il tessuto umano delle piccole realtà comunitarie».

Negli ultimi decenni, ha scritto il card. Camillo Ruini, nella prolusione, letta all’Assemblea da don Claudio Giuliodori, «sono cambiati gli scenari culturali», con un confronto, «anche acceso e a volte aspro», sui temi del nascere e del morire, sul rapporto tra scienza ed etica, sul valore del matrimonio e della famiglia. In questo contesto è cresciuto, «in maniera visibile», il ruolo della Chiesa e dei cattolici e degli stessi settimanali cattolici, «moderni strumenti di evangelizzazione» capaci «di informare e formare l’opinione pubblica locale ai valori cristiani. I settimanali diocesani – ha detto ancora il card. Ruini – sono una concreta espressione dello slancio missionario per attuare quella nuova evangelizzazione che si rivolge al mondo parlando un linguaggio comprensibile all’uomo d’oggi». Il Cardinale ha poi invitato a «guardare avanti, sfruttando anche le potenzialità offerte da internet con i «giornali on line» e a «superare la fase “artigianale”, basata sulla generosità di singoli e di tanti sacerdoti (…) per passare ad una fase di vera e propria strutturazione aziendale», offrendo prodotti «appetibili, giornali che sappiano farsi leggere dal target “familiare” e “popolare”». «I nostri settimanali – ha affermato mons. Claudio Giuliodori, direttore dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali – sono una formidabile lente che può aprire gli occhi alla gente o può offuscarne la vista». «Non possiamo perdere la capacità – ha proseguito – di svelare le falsità e di stimolare alla verità, rischiando di finire in quella melassa mediatica in cui le cose non hanno più sapore». «Costruire una dialettica basata sulla responsabilità, non sull’autocertificazione». Questo il compito affidato ai settimanali cattolici dal sociologo Italo De Sandre, per il quale «oggi tanti dicono le proprie opinioni senza dire le ragioni di quel che dicono». La logica «dell’autocertificazione della propria opinione», per il sociologo, è la spia «dell’individualismo estremo», a cui bisogna rispondere partendo dalla consapevolezza che «il metodo del dialogo serio».

A giudizio del filosofo Vittorio Possenti, «è necessario non rinchiudersi ma acquisire la capacità di parlare a tutti». Il filosofo ha anche detto che «dopo il dissennato rifiuto di riconoscere le radici cristiane, l’Europa rischia lo scacco etico». Nel dibattito sulla presenza dei cattolici in politica, moderato da Giuseppe De Carli, si sono inseriti gli interventi dell’eurodeputato Carlo Casini, per il quale la «questione antropologica deve essere il nuovo cemento che dovrebbe tenere insieme l’azione dei cattolici in politica», e del senatore Luigi Bobba, secondo il quale i politici cattolici oggi «devono essere lanterna all’interno dei rispettivi schieramenti».

Per il vescovo di Prato, mons. Gastone Simoni, che ha concluso l’incontro, c’è «un numero notevole di credenti delusi dal bipolarismo» e «si rischia di essere portatori d’acqua ai due schieramenti senza far passare i valori cristiani se non minimamente o in modo episodico». «Chi vuole fare qualcosa di nuovo – ha concluso – deve tenere presente tutto l’insieme della dottrina sociale cattolica, supportata da uno stile di vita fedele a tale insegnamento».

Il testo dell’intervento di don Vincenzo Rini (dal sito del Sir)

Il testo integrale dell’intervento del card. Ruini (dal sito del Sir)

Discorso di Benedetto XVI alla Fisc